Agenda digitale, Caio: ‘Subito al lavoro su anagrafe unica, fascicolo sanitario e fatturazione elettronica’

di Raffaella Natale |

Mr Agenda digitale ha anche ribadito che il suo incarico non sarà a tempo pieno: ‘Penso di farcela ugualmente’.

Italia


Francesco Caio

Esce allo scoperto Mr Agenda digitale, Francesco Caio, che dopo aver ricevuto lo scorso giugno l’incarico direttamente dal premier Enrico Letta (Leggi Articolo Key4biz) non ha ancora svelato i dettagli del proprio piano d’azione mentre l’Italia continua ad accumulare forti ritardi nella realizzazione del processo di digitalizzazione.

 

La decisione di tacere sui dettagli nasce probabilmente dallo spirito pratico del manager che guida Avio, confermato dalle sue stesse parole in un’intervista al Messaggero: “Prima di parlare preferisco fare le cose, e ne faremo parecchie, partendo dall’anagrafe unica“.

Voglio accelerare – ha precisato – sul fronte dell’anagrafe unica e sul fascicolo sanitario elettronico, fino alla fatturazione elettronica“.

Aggiungendo anche che “Occorre anche fare in modo che vengano utilizzati i fondi che la Ue destinerà alle regioni per la realizzazione di sistemi per le infrastrutture”.

 

Caio ha spiegato che “L’Agenda digitale è ormai materia della presidenza del Consiglio: ciò dimostra la grande considerazione che le viene riservata sia per le ricadute sulla Pubblica amministrazione sia per quelle su imprese e i cittadini“. (Leggi Articolo Key4biz)

“In queste prime settimane – ha poi osservato Caio – ho trovato grande professionalità nel pubblico, dove si è già al lavoro su alcuni temi cruciali“.

 

Mr Agenda digitale entra anche nel merito della polemica innescata sulla notizia che il suo incarico sarà gratuito, l’uomo ha parlato di una sorta di ‘volontariato civile’, ma soprattutto part-time. Molti osservatori e politici hanno criticato questa scelta, sostenendo che il piano di digitalizzazione non può essere realizzato negli stralci di tempo.

Caio è stato molto chiaro: “Con il premier ho concordato che il mio incarico non sia a tempo pieno“, assicurando “Penso di farcela ugualmente“.

 

Del resto Caio non può permettersi di lasciare la guida dell’azienda Torinese Avio, di cui è amministratore dal 2011, in questo momento impegnata in importanti operazioni.

“Dal 2 agosto – ha informato – parte Avio Aero, dopo che martedì scorso è arrivata l’ultima autorizzazione: quella dell’Antitrust americano. Entriamo nel gruppo General Electric, uno gruppo leader nel mondo della propulsione aeronautica che ha investito 3,3 miliardi di euro per acquisire il business dei motori ma si è anche impegnato a investire più di un miliardo di dollari in fabbriche e centri di ricerche in Italia e nel mondo“.

 

Caio dice di potercela fare, noi lo speriamo. A un anno dall’annuncio di Mario Monti del piano italiano per l’Agenda digitale, ancora si registrano forti ritardi e mancano parte dei decreti attuativi per realizzare fattivamente gli obiettivi fissati dal Decreto Crescita 2.0.

Le tematiche in campo sono tante, dalla banda larga alle infrastrutture, alla Pubblica amministrazione, senza tralasciare scuola, giustizia, sanità, smart city, startup… Bisogna inoltre intervenire a tappare i ‘buchi normativi’, specie quello dell’eCommerce, lasciati dal vecchio governo.

 

Ma, ai tempi troppo diluiti, bloccati dalle schermaglie politiche, si aggiunge più recentemente l’ostruzionismo al Decreto del Fare, approvato oggi alla Camera con 344 voti favorevoli e 136 contrari, che contiene diversi provvedimenti legati all’Agenda digitale come la norma sul Wi-Fi.

Le disposizioni sulla controversa liberalizzazione del Wi-Fi, sebbene l’accordo raggiunto in extremis per risolvere quello che poteva essere un grande ‘pasticcio’, non sono piaciute a tanti, sia per le ragioni inerenti la privacy degli utenti (cfr. Quel pasticciaccio sul Wi-Fi: un testo che rischia di far poco per voler far troppo) che per aspetti più tecnici che coinvolgono gli operatori (cfr. Il Futuro del Wi-Fi? Non si fa per Decreto!).

Questo significa che probabilmente il testo subirà successive modifiche sia al Senato e dietro indicazioni della Commissione Ue, determinando ulteriore ritardo.

Per quanto riguarda poi i libri digitali nelle scuole, il Ministro del MIUR, Maria Chiara Carrozza, ha deciso di far slittare ulteriormente i tempi di almeno un anno, sollevando la protesta di chi crede che non si possa fermare il progresso tecnologico e così l’Agenda digitale rimandando una decisione che avrebbe avuto prima di tutto l’innegabile vantaggio di un risparmio di spesa per tante famiglie italiane (Leggi Articolo Key4biz).