Diritto d’autore, dall’Agcom lo schema di Regolamento. Si apre la consultazione

di Raffaella Natale |

Lotta alla pirateria massiva, nessun intervento su utenti e P2p. Istituito un Comitato per promuovere la diffusione di contenuti digitali, monitorare l’applicazione del Regolamento e formulare proposte di aggiornamento.

Italia


Angelo Cardani

Via libera dall’Agcom allo Schema di Regolamento per la tutela del diritto d’autore online di cui sono stati relatori i commissari Antonio Martusciello e Francesco Posteraro.

Un passo necessario verso la predisposizione del Regolamento finale atteso da tempo dall’industria cinematografica e discografica che in Italia, per colpa della pirateria, ha subito danni economici quantificabili in circa 600 milioni di euro.

La speranza dell’Autorità guidata da Angelo Cardani è che l’approvazione definitiva del Regolamento (lo schema è sottoposto a una consultazione pubblica della durata di 60 giorni e sempre oggi è stato notificato alla Commissione europea, ndr) possa avvenire entro il prossimo novembre. In questo caso, l’entrata in vigore sarebbe prevista per febbraio.

 

Il risultato di questo Schema è frutto, ha spiegato l’Autorità, di un’ampia e approfondita riflessione su tutti gli elementi acquisiti nel dibattito sviluppatosi in seno alla comunità d’interesse e dal confronto con i modelli di altri Paesi europei.

Ne è scaturito, si legge nella nota, un provvedimento nel quale l’Agcom ha inteso contemperare la tutela del diritto d’autore con alcuni diritti fondamentali, quali la libertà di manifestazione del pensiero e di informazione, il diritto di accesso ad internet, il diritto alla privacy.  In quest’ottica, l’Autorità si concentra sulle violazioni esercitate con finalità di lucro e assegna carattere assolutamente prioritario alla lotta contro la pirateria “massiva”, escludendo dal proprio perimetro d’intervento gli utenti finali (downloaders) e il cosiddetto  peer-to-peer

 

Uno Schema che ha subito accolto la soddisfazione di Enzo Mazza, presidente della Federazione Industria Musicale Italiana (FIMI) che ha parlato di provvedimento “bilanciato e mirato su concorrenza illegale e siti abusivi”.

L’impostazione data dall’Agcom – ha detto Mazza a Key4biz – mi sembra in linea con l’obiettivo di colpire quelle iniziative illegali che danneggiano seriamente lo sviluppo dell’offerta digitale di musica”.

Oggi, con un mercato della musica online che sfiora in Italia il 40% e con un’offerta sempre più vasta è fondamentale colpire la concorrenza parassitaria di portali abusivi e su questo principio l’azione di Agcom, con il potere di richiedere agli ISP la disabilitazione dei siti, ovvero il blocco, potrà essere efficace“.

“A oggi – ha concluso Mazza – i siti bloccati in Italia dalla magistratura hanno avuto un calo di accessi di oltre l ‘80%” .

 

Per Marco Polillo, presidente di Confindustria Cultura Italia (CCI), il Regolamento, così come è predisposto, “potrebbe cambiare la storia dello sviluppo dell’economia digitale nel nostro Paese”.

Nelle prossime ore studieremo il testo e forniremo puntuali valutazioni nella fase di consultazione pubblica – ha proseguito-. Mi sembra tuttavia che lo schema contenga tutti i presupposti per operare una seria, efficace e non invasiva azione di contrasto alla pirateria online che consentirebbe l’inizio di una nuova era nello sviluppo dell’offerta legale di contenuti digitali”.

 

Per garantire il massimo coinvolgimento di tutti gli stakeholders e delle istituzioni interessate, il provvedimento dell’Agcom prevede l’istituzione di un Comitato incaricato, tra l’altro, di sviluppare forme di autoregolamentazione per la diffusione di contenuti digitali legali, di monitorare l’applicazione del regolamento e di formulare all’Agcom proposte di aggiornamento in relazione  ai cambiamenti tecnologici e di mercato.

 

La procedura di enforcement proposta, pur svolgendosi in tempi brevi, rispetta il principio del contraddittorio in modo da consentire a tutti i soggetti interessati di far valere le proprie ragioni. In linea con la connotazione del diritto d’autore come diritto soggettivo disponibile, è previsto che il procedimento dinanzi all’Autorità possa essere avviato solo su istanza del soggetto legittimato, non d’ufficio, e dopo aver rivolto, senza esito positivo, una richiesta di rimozione al gestore della pagina internet.

 

Le misure proposte in consultazione sono quelle previste dal decreto legislativo n. 70/2003 – rimozione selettiva o disabilitazione dell’accesso ai contenuti illeciti – e saranno improntate a gradualità e proporzionalità, tenendo conto della gravità della violazione e della localizzazione del server.  

 

L’intervento dell’Agcom, conclude la nota, si fonda comunque sul convincimento che la lotta all’illegalità non possa limitarsi all’opera di contrasto, ma debba essere accompagnata da una serie di azioni positive di importanza cruciale: la promozione dell’offerta legale, l’informazione e l’educazione dei consumatori, essenziali per creare una “cultura della legalità” nella fruizione dei contenuti. In quest’ottica, e come evidenziano esperienze recenti in campo internazionale, l’Autorità ritiene che il fenomeno della pirateria possa ridursi anche grazie a strumenti che favoriscano l’accesso legale alle opere digitali.

 

Riguardo all’ampliamento dell’offerta, più volte Cardani ha sottolineato la necessità che si intervenga anche sulle finestre di distribuzione.

In audizione presso la IX Commissione della Camera (Leggi Articolo Key4biz) ha osservato che: “A volte l’unico modo di procurarsi un contenuto è piratarlo”, per questa ragione l’ampliamento dell’offerta legale diventa indispensabile. Accade, ha spiegato, che le cosiddette finestre di distribuzione, che prevedono che alcuni film arrivino prima al cinema, per poi essere disponibili su altri canali e infine in DVD, producano un sistema troppo rigido, basato su regole di marketing decise dalle imprese, che vengono applicate in maniera diversa nelle varie zone, Europa Stati Uniti e Asia, ma che alla fine danneggiano l’utente finale che non può avere subito e in alcuni Paesi mai, la disponibilità dei contenuti che desidera.

“Capita allora – ha commentato Cardani – che chi voglia vedere un certo film debba solo piratarlo, rendendosi conto di quanto sia facile farlo” e innescando un sistema “pericolosissimo“.

“Bisogna far capire alle imprese, in attesa che la Ue decida di intervenire, che forse il costo dell’indirizzamento verso l’illegalità è maggiore del beneficio di certe tecniche di marketing”.Convincerle, anche, che dovrebbero offrire servizi legali a prezzi più accessibili visto che i maggiori fruitori sono soprattutto i ragazzi.

 

Nello Schema di Regolamento si parla di “…semplificazione della filiera di distribuzione di opere digitali al fine di favorire l’accesso alle stesse, anche attraverso strumenti quali le finestre di distribuzione e gli accordi di licenza sviluppati ad hoc per la diffusione di opere

digitali, ferma restando la libera negoziazione tra le parti…”.

 

Cardani ha mantenuto la promessa fatta in audizione alla Camera, quando ha detto che lo Schema sarebbe stato pronto prima della pausa estiva. Così è stato. Ma il lavoro è stato lungo e irto di ostacoli, come lui stesso ha più volte precisato. Ricordiamo che la precedente consiliatura, presieduta da Corrado Calabrò, aveva deciso di lasciare alla nuova Autorità l’approvazione del controverso Regolamento antipirateria, sollevando un vespaio di polemiche. Famosa la frase di Calabrò, ‘Faciant meliora sequentes!’, con cui passò la patata bollente al nuovo Consiglio (Leggi Articolo Key4biz).

 

Al fine di riprendere l’esame del dossier, il 24 maggio scorso l’Autorità ha organizzato un workshop per confrontare i diversi modelli di intervento adottati a livello internazionale in materia di tutela del diritto d’autore online e analizzare le possibili linee di intervento da realizzare in Italia (Leggi Articolo Key4biz).

 

Da una prima lettura di questo Schema di Regolamento sicuramente si può affermare che non ci siano affinità con il modello Hadopi, che attualmente il governo francese intende riformare, visto che era stata messa in piedi una macchina costosissima che non ha prodotto i risultati sperati (Leggi Articolo Key4biz).

Del resto lo stesso Cardani aveva precisato: “Faremo tutto con estrema cautela. Non abbiamo in mente niente che possa assomigliare all’Hadopi che ha funzionato molto male come strumento repressivo, ma se vogliamo, paradossalmente, ha funzionato bene come strumento educativo”.

 

Il modello proposto dall’Agcom ha invece come obiettivo l’educazione dei giovani al rispetto della legalità e l’ampliamento dell’offerta legale per renderla facilmente accessibile.

 

Ovviamente il testo merita un’analisi attenta e approfondita ma, da una prima lettura, non sembra ravvedersi alcun specifico provvedimento per la soluzione della controversia che oppone editori a motori di ricerca. Probabilmente si attendono le decisioni del Sottosegretario all’Editoria Giovanni Legnini che ha preso a cuore il dossier.

 

Per maggiori informazioni:

Schema di Regolamento