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Video streaming, Dailymotion resta in Francia: France Télécom investe 30 mln nella startup

Francia


Si torna a parlare in Francia di Dailymotion,  la startup che offre servizi di video streaming per la quale il Ministro alle Attività produttive Arnaud Montebourg, era sceso in campo per bloccarne la cessione all’americana Yahoo!, sollevando la protesta della casa madre France Télécom (Leggi Articolo Key4biz).

La mossa non era piaciuta anche ad alcuni esponenti politici, in particolare al Ministro per l’Economia digitale Fleur Pellerin, che aveva richiamato lo Stato ad agire con più discrezione (Leggi Articolo Key4biz), e al Ministro delle Finanze Pierre Moscovici che si era dissociato dalla decisione di Montebourg.

Adesso, però, si riapre il capitolo perché France Télécom/Orange ha comunicato di voler investire in Dailymotion con grande gioia del Ministro alle Attività produttive che s’è subito detto soddisfatto del progetto presentato dal CEO Stéphane Richard.

Il futuro di Dailymotion si giocherà ormai “all’interno di Orange“, ha dichiarato il CEO che nei mesi scorsi è anche volato negli USA per verificare alcune offerte per il ‘gioiellino’ francese. Evidentemente le proposte oltreoceano non erano interessanti al punto da disfarsi di una pepita d’oro dell’economia digitale. Da qui la decisione dell’operatore tlc di investire 30 milioni di euro nella propria startup con l’obiettivo di triplicarne il fatturato nei prossimi tre anni.

“La decisione di investire in Dailymotion è una buona notizia per tutta l’industria dei contenuti digitali che sono strategici per la Francia e per l’Europa“, ha commentato Montebourg, artefice d’aver bloccato di fatto la vendita del 75% della piattaforma a Yahoo!, da parte dell’operatore francese di cui lo Stato controlla il 27% del capitale.

Montebourg ha sottolineato il bisogno di “curare i ‘gioielli’ che abbiamo nell’industria dei contenuti digitali”. Il Ministro non si è detto contrario alle alleanze straniere purché, ha spiegato, “si facciano a condizioni di parità permettendoci di svilupparci in altri continenti. Condizioni che non erano presenti nella proposta di Yahoo!”.

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