Datagate, Microsoft si rivolge al Procuratore Generale e ribadisce di non aver fornito al Governo accesso ai dati degli utenti

di Alessandra Talarico |

Snowden, intanto, ha presentato richiesta di asilo temporaneo in Russia, ma Vladimir Putin ha precisato: ‘le relazioni con gli Usa sono più importanti dei battibecchi sulle attività dei servizi speciali’.

Stati Uniti


Brad Smith

Dopo aver smentito nei giorni scorsi di aver fornito alla National Security Agency l’accesso diretto ai suoi servizi di comunicazione (Skype, Outlook, Skydrive), Microsoft ha deciso di appellarsi al Governo per chiedere il permesso di pubblicare il numero esatto di dati trasmessi alle autorità.

 

“Abbiamo chiesto al Procuratore Generale degli Stati Uniti Eric Holder di agire personalmente per permettere a noi e alle altre aziende di condividere pubblicamente informazioni più complete su come gestiamo le richieste per le i dati degli utenti”, ha dichiarato Brad Smith, consulente legale e vicepresidente esecutivo di Microsoft.

“Crediamo – ha aggiunto – che la Costituzione americana garantisca la nostra libertà di condividere più informazioni col pubblico, eppure il Governo ci sta bloccando. Per esempio, ancora non abbiamo ricevuto risposta alla richiesta del 19 giugno per avere il permesso di pubblicare il numero esatto di richieste di dati per motivi si sicurezza nazionale. Speriamo che il Procuratore generale possa cambiare la situazione”.

 

Evidenziando le ‘imprecisioni’ nelle recenti ricostruzioni di stampa, Smith precisa come avviene la trasmissione di dati per i diversi servizi:

Outlook.com (ex Hotmail): “Non forniamo al Governo accesso diretto alle email o ai messaggi istantanei. Punto. Come tutti i provider di servizi di comunicazione siamo a volte obbligati a soddisfare le richieste del governo relativamente a specifici account, in virtù di un mandato o di un ordine del tribunale e questo avviene negli Usa come in altri paesi dove vengono archiviati i dati. Queste richieste vengono vagliate e, se siamo obbligati, le rispettiamo, ma non abbiamo fornito ad alcun governo le capacità tecniche per accedere direttamente ai contenuti degli utenti o per decodificarli. I governi devono continuare a fare affidamento sulle procedure legali per richiederci informazioni specifiche su determinati account”.

 

Quanto alle chiamate via Skype, Smith precisa che, anche in questo caso, “ci atteniamo solo a richieste su specifici account”. I recenti cambiamenti apportati al back-end tecnico “non sono stati apportati per facilitare l’accesso del governo ai dati”, anche se con l’aumento nell’utilizzo di questi servizi di comunicazione “è chiaro che i governi avranno interesse a usare il loro potere per garantirsi l’accesso in caso di indagini o per combattere il terrorismo”.

Anche nel caso ciò avvenga, “Microsoft risponderà solo alle richieste valide dal punto di vista legale e legate a specifici account e non fornirà ai governi accesso diretto o in ‘massa’ ai dati, né chiavi di cifratura”.

Lo stesso avviene per i dati aziendali e di Skydrive.

 

Come dimostrato anche dai dati aggregati che la legge permette di rendere pubblici, “solo un a minuscola percentuale di dati dei nostri clienti sono stati oggetto di richieste del governo legate a indagini criminali o alla sicurezza nazionale”, aggiunge Smith.

 

“Microsoft – prosegue – è obbligato a rispettare le leggi americane e di altri paesi, inclusa quella che obbliga a fornire i dati dei clienti. Non si tratta di un problema confinato agli Usa. le agenzie possono ottenere queste informazioni in diversi modi, ma se li chiedono a noi devono seguire procedure legali”.

 

Secondo Smith, infine, c’è bisogno di un dibattito globale e aperto su queste pratiche, portate avanti da tutti i governi.

“Gli Stati Uniti sono un modello nel garantire il diritto costituzionale alla libertà di parola. E noi vogliamo esercitare tale diritto. Se i consulenti legali del governo ci impediscono di condividere maggiori informazioni col pubblico, allora chiediamo che sia il procuratore generale a consentirci di osservare la costituzione”, conclude Smith.

 

Ieri, anche Yahoo ha reso noto di aver ottenuto dal Tribunale speciale FISA il permesso di pubblicare dei documenti che proverebbero come la società si sia opposta ad alcune richieste del Governo relative alla trasmissione di dati degli utenti (leggi articolo Key4biz).

 

Edward Snowden, intanto, ha presentato richiesta scritta per ottenere asilo temporaneo alla Russia. A tal proposito, il presidente Vladimir Putin ha comunque precisato che le relazioni con gli Usa sono ‘più importanti’ dei “battibecchi sulle attività dei servizi speciali”.