Pubblicità su siti pirata, Microsoft e Google firmano Codice di condotta

di Raffaella Natale |

La Casa Bianca spera che altre società seguano il loro esempio per ‘tagliare i viveri’ ai siti pirata o che vendono merci contraffatte.

Stati Uniti


Microsoft - Google

Microsoft e Google hanno sottoscritto un Codice di condotta che riguarda le inserzioni pubblicitarie su siti web che promuovono la pirateria o vendono beni contraffatti.

Il documento ‘Best Practices Guidelines for Ad Network to Address Piracy and Counterfeiting‘, che riguarda per adesso solo i network statunitensi, è stato firmato oggi e ricadrà sotto il controllo dell’ufficio governativo che si occupa dell’applicazione delle norme sulla proprietà intellettuale.

L’accordo tra le due società prevedrà un sistema di ‘notice and takedown’, con l’obiettivo di ridurre la pirateria e la vendita online di beni contraffatti.

 

Fred Humphries, vicepresidente di Microsoft e responsabile dei rapporti con il Governo USA, ha dichiarato: “Un appropriato sistema di notice-and-takedown – che richieda ai titolari di diritti d’identificare specifici casi di violazione e servizi online per rispondere prontamente e adeguatamente a tali notifiche – può affrontare le violazioni nel rispetto di istanze fondamentali come il fair use, la privacy, la libertà d’espressione e la libertà d’innovare”.

 

Susan Molinari, vicepresidente di Google e responsabile dei rapporti con le istituzioni, ha aggiunto: “Lavorando tutti insieme, si potranno ridurre gli incentivi finanziari ai siti pirata, tagliando le loro entrate e mantenendo così un internet sano e promuovendo l’innovazione”.

 

La Casa Bianca spera che adesso altre società del settore seguano l’esempio di Google e Microsoft.

 

Nei giorni scorsi, Il viceministro per lo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, parlando all’Upa, associazione che rappresenta gli investitori pubblicitari, era entrato nel merito della questione riguardante la crescente pubblicità sulle piattaforme illegali, per precisare che oltreoceano le associazioni di categoria hanno dato vita ad accordi interessanti con l’obiettivo di sensibilizzare i propri membri ad autoregolamentarsi contro la pubblicità non intenzionale sui siti pirata (Leggi Articolo Key4biz).

Best practices che il viceministro auspica possano trovare applicazione anche in Italia: “Credo – ha commentato rivolgendosi agli investitori pubblicitari – che la strada intrapresa dalla vostra controparte americana sia un modello da seguire”.