Twitter cede alle richieste della Francia: forniti i dati per identificare gli utenti colpevoli di tweet antisemiti

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I fatti risalgono al novembre scorso, quando un gruppo di utenti si è reso protagonista di gravi offese contro la popolazione ebraica – attraverso messaggi dal contenuto anche molto violento tramite l’hashtag #unbonjuif

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Twitter ha infine deciso di consegnare ai magistrati francesi i dati che permetteranno di identificare gli autori di una serie di messaggi antisemiti, razzisti e omofobi apparsi sul sito lo scorso novembre. La società ha confermato la notizia diffusa dalla French Union of Jewish Students (EUJF), spiegando di aver fornito “dati in grado di identificare alcuni utenti che secondo il procuratore di Parigi hanno violato le leggi francesi”.

In linea con la convinzione che un conto è rimuovere un contenuto inappropriato, un altro è fornire i dati degli utenti che si rendono protagonisti di reati di opinione, Twitter si era fin qui rifiutato di cedere alle richieste del Tribunal de Grande Instance di Parigi.

Oggi, infine, il cambio di rotta – deciso anche per evitare il rischio di un procedimento penale nei confronti del Ceo Dick Costolo che avrebbe potuto comportare anche il divieto di viaggiare in Europa oltre che un risarcimento danni di 50 milioni di euro.

 

I fatti risalgono al novembre scorso, quando un gruppo di utenti si è reso protagonista di gravi offese contro la popolazione ebraica – attraverso messaggi dal contenuto anche molto violento tramite l’hashtag #unbonjuif.

La Corte ha anche richiesto alla società di creare un meccanismo ‘visibile ed efficace’ per segnalare contenuti ‘illeciti’ che incitino all’odio razziale, giustifichino o incoraggino crimini contro l’umanità.

In campo, oltre al presidente Francois Hollande, anche il ministro francese per la cultura digitale, Fleur Pellerin, secondo cui “Twitter ha tutto l’interesse a rispettare la legge francese e ad adattarsi alla cultura del Paese: i tweets antisemiti, omofobi o razzisti sono contrari alle leggi francesi”.

Se la società non si fosse adeguata la giustizia francese, aveva minacciato a gennaio Pellerin, si sarebbe appellata a un giudice americano.