Unbundling: il canone mensile scende a 8,68 euro. La parola passa a Bruxelles

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Il canone bitstream scende del 22% e quello WLR del 4,79%. Secondo i calcoli di Bloomberg, la sforbiciata ai costi ULL comporterebbe minori introiti per Telecom Italia pari a 37 milioni di euro l’anno.

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Agcom, Angelo Cardani

Il canone di affitto che gli operatori alternativi pagano mensilmente a Telecom Italia (ULL) per l’accesso alla sua rete in rame è stato ridotto del 6,47% dagli attuali 9,28 a 8,68 euro, con una riduzione di 60 centesimi, come anticipato lunedì scorso da Key4Biz (Leggi articolo).

È quanto ha stabilito oggi l’Agcom, approvando una serie di provvedimenti – relativi anche al bitstream e al wholesale line rental (WLR) – che costituiscono uno dei tre elementi del nuovo impianto regolamentare in progress volto a promuovere il passaggio alle reti di nuova generazione e la concorrenza tra operatori.

Un ruolo decisivo nella riduzione del prezzo del canone ULL, ha spiegato Agcom in una nota, “lo ha avuto il decremento dei costi di manutenzione correttiva, a sua volta determinato dai guadagni di efficienza che l’Autorità aveva richiesto e Telecom Italia ha conseguito”.

Oltre alla definizione dei prezzi dei servizi in rame, sono state definite anche ulteriori misure per facilitare l’accesso agli armadi di strada di Telecom Italia da parte degli operatori concorrenti e quindi stimolare la competizione nelle reti di nuova generazione.

Marcata anche la riduzione per il bitstream, che a seguito della prevista adozione del criterio dell’orientamento al costo in luogo del precedente meccanismo di retail minus, passa da 19,50 euro a 15,14 euro (- 22,36%).

Quanto al servizio WLR, il canone passa da 11,70 euro per il 2012 a 11,14 euro nel 2013 (- 4,79%)

 

La definizione dei nuovi canoni di affitto dell’ultimo miglio era una decisione molto attesa, con gli operatori alternativi che ne hanno chiesto con forza una riduzione per stimolare la concorrenza sul mercato della telefonia fissa.

Dall’affitto dell’ultimo miglio, il cui costo è di 9,28 euro al mese, Telecom Italia genera ricavi per circa 590 milioni l’anno. La sforbiciata, ha calcolato Bloomberg, comporterebbe minori introiti per 37 milioni di euro l’anno.

 

Nell’ambito del nuovo impianto regolamentare per promuovere il passaggio alle NGN, l’Autorità presieduta da Angelo Cardani ha definito anche le condizioni di offerta 2013 dei servizi di accesso in fibra e il procedimento sull’analisi dei mercati dei servizi di accesso (rame e fibra) per il triennio 2014-2016.

“Questo percorso regolamentare, avviato otto mesi fa e che ha concluso le tre fasi di consultazione pubblica nazionale a maggio di quest’anno, si interseca con due eventi di grande rilievo: sul versante nazionale, la proposta di separazione societaria della rete di accesso di Telecom Italia, al fine di realizzare l’Equivalence of Input (EoI); sul piano europeo, la prossima emanazione della Raccomandazione in materia di non discriminazione e contabilità dei costi”, ha spiegato Agcom in una nota, sottolineando che definizione della disciplina per la rete di accesso per il triennio 2014-2016 si terrà conto di entrambi questi eventi.

 

La decisione finale sulla proposta di decisione sarà assunta entro la fine dell’anno, dopo aver ricevuto il consueto parere di Bruxelles che si dovrà esprimere in merito, vista la modifica le condizioni tecniche (accesso agli armadi di strada) ed economiche della fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso.

 

Entro settembre, inoltre, l’Autorità definirà le condizioni tecniche ed economiche dei servizi di accesso in fibra per il 2013, stabilendo, in particolare, le tariffe del servizio VULA (Virtual Unbundling Local Access), le quali sono – necessariamente – correlate ai prezzi di alcuni servizi wholesale in rame.

 

L’Autorità, nel suo percorso volto a dare stabilità alla regolamentazione della rete d’accesso, procederà a dettare la disciplina per il successivo triennio (2014-2016) mediante l’analisi dei mercati dell’accesso di rete fissa.

La consultazione pubblica nazionale su questo procedimento è terminata a fine maggio ed è già stato anche acquisito il parere dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM).

L’Autorità, già nel mese di settembre, potrebbe quindi concludere l’analisi di mercato ed inviarla alla Commissione europea per il prescritto parere.

Inoltre, l’Autorità terrà conto dei principi e delle indicazioni contenuti nella Raccomandazione della Commissione europea in materia di non discriminazione e contabilità dei costi.

 

Quanto al progetto di separazione societaria della rete di accesso di cui Telecom Italia ha informato l’Autorità il 30 maggio di quest’anno, entro la fine del mese si concluderà l’attività preistruttoria avviata dagli Uffici competenti e “volta a verificare che la proposta rivesta le caratteristiche di serietà ed affidabilità che il Berec, nelle Linee guida in materia di separazione societaria, individua come condizione necessaria per avviare l’analisi dell’impatto del progetto di separazione sulle condizioni di mercato e concorrenziali e, quindi, sulla regolamentazione vigente o in via di ri-definizione (caso in cui si trova l’Italia)”.

A seguito di quest’analisi l’Autorità potrà decidere di svolgere quell’analisi coordinata dei mercati dell’accesso prevista dal Codice delle comunicazioni elettroniche (art. 50 ter comma 2) e, in particolare, potrà valutare se “l’analisi coordinata dei mercati dell’accesso debba acquisire gli esiti dell’analisi di mercato in corso, oppure se sia opportuno mantenere distinti i due procedimenti”.

 

Riguardo alla sforbiciata ai costi dell’unbundling, resta da vedere come reagirà Bruxelles con Neelie Kroes che nei giorni scorsi ha anticipato la prossima introduzione – nel pacchetto che verrà presentato a settembre – di strumenti nuovi e ‘più coerenti’ per l’accesso alla rete fissa. La stessa Kroes, però, si è più volte detta contraria alla riduzione dei prezzi di accesso alla rete in rame poiché – anche secondo le risultanze di uno studio di Charles Rivers Associates, commissionato dalla stessa Commissione europea – abbassare il prezzo del rame potrebbe avere un impatto negativo sugli investimenti nella fibra. (A.T.)