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Datagate: asilo in Nicaragua o Venezuela per Snowden? Nuove rivelazioni inguaiano la Germania

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Mentre da vecchie interviste a Edward Snowden – rilasciate prima che il suo nome fosse sulla bocca di tutto il mondo per le rivelazioni sullo scandalo Datagate – continuano a emergere dettagli sulla presunta connivenza tra la NSA e i Servizi dei paesi occidentali, i media nicaraguegni riferiscono di una lettera in cui l’ex consulente della Cia chiede formalmente asilo politico al governo di Managua. Intanto, il presidente venezuelano, Nicolas Maduro, ha confermato che il Governo ha ricevuto la lettera di Snowden, il quale dovrà ora “decidere se prendere un aereo e venire qui”.

Nella lettera, Snowden evoca il rischio di essere ‘perseguitato’ dal Governo Usa per via delle sue rivelazioni, che hanno reso pubbliche le “serie violazioni, da parte del Governo, della sua stessa Costituzione, in particolare del quarto e del quinto emendamento e di diversi trattati Onu che sono vincolanti per il mio paese”.

“Esponenti di spicco del Congresso mi accusato di essere un traditore e chiedono che sia arrestato o giustiziato per aver reso pubbliche queste informazioni”, prosegue Snowden, sottolineando che alcune delle accuse che gli vengono mosse sono connesse con la legge ‘Espionage Act’ del 1917 e che difficilmente riuscirà ad avere un processo equo, così come sta avvenendo a Bradley Manning, arrestato per le rivelazioni sui crimini di guerra degli Usa fatte trapelare tramite Wikileaks e “trattato con crudeltà durante la prigionia”.

La ‘talpa’, si troverebbe ancora nell’area transiti dell’aeroporto di Mosca.

Un mese fa, quando era ancora a Hong Kong, Snowden già prevedeva come sarebbero andate le cose: “Il governo – ha dichiarato al Guardian in un’intervista resa pubblica solo ieri dal quotidiano britannico – dirà che ho violato la legge sullo spionaggio, che ho aiutato i nostri nemici. E avvierà un’indagine contro di me”.

Per questo ha deciso di parlare, per dimostrare che le sue rivelazioni non fanno ‘un favore’ ai nemici degli Usa, visto che il monitoraggio si applica non solo ai nemici, ma a tutti allo stesso modo.

“E io non voglio vivere in un mondo dove tutto quello che faccio o che dico, ogni manifestazione di amicizia, di fantasia, di amore, sono controllate”, ha affermato.

Il Brasile di Dilma Rousseff, intanto, ha avviato un’indagine per appurare se le società di telecomunicazioni del paese hanno collaborato con gli Usa nel programma di monitoraggio che ha permesso all’NSA di collezionare i dati di miliardi di conversazioni telefoniche e online.

Secondo quanto riportato da O Globo, il Brasile è il target principale, tra i paesi dell’America Latina, delle massicce attività di spionaggio del Governo Usa.

Ieri, anche la Commissione Libertà Civili del Parlamento europeo ha deciso di aviare un’indagine approfondita (Leggi articolo Key4biz), i cui risultati saranno resi noti entro la fine dell’anno.

Il Brasile, ha sottolineato il presidente Roussef, presenterà la questione dinnanzi all’ITU e anche al Consilgio per i diritti umani dell’Onu, visto che la libertà di espressione e la privacy sono inclusi tra i diritti fondamentali.

“Ora – ha detto – dobbiamo guardare le cose senza pregiudizi, dobbiamo indagare”.

 

Il regolatore brasiliano Anatel, che sta collaborando con la polizia federale e con le altre agenzie per l’indagine, ha sottolineato che “la riservatezza dei dati delle comunicazioni telefoniche è un diritto garantito dalla Costituzione, dalle nostre leggi e dalle regole dell’Anatel. La sua violazione è perseguibile in sede civile, penale e amministrativa”.

 

Secondo O Globo, l’NSA raccoglieva i dati delle comunicazioni dei cittadini brasiliani attraverso una “indefinita associazione tra le compagnie telefoniche Usa e brasiliane”. Non è chiaro, tuttavia, quali società brasiliane siano coinvolte né se queste fossero consapevoli che i loro collegamenti erano usati per collezionare le informazioni.

 

Secondo il giornalista americano Glenn Greenwald, che per primo ha svelato al mondo i dettagli del Datagate, i documenti di Snowden mostrano che gli Usa usavano il Brasile come ‘ponte’ per raccogliere dati su altri Stati meglio protetti, come la Cina, nelle cui comunicazioni non era possibile accedere.

In una video intervista, Greenwald spiega che il monitoraggio del traffico del Brasile avveniva non perchè gli Usa volevano sapere cosa un brasiliano dicesse a un altro brasiliano, ma per sapere “cosa una persona in Cina diceva a qualcuno in Iran, per esempio”.

Nel corso di un incontro con il ministro delle Comunicazioni brasiliano, Paulo Bernardo, l’ambasciatore Usa in Brasile, Thomas Shannon, ha però negato che in Brasile venissero svolte operazioni di spionaggio sulle comunicazioni, aggiungendo che “non c’è mai stato un centro per la raccolta dati nel Paese”, né “esiste alcun accordo in base al quale le telco brasiliane possano raccogliere informazioni in territorio brasiliano”.

Rassicurazioni che non hanno convinto Bernando, che ha affermato: “Anche il Parlamento europeo era controllato, pensate che noi non lo fossimo? Dobbiamo appurare le circostanze e le esatte modalità in base alle quali avvenivano le attività di spionaggio, e quanto queste siano andate avanti”.

 

In un’intervista rilasciata a maggio, prima dello scoppio dello scandalo Datagate, ma pubblicata il 7 luglio da Der Spiegel, Snowden denunciava che l’agenzia di intelligence tedesca BND “va a letto” con la NSA, per intendere, ovviamente, lo stato di intensa collaborazione tra i due Servizi.

Una collaborazione, così come avviene anche con le agenzie di tutto l’occidente, basata sul principio del ‘non fare domande’. Se, ad esempio, i servizi americani vengono a sapere – magari tenendo sotto controllo il telefonino della ragazza, che un hacker sta transitando da un particolare aeroporto e ne chiedono la consegna, “Le altre agenzie non chiedono all’NSA dove abbiamo reperito le informazioni e viceversa. In questo modo si tiene la politica fuori dal gioco nel caso in cui emergesse quanto massicciamente si abusa della privacy delle persone”.

 

I documenti forniti da Snowden a Der Spiegel rivelano che la Germania, sarebbe lo Stato europeo più ‘tenuto d’occhio’ dall’NSA, che nel paese monitora fino a 60 milioni di telefonate al giorno e circa 10 milioni di data set internet.

Il Cancelliere Angela Merkel ha descritto le attività del governo Usa “tattiche da guerra fredda” e ha chiesto immediati chiarimenti a Washington.

 

La BND ha confermato di cooperare c on la controparte Usa da decenni, ma sempre “nell’ambito del quadro giuridico tedesco“.

 

Nell’intervista di maggio, curata da Laura Poitras e Jacob Appelbaum, Sbowden sottolinea anche la missione dell’NSA è di “sapere tutto ciò che di importante avviene al di fuori degli Usa. Si tratta di una sfida significativa”, per compiere la quale “violare le regole diventa una questione di sopravvivenza”.

 

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