Telecom Italia: nessun nuovo socio all’orizzonte dopo la chiusura con H3G

di Alessandra Talarico |

Sullo scorporo, intanto, continuano a giungere all’indirizzo della società richieste di definizione dei dettagli relativi al perimetro della rete oggetto di separazione, alla governance della nuova società, ai tempi e modi di attuazione del progetto.

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Marco Patuano

L’ultimo consiglio di amministrazione, che ha sancito la chiusura definitiva delle trattative con H3G – mettendo la parola fine alla ventilata ipotesi di integrazione tra Telecom Italia e 3 Italia – non ha discusso dell’ingresso di altri eventuali soci o partner industriali.

E’ quanto ha affermato l’amministratore delegato della società telefonica italiana, Marco Patuano, a margine di un convegno organizzato da The ruling companies: “Il consiglio ha deciso che l’operazione è chiusa quindi non c’è molto da aggiungere”, ha affermato, sottolineando quindi che la ricerca di un eventuale nuovo socio “non è stato un argomento trattato dal consiglio”.

 

Quanto al progetto di scorporo della rete, nei giorni scorsi il presidente Franco Bernabè – intervenendo in audizione presso le commissioni Industria e Lavori pubblici del Senato, ha ribadito la necessità di un set di regole “coerente con il nuovo assetto di mercato”, che assicuri condizioni di redditività adeguate e che rifletta il quadro europeo di settore (Leggi articolo Key4biz).

 

L’operazione prevede la nascita di due società: la newco della rete battezzata Opac in cui confluiranno circa 22 mila dipendenti e una quota del debito organico sostenibile – oltre a quelle infrastrutture dell’accesso che costituiscono una ‘strozzatura’ del mercato – e ‘TI ServiceCo‘, nella quale resteranno tutte le altre attività della società (leggi articolo Key4biz).

 

Quanto al perimetro della rete oggetto di separazione, alla governance della nuova società, ai tempi e modi di attuazione del progetto, non sono ancora emersi ulteriori dettagli.

A ridosso del cda del 4 luglio, i piccoli azionisti di Asati hanno chiesto la convocazione di un’assemblea straordinaria dei soci per discutere anche della costituzione della newco (con una significativa presenza dello Stato) in nesso allo scorporo parziale della rete. Secondo Asati, serve un “atto costitutivo da varare subito (assurdi i 18 mesi inizialmente previsti) in via autonoma e successivamente concludere il negoziato con Agcom per far approvare in Italia, una normativa  congrua e in armonia a quanto la Commissione europea definirà nel corso del corrente mese di luglio”.

 

Anche Renato Brunetta, capogruppo Pdl alla Camera, ha sottolineato nei giorni scorsi la necessità di fornire ulteriori chiarimenti sul perimetro dell’operazione così che sia il Parlamento che l’opinione pubblica possano valutare e, se necessario favorire “questo progetto che è importantissimo per tutti: operatori di rete, fornitori di servizi avanzati e utenti”

Un progetto, quindi, che secondo Brunetta, “…non può e non deve restare avvolto dalla nebbia. Siamo tutti favorevoli a migliori condizioni di competitività delle reti e dei servizi delle comunicazioni, ma – ha aggiunto – siamo anche attenti a garantire la più alta tutela degli interessi generali delle nostre imprese e delle nostre famiglie: concorrenza sul mercato e trasparenza su costi, responsabilità e tariffe”.