Industria culturale, gli editori francesi dei giornali a favore della tassa sui dispositivi connessi

di Raffaella Natale |

Una piccola tassa, hanno spiegato i sindacati, che permetterà di redistribuire il valore generato dal mercato digitale.

Francia


Industria culturale

I principali sindacati francesi della carta stampata si sono espressi a favore di una tassa sulla vendita di dispositivi connessi, come tablet e smartphone, per finanziare la digitalizzazione dell’industria culturale, come prevede il Rapporto Lescure (Leggi Articolo Key4biz).

“La stampa sostiene la proposta del Rapporto Lescure a favore di una ridistribuzione del valore tra industria culturale e produttori di supporti tecnologici“, hanno indicato le principali sigle sindacali di settore.

 

Parallelamente ai meccanismi già esistenti, hanno spiegato i sindacati, la tassa sui supporti connessi, suggerita dalla cCommissione presieduta da Lescure, è l’unico meccanismo che consente di capire !il nuovo trasferimento di valore osservato nel mondo digitale”, a svantaggio della stampa che beneficia in modo molto marginale della redistribuzione rispetto ad altri attori dell’industria culturale.

 

Tra le 80 proposte del Rapporto Lescure, consegnato al governo francese a maggio, quella più controversa riguarda appunto la tassa su smartphone e tablet, di cui Apple, Google e Amazon sono i più grandi produttori. 

Si tratterà solo di un piccolo contributo, vale a dire sulle vendite di dispositivi connessi verrà applicata una tassa dell’1-3%.

 

La proposta si basa su un principio comune: gli utenti sono riluttanti a spendere 9 euro per acquistare un album di musica su una piattaforma online ma non esistano a sborsare quasi 400 euro per un tablet o 700 euro per uno smartphone.

Un piccolo contribuito, sostiene il governo francese, non spegnerà l’ardore di chi è disposto a pagare simili cifre per possedere questi dispositivi.

Il ricavato di questa tassa sarà usato per finanziare la digitalizzazione dell’industria culturale e quindi anche della stampa.

 

Preoccupati di fronte alla grande sfida di un’informazione spostata sempre su internet, a febbraio scorso gli editori hanno siglato un accordo con Google (Leggi Articolo Key4biz), presentato come un’anteprima mondiale, con il quale l’azienda americana si è impegnata a creare un fondo di 60 milioni di euro per progetti d’innovazione tecnologica riguardanti l’editoria.