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Banda larga, i Piani Nazionali contano, eccome: nei paesi con strategie ad hoc penetrazione superiore dell’8,7%

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Quanto contano i piani nazionali per lo sviluppo delle infrastruttur e la penetrazione della banda larga? Contano parecchio, visto che secondo uno studio ITU, nei paesi che si sono dotati di una “visione nazionale chiaramente definita” la penetrazione ‘grezza’ della banda larga è superiore dell’8,7% rispetto ai paesi che hanno adottato un approccio improntato sulla ‘non interferenza’. Al netto del potenziale impatto di fattori quali il maggiore reddito medio, la concentrazione di mercato e l’urbanizzazione, indica la ricerca, i paesi che hanno predisposto dei piani ad hoc registrano una penetrazione media superiore del 2,5% rispetto a quelli che non hanno adottato alcuna strategia – un margine non trascurabile in una economia globale sempre più interconnessa.

L’impatto, tra l’altro, risulta ancora maggiore nel settore mobile, dove la penetrazione dei servizi è maggiore del 7,4% nei paesi che hanno elaborato Piani Nazionali per la banda larga.

 

Ciò non vuol dire che la competizione tra i player del mercato sia meno importante: i mercati competitivi sono associati a un livello di penetrazione medio superiore dell’1,% sul fisso e del 26,5% sul mobile.

 

“I Governi stanno comprendendo che le reti a banda larga sono essenziali non solo per la competitività nazionale, ma anche per la diffusione dei servizi didattici, sanitari, per le utilities, per la gestione ambientale e per un sacco di altri servizi pubblici”, ha affermato il segretario generale ITU Hamadoun I. Toure.

“La banda larga – ha aggiunto – è un fattore chiave non solo per l’interazione umana ma anche per i sistemi di comunicazioni machine-to-machine che saranno alla base del mondo di domani”.

 

Per Robert Pepper, Vice President Global Technology Policy di Cisco Systems, “i piani nazionali hanno chiaramente un peso: stimolano l’adozione, accelerano la crescita economica e incrementano il livello di competitività nazionale. Il ruolo della politica è quello di impostare una visione per lo sviluppo della banda larga e di assicurare la parità di condizioni che quindi permette alle migliori idee di prosperare”.

 

Lo studio documenta inoltre la forte crescita dei National Broadband Plans, con 134 piani in vigore. I piani, spiega, possono prendere forme differenti -legislazione, quadri strategici, regolamenti – ma tutte pongono l’accento sul ruolo vitale della banda larga per la competitività, con l’obiettivo di stimolare l’utilizzo dei servizi e delle applicazioni broadband-enabled.

I vantaggi economici e sociali della banda larga, nota infine la ricerca, hanno più possibilità di realizzarsi dove c’è una forte collaborazione tra il pubblico e il privato e dove i governi s’impegnano in un approccio ‘consultivo e partecipativo’ con gli attori del mercato.

 

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