Banda larga: se la velocità pubblicizzata non corrisponde a quella reale. La Ue quantifica l’inganno

di Alessandra Talarico |

In Italia, dove la stragrande maggioranza degli utenti utilizza connessioni xDSL, il livello di corrispondenza tra la velocità pubblicizzata e quella fruita si attesta al 60,4% - in linea con la media Ue del 60,3%.

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Che la velocità delle connessioni internet non corrisponda a quella dichiarata nei contratti sottoscritti dagli utenti non è una novità e più volte la Commissione europea ha implorato una maggiore correttezza nei contratti telefonici da parte degli operatori che forniscono il servizio.

Oggi da Bruxelles arriva una riprova di questo andazzo: i risultati di uno studio sulle prestazioni della banda larga fissa appena pubblicato, infatti, confermano che gli utenti ricevono, in media, soltanto il 74% della velocità pubblicizzata dal servizio per cui hanno pagato.

 

Si tratta del primo studio che, attraverso l’analisi di dati affidabili e comparabili derivanti da tutti gli Stati membri Ue, dimostra come vi sia una non trascurabile differenza fra la velocità pubblicizzata e quella reale.

Il report conferma inoltre la maggiore affidabilità della trasmissione dati via cavo: se infatti i servizi xDSL forniscono solo il 63,3% della velocità di trasmissione pubblicizzata, la percentuale di attendibilità sale al 91,4% per le connessioni via cavo e all’84,4% per le reti in fibra.

 

Sussistono ovviamente notevoli differenze da paese a paese e la percentuale di ‘affidabilità’ dei contratti varia dal 50% all’80%. In Italia, dove la stragrande maggioranza degli utenti utilizza connessioni xDSL, il livello di corrispondenza tra la velocità pubblicizzata e quella fruita si attesta al 60,4% – in linea con la media Ue del 60,3% – ma di molto inferiore al 97% della Slovacchia e al 90% dell’Ungheria.

Per consolarci, comunque, gli utenti di Regno Unito e Francia se la passano peggio, con livelli di corrispondenza tra quanto pubblicizzato e quanto fruito, rispettivamente, del 44,7% e 40,4%.

 

I risultati dello studio, basato su una metodologia che adopera dispositivi hardware e fornisce i risultati più accurati e indipendenti sulle prestazioni di Internet, a prescindere dalla tecnologia di accesso e dall’installazione sul posto, identificano le prestazioni nelle ore di punta (nella fascia oraria dalle 19.00 alle 23.00 dei giorni infrasettimanali) e fanno riferimento ad un campione di studio e non alla composizione effettiva del mercato a banda larga di ogni paese.

Sulla base di questi dati si è potuto appurare che, in termini assoluti, la velocità media di trasmissione dati attraverso tutte le tecnologie in tutti i paesi è di 19,47 Mbps durante le ore di punta. I servizi in fibra (FTTx) garantiscono  la velocità maggiore con 41,02 Mbps, mentre quelli via cavo sono arrivati a 33,10 Mbps, superando di gran lunga la media di 7,2 Mbps raggiunta dai servizi xDSL. Le velocità di upload, informa ancora il report,

 

“Questa tipologia di dati serve ai consumatori perché possano fare delle scelte consapevoli ed è per questo che l’esercizio sarà ripetuto. Consideriamo questi primi dati come un’ulteriore prova della necessità di creare un mercato unico realmente connesso”, ha sottolineato il Commissario Neelie Kroes.

 

Lo studio, con un totale di 3.065.341,850 valutazioni e 75.978.173 singoli test risale a marzo del 2012 ed è stato condotti su 9.104 partecipanti. Proseguirà fino alla fine del 2014 e, chiunque può entrare nella ‘comunità di volontari’ e misurare così e prestazioni dei propri provider.

Solo alcuni utenti verranno comunque selezionati e riceveranno un piccolo dispositivo da collegare alla connessione Internet di casa e che avvierà una serie di test quando la linea non sarà in uso.