Rai, 160 mln di euro per digitalizzare l’informazione e concorso per assumere giovani in azienda

di Raffaella Natale |

L’età media è di 50 anni e occorre ‘svecchiare’, hanno detto Tarantola e Gubitosi in Vigilanza. L’ultimo concorso risale al 1982.

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Ha parlato di taglio ai costi e risultati operativi positivi, 7,4 milioni di euro nel primo trimestre, il presidente Rai, Anna Maria Tarantola, in audizione presso la Commissione parlamentare di Vigilanza insieme al direttore generale Luigi Gubitosi.

Entrambi hanno evidenziato il cambio di direzione della Tv pubblica che segna marcate differenze rispetto alle passate gestioni, non può, però, nascondersi una perdita nel 2012 di 244 milioni.

 

“L’audience della Rai al 40% ci pone ai primissimi posti in Europa anche sopra la BBC. Questo non ci basta, vogliamo sapere cosa pensano di noi i cittadini“, ha detto la Tarantola, aggiungendo “Per questo abbiamo attivato una ricerca sulla qualità percepita dai cittadini italiani e la loro valutazione sulla corporate reputation. I risultati saranno pubblicati sul sito, ma vi anticipo che l’85% del campione ritiene che la Rai offra contenuti di qualità, l’81% la ritiene autorevole, l’89% la ritiene in grado di parlare a tutti, il 77% dichiara di avere fiducia nella Rai. Anche la radio ha buoni risultati“.

Si tratta, ha osservato il presidente, di “risultati sono lusinghieri e quanto stiamo facendo va nella giusta direzione”.

 

Per quanto riguarda il Contratto di servizio, per cui ieri s’è registrato un nuovo Appello di Donne e Media che ha chiesto al presidente della Vigilanza Roberto Fico di sensibilizzare la Rai affinché i 13 articoli (proposti da Donne e Media) trovino concreta applicazione (Leggi Articolo Key4biz), la Tarantola ha informato che la prima bozza è stata messa a punto in accordo con il Ministero, che ora “sta cercando di rivederla nell’ottica di una maggiore semplificazione”. Poi tornerà nuovamente a Viale Mazzini, dove sarà sottoposta al Cda per l’approvazione.

 

Nel suo intervento Gubitosi, per spiegare il pensionamento di 600 ‘colleghi’, ha indicato che “La Rai è stata a lungo azienda autoreferenziale” e adesso “abbiamo la necessità di assumere giovani“. L’età media in azienda, ha ribadito Tarantola, ‘è di 50 anni’.

Il vertice non vuole solo “tagliare“, come ha fatto, le spese per “artisti, autori e collaboratori” ma anche investire: per la digitalizzazione dell’informazione 160 milioni in due anni. Gubitosi ha, infatti, lamentato l’arretratezza nella quale si trovava la Rai sul piano di internet, anche se ad oggi la app della Rai risulta una delle più scaricate. E’ una Rai che lavora, che cambia mentalità… che diventa azienda e non pensa “a sistemare qualcuno”. Così anche l’informazione che oggi conta 12 testate andrà rivista in un’ottica aziendale.

 

Tarantola e Gubitosi hanno chiesto alla Vigilanza di contrastare l’evasione del canone pari al 26% delle famiglie per un mancato introito di 5-600 milioni “che potremmo investire nel prodotto e nelle tecnologie”.

 

Il Dg ha annunciato anche prossimi investimenti in nuove assunzioni di giovani con un concorso nazionale – il primo dal 1982 – “perché la Rai deve tornare a crescere“.

“In Rai  – ha spiegato – ci sono molte competenze importanti, ma non tutte le competenze. Fin dall’inizio la nostra attività ha valorizzato le migliori risorse interne. Ho una certa esperienza in fatto di selezione“.

“Sono stati eliminati – ha precisato Gubitosi – i consiglieri esterni, inserendo nei consigli solo personale interno. Nelle figure apicali della Rai ci sono 130 posizioni. Negli ultimi 11 mesi sono state effettuate 53 nomine, di cui 46 con personale interno e 7 con personale esterno. Gli unici criteri usati sono competenza, merito e indipendenza, in discontinuità con la recente tradizione. Di ogni persona arrivata dall’esterno posso garantire sulla sua competenza. Ora servono due persone all’internal auditing, vedremo prima all’interno e solo dopo eventualmente all’esterno”.

 

Gubitosi ha poi risposto a una domanda di Renato Brunetta sugli stipendi di alcuni dirigenti: “Otto dirigenti e sette giornalisti Rai guadagnano più del tetto” previsto per gli stipendi degli amministratori pubblici. Il dg ha aggiunto che i compensi più alti sono “quello di un mio predecessore che lavora in azienda, quello del sottoscritto e quello di collega in aspettativa e senatore della repubblica“. Brunetta ha replicato sostenendo che aprirà “un altro contenzioso” con il vertice Rai per il mancato rispetto della normativa da lui stesso varata. “Si tratta di contratti già in essere al momento del varo della normativa sui tetti e i nostri avvocati ci dicono che il tetto si applica solo ai nuovi contratti”, ha risposto Gubitosi. Una tesi rigettata da Brunetta, secondo il quale il tetto “si applica anche agli altri contratti”.