PA: dall’uso di standard aperti risparmi per 1,1 mld l’anno

di |

Un maggiore ricorso agli standard semplifica lo scambio di dati tra sistemi pubblici, consentendo ai cittadini di fornire i propri dati una sola volta a qualsiasi amministrazione pubblica e agevolando di conseguenza i servizi transfrontalieri di eGov.

Unione Europea


Database

L’utilizzo di standard aperti per favorire la concorrenza, promuovere l’innovazione e risparmiare, neanche poco: è questo il senso della nuova ‘guida pratica’ della Ue, volta a sviluppare una strategia globale nel settore ICT che potrebbe generare un risparmio di oltre 1,1 miliardi di euro l’anno nel settore pubblico.

La guida si rivolge ai responsabili della pianificazione e dell’acquisto di sistemi e servizi ICT negli enti pubblici, per aiutarli, con orientamenti pratici e di facile consultazione, a evitare la dipendenza da un unico fornitore di sistemi d’informazione e comunicazione e a contrastare il “lock-in” attraverso, ad esempio, il ricorso a gare d’appalto aperte che attirano un più alto numero di partecipanti con offerte migliori (raddoppiare il numero di partecipanti in genere diminuisce il valore dell’appalto del 9%).

La guida consente inoltre di valutare gli standard esistenti in modo corretto e trasparente, al fine di scegliere quelli più adatti a supportare la strategia ICT adottata.

Un approccio di questo tipo, spiega la Commissione, “dovrebbe compensare i costi iniziali più alti che la sostituzione dei sistemi comporta”.

 

Lavorare con gli standard quando si appaltano sistemi ICT, anziché specificare un singolo marchio, strumento, sistema o prodotto, permette di risparmiare il denaro dei contribuenti. Molte organizzazioni, tuttavia, non dispongono ancora delle competenze necessarie per individuare gli standard più adatti alle proprie esigenze informatiche o temono che i costi iniziali del cambiamento possano essere troppo elevati o causare la perdita di dati, e restano così ancorate ai propri sistemi o dipendenti da un unico fornitore.

 

Un maggiore ricorso agli standard semplifica inoltre lo scambio di dati tra sistemi pubblici, consentendo così ai cittadini di fornire i propri dati una sola volta a qualsiasi amministrazione pubblica e agevolando di conseguenza i servizi transfrontalieri di eGovernment di cui cittadini e imprese hanno bisogno per viaggiare, lavorare, studiare e svolgere attività commerciali sul territorio dell’UE.

Per assistere le autorità pubbliche nel processo di transizione, la Commissione europea organizzerà riunioni con le parti interessate. Le organizzazioni pubbliche potranno così imparare l’una dall’altra, adottare le migliori pratiche emergenti, esaminare insieme i problemi comuni e suggerire soluzioni comuni. (A.T.)