Privacy, Google ‘graziata’ nel Regno Unito: niente multa per le violazioni di Street View

di Alessandra Talarico |

Appurata una serie di ‘carenze procedurali e una grave mancanza di controlli da parte dell’amministrazione’. Addebiti non sufficienti a giustificare una sanzione pecuniaria.

Regno Unito


Google Street View

A differenza di quanto accaduto negli Stati Uniti e in Francia, il Garante privacy britannico (ICO – Information Commissioner’s Office) non ha trovato prove sufficienti a dimostrazione dell’accusa che il servizio Street View di Google abbia intenzionalmente collezionato dati degli utenti.

Quello che è stato appurato, più che altro, è stata una serie di “carenze procedurali e una grave mancanza di controlli da parte dell’amministrazione”. Addebiti non sufficienti a giustificare una sanzione pecuniaria al gruppo di Mountain View.

A conclusione dell’indagine, ICO ha imposto a Google di cancellare i dati entro 35 giorni, cosa che l’azienda starebbe già facendo.

Secondo il Garante, “Il debutto di Street View dovrebbe essere considerato l’esempio di quello che può andare storto se le aziende non comprendono l’impatto dei loro servizi sulle informazioni personali degli utenti”.

 

Nel 2010, Google ha ammesso che le auto usate dall’azienda americana per il servizio Street View non hanno solo fotografato le strade e le case ma anche avuto accesso alle reti Wi-Fi, registrando ‘involontariamente’ oltre 600 gigabytes di dati personali delle connessioni wireless non protette, come eMail, password, foto, chat…

La società si scusò ufficialmente dell’accaduto: in una nota sul blog ufficiale della compagnia, Alan Eustace, vicepresidente di Google Engineering & Research, affermò che si era trattato solo di frammenti di dati, che Google non avrebbe mai utilizzato.

Per queste ‘colpe’ seppure involontarie, il Garante privacy tedesco ha inflitto alla società una multa di 145 mila euro, mentre a marzo negli Usa l’accordo con 38 Stati è costato a Google 7 milioni di dollari.

Secondo la Federal Communications Commission americana, tra l’altro, l’attività di raccolta dei dati personali degli utenti effettuata dalle Google Car non sarebbe stata affatto dovuta a un errore di programmazione: l’azienda sapeva quello che stava succedendo, visto che un ingegnere della società aveva ampiamente informato i suoi colleghi di queste procedure di raccolta.

 

Nel marzo 2011, anche il Garante d’oltralpe aveva comminato al gruppo americano una multa da 100 mila euro.

 

Nel frattempo, le autorità garanti di diversi Paesi europei stanno premendo su Google per via del mancato rispetto delle normative nazionali sulla privacy: la Francia ha concesso tre mesi di tempo per conformarsi, ma anche le altre Authority, compresa quella italiana, sono sul piede di guerra… (Leggi articolo Key4biz)