#DA13: Neelie Kroes spinge su ‘passaporto’ per le telco, net neutrality e abolizione del roaming

di Alessandra Talarico |

Mancano 486 giorni alla fine del suo mandato e su Twitter la Kroes ha affermato di ‘volerli usare tutti’ per rimediare ai gap che impediscono all’Europa di cogliere a pieno i vantaggi dell’economia digitale.

Unione Europea


Neelie Kroes

Si è aperta ieri a Dublino la Digital Agenda Assembly (#DA13), un’importante occasione di confronto sui temi che ruotano intorno all’economia digitale che ha chiamato a raccolta responsabili politici, industria, organizzazioni di ricerca, ONG, PMI, autorità di regolamentazione, rappresentanti degli Stati membri.

Aprendo la sessione plenaria incentrata sul tema ‘Driving European growth digitally’, il Commissario Ue Neelie Kroes è tornato sul tema del mercato unico, ribadendo l’importanza delle reti a banda larga per la crescita economica, la competitività e il benessere dei cittadini.

Dopo aver fatto una carrellata sui progressi raggiunti dalla Ue in campo regolamentare e infrastrutturale, Kroes ha sottolineato la necessità di accelerare sulla realizzazione di uno spazio europeo senza confini anche per le società di telecomunicazioni, che al momento “…sono bloccate in mercati nazionali minuscoli, con confini e barriere ad ogni angolo”.

E quelli che tentano di espandersi oltre i confini nazionali, ha aggiunto, devono avere a che fare con un faticoso patchwork di sistemi diversi per le licenze, lo spettro e molto altro ancora.

Una situazione che per prima cosa non fa bene ai consumatori che, nonostante la presenza di centinai di operatori attivi in Europa, “possono scegliere solo fra 3 o 4”, fanno fatica a “comunicare attraverso le frontiere”, dispongono di pochi servizi oltre a quelli di base e a prezzi poco convenienti.

“Il cellulare nella vostra tasca – ha detto la Kroes – non dovrebbe essere l’ultimo ricordo residuo delle nostre frontiere interne, che dovevano scomparire molto tempo fa”.

 

La situazione in cui operano gli operatori europei per via di queste barriere è cosa nota: mentre in Cina e negli Usa 3-4 operatori possono offrire i loro servizi a centinaia di milioni di clienti sotto un set comune di regole, in Europa gli operatori devono sottostare a norme diverse per ciascun paese in cui vogliono operare.

“Non ci meravigliamo se le telco straniere hanno superato quelle europee, se i cittadini europei hanno connessioni più lente, se gli operatori europei stanno perdendo in ogni angolo dell’ecosistema e se tutti i principali player del settore – dalle web company ai produttori di dispositivi – non sono europei”, ha denunciato la Kroes, che nel ricordare come manchino 486 giorni alla fine del suo mandato, su Twitter ha affermato di ‘volerli usare tutti’ – per colmare, immaginiamo, i gap che impediscono all’Europa di cogliere a pieno i vantaggi dell’economia digitale.

 

Per prima cosa, ha detto, “abbiamo bisogno si salvaguardare la net neutrality” per fare in modo che i cittadini possano godere di un internet pieno e aperto e che le startup e gli innovatori non vengano ostacolati da comportamenti “iniqui, opachi e anti-competitivi”.

“Tutelerò la net neutrality in Europa, per ogni cittadino su ogni dispositivo e ogni rete”, ha promesso.

Ma un vero mercato unico va oltre questo aspetto, è fatto di reti che funzionano bene per tutta Europa: “troverò ogni barriera al mercato unico e la butterò giù, una per una”, ha detto ancora, ribadendo l’intenzione di dare un ‘passaporto’ agli operatori per fare in modo che chi offre i propri servizi in un paese possa farlo anche in tutti gli altri.

E ancora, la Kroes intende “eliminare l’attuale groviglio di sistemi diversi”, fatto di direttive, regolamenti e rimedi incompatibili, così che ciascun consumatore possa avere gli stessi diritti, ovunque abiti e di qualunque paese sia l’operatore che gli offre i servizi.

E un mercato unico, ha aggiunto, vuol dire “niente roaming”: la Kreos vuole andare oltre le misure già intraprese per abbassare queste tariffe “noiose e inique”. Vuole “abolirle una volta per tutte”.

 

Ma – ha chiarito – “non vogliamo sottrarre sovranità a nessuno, né istituire un nuovo super regolatore. Non vogliamo togliere ai governi il diritto di vendere o mettere all’asta spettro o di fruire dei proventi di queste vendite. Qualcuno potrebbe rallegrarsi della centralizzazione o pensare di creare istituzioni fini a sé stesse. Ma non io, sono troppo pragmatica per queste cose”.

 

“Quello che stiamo facendo – ha concluso – è prendere misure concrete per rilanciare la nostra economia e per adattare il nostro mercato unico all’era digitale”.