Mercato unico digitale. Neelie Kroes: ‘L’Europa non può più aspettare. A settembre il nuovo pacchetto’

di Alessandra Talarico |

Luigi Gambardella (ETNO): Il pacchetto per il mercato unico per le tlc non sia una ‘riforma minore’ ma un progetto ambizioso, in grado di alleviare la pressione sull’economia e la società e portare crescita e occupazione.

Europa


Luigi Gambardella e Neelie Kroes

Solo il 2% delle famiglie europee ha sottoscritto un abbonamento a un servizio internet superiore ai 100 megabits e la velocità media delle connessioni mobili è la metà di quella degli Usa. Insieme, Usa, Giappone e Corea del Sud hanno l’88% delle connessioni 4G. In Europa ne abbiamo il 6%.

Sono questi i dati che il Commissario Ue Neelie Kroes ha snocciolato nel suo intervento all’audizione pubblica in corso a Bruxelles sul tema del mercato unico europeo per le tlc.

Dati che evidenziano le difficoltà dell’Europa a tenere il passo con i livelli di innovazione delle altre economie avanzate proprio in un momento in cui il mondo si trova sull’orlo della “stupefacente transizione” abilitata dalle tecnologie ICT – dalle auto connesse al cloud computing, dalle video conferenze alla stampa 3D, passando per i pagamenti mobili , le comunicazioni machine-to-machine e le smart city.

Tutte tecnologie – ha affermato – “che si basano su reti resilienti, veloci e pervasive” e che l’Europa non ha.

Non ha perchè “gli operatori non possono raggiungere economie di scala e devono superare ostacoli a ogni angolo. Non possono pensare europeo e competere globalmente. Non possono investire nella banda larga di cui abbiamo bisogno”. E così, i “nostri cittadini non possono usare servizi nuovi e innovativi e le aziende che operano in paesi diversi non hanno network compatibili, perchè organizzare servizi di comunicazione senza soluzioni di continuità è costoso e difficile e questo è una seria barriera alla crescita”.

 

Tutti questi problemi non possono essere risolti, ha spiegato la Kroes, senza un vero mercato unico digitale: “Dobbiamo scegliere a cosa dovrebbe assomigliare la nostra futura economia e la scelta riguarda anche cosa siamo disposti a cambiare per garantirla”.

Ma la cosa più importante è non perdere altro tempo, perchè il mondo corre veloce e bisogna agire in fretta per salvare l’Economia europea.

 

Al di là di iniziative ideologiche – quali l’inutile centralizzazione in nuove istituzioni (come il regolatore unico) – che farebbero perdere altro tempo prezioso, e “la nostra economia non può aspettare”, bisogna abbattere tutte la barriere “in modo pragmatico e rapido”.

 

Tra i problemi a cui dare risposta in maniera prioritaria, la Kroes identifica innanzitutto le difficoltà burocratiche che gli operatori incontrano quando tentano di espandersi in nuovi mercati: autorizzazioni separate per sistemi differenti per ciascun paese in cui si vuole operare.

Per questo, dotare le telco di un ‘passaporto’ permetterebbe loro di operare in tutti gli Stati membri senza burocrazia extra, così come avviene in altri settori, come quello bancario o televisivo, che già godono dei vantaggi del mercato unico.

Ma, aggiunge, per viaggiare oltre confine non serve solo il passaporto ma anche la strada e lo stesso vale per le telecom: “c’è bisogno di una rete e noi semplificheremo la gestione delle reti oltre confine, con migliori interconnessioni e nuovi prodotti di accesso”, ha detto la Kroes.

 

Bisogna poi dare una spinta anche al mercato wireless: al momento, “la mappa dello spettro in Europa manca di coordinamento. Sembra un piatto di spaghetti, solo che almeno gli spaghetti sono ricchi di fibra!”.

Ed è per via di tale situazione che quando i principali produttori pianificano i loro gadget “ignorano largamente l’Europa”.

Il fatto poi che ogni Paese gestisca l’asta in momenti e con condizioni differenti rende arduo per gli operatori pianificare la partecipazione alla vendita di spettro nei diversi mercati.

 

E ancora, oltre al passaporto e alle strade, per viaggiare sicuri oltre confine servono “regole coerenti e qualità del servizio costante”, senza che gli operatori debbano sbattere la testa contro regole, regolatori e rimedi diversi per ogni paese. E con un set di norme coerenti, anche riguardo la net neutrality, anche i cittadini godrebbero di maggiore protezione e più scelta.

 

Nel ricordare, quindi, che l’abbattimento totale delle tariffe di roaming resta uno degli obiettivi sul tavolo, la Kroes ha ricordato che il pacchetto che verrà presentato a settembre sarà a vantaggio di tutti, imprese e cittadini.

Perchè, ha aggiunto, se i cittadini hanno servizi di qualità superiore e un trattamento più equo, useranno di più quei servizi, come avviene negli Usa.

E questo è il punto: “Non dobbiamo litigare per le briciole, ma fare una torta più grande. Ed è esattamente quello che faremo: con meno barriere, migliori servizi e prezzi più equi”.

 

In chiusura del suo intervento, ricordando che le telco europee continuano a registrare un declino dei profitti mentre nel resto del mondo il trend è contrario, la Kreos ha sottolineato che il nuovo pacchetto, pur incentrato sulle tlc, va ben al di là di questo settore, per comprendere tutti quelli che dipendono dalle infrastrutture ICT – dai trasporti alla televisione.

“La banda larga – ha concluso – è la spina dorsale dell’economia di domani. Un’infrastruttura essenziale su cui tutti faremo affidamento. Sono determinata ad assicurare quell’investimento. Determinata a costruire un continente connesso e competitivo e come me sono determinati a farlo anche la Commissione, il Parlamento e il Consiglio che concordano su questo principio, che è qualcosa di cui l’Europa ha bisogno”.

 

Da parte dell’industria, il presidente del board ETNO, Luigi Gambardella ha ricordato l’attuale stato di crisi del settore, anch’egli con numeri che parlano chiaro: la crescita delle telco europee è da 7 a 9 volte inferiore a quella registrata negli Usa e in Asia e il valore delle compagnie telefoniche europee è diminuito del 28% tra il 2006 e il 2012.

Se non si invertirà al più presto questa tendenza, effettuare gli investimenti richiesti dalla Digital Agenda europea, secondo Gambardella, sarà impossibile e a rischio sarà l’intera economia digitale.

Il pacchetto per il mercato unico europeo per le tlc, che la Commissione presenterà a settembre, quindi, non deve essere una ‘riforma minore’ ma un progetto ambizioso, in grado di alleviare la pressione sull’economia e la società e portare crescita e occupazione.

 

ETNO è tra i primi sostenitori di un mercato unico europeo per le comunicazioni elettroniche: un progetto fondamentale non solo per invertire l’attuale tendenza di contrazione dei ricavi che indebolisce le telco da tre anni a questa parte, ma anche per riportare l’Europa sulla strada della crescita e della competitività e per creare nuovi posti di lavoro.

“E’ questa la priorità ora e tutte le proposte politiche dovrebbero essere pensate per questo obiettivo cruciale”, ha affermato Gambardella.

In altre regioni, il mercato sta crescendo e gli investimenti sono in aumento grazie all’esistenza di quadri normativi favorevoli agli investimenti e a strutture di mercato più efficienti”, ha aggiunto Gambardella, sottolineando la necessità che anche l’Europa segua questa strada.

Serve, secondo il presidente del board dell’associazione degli operatori europei, “una revisione dell’attuale framework per fornire agli operatori i giusti incentivi per investire nelle infrastrutture a banda larga di nuova generazione ma anche la garanzia di condizioni uguali per tutti per far sì che l’industria europea possa competere con i nuovi player globali”.

 

Ma il raggiungimento di questi obiettivi richiede un’azione di riforma “chiara, ambiziosa e concreta”, una serie di “misure concrete che possano avere un impatto significativo sulla crescita del settore, specialmente nel breve periodo”.

 Alcune delle misure previste, come quella sulla ripartizione dello spettro radio, “potranno generare vantaggi sul lungo periodo ma non certamente dare l’urgente e potente spinta di cui l’industria ha disperato bisogno. Altri elementi quali i ‘prodotti di accesso pan-europei’ si aggiungeranno semplicemente al fardello normativo, se non saranno accompagnati dall’alleggerimento dell’attuale regolamentazione”, ha aggiunto.

 

“Francamente parlando, siamo ancora in attesa della riforma radicale che ci aspettiamo e che dovrebbe portare a un quadro normativo più sostenibile per la concorrenza, migliorando il benessere dei cittadini attraverso gli investimenti e l’innovazione”, ha concluso Gambardella.