Francesco Caio accetta l’incarico di Letta: sarà il Mister Agenda digitale

di Raffaella Natale |

Con un tweet, Letta annuncia l’incarico a Francesco Caio che replica: ‘Sono onorato della fiducia accordatami’.

Italia


Francesco Caio

E’ vero che ormai viviamo nell’era digitale e la maggior parte delle persone sono always on, specie sui social network, ma non ci saremmo di certo aspettati che il premier Enrico Letta affidasse a un tweet l’annuncio d’aver dato incarico a Francesco Caio di guidare la realizzazione dell’Agenda digitale.

“Ho chiesto a Francesco #Caio di essere a #PalazzoChigi Mister #Agendadigitale del governo. Missione alla quale voglio dare massimo impulso“, ha scritto stamani Letta su Twitter.

 

Caio ha subito replicato: “Sono onorato della fiducia accordatami dal presidente del Consiglio Letta nell’affidarmi questo incarico che, d’accordo con il Cda di Avio, considero un’occasione di volontariato civile cui dedicare nei prossimi mesi una parte del mio tempo a titolo gratuito. I temi dell’innovazione e dell’Agenda Digitale stanno molto a cuore al Presidente per il loro potenziale di crescita, inclusione sociale e occupazione, non solo giovanile, e per l’impatto sul miglioramento della qualita’ della vita delle persone”. 

Spero – ha aggiuntoCaio in una nota – di poter dare a lui e alla sua squadra un contributo nell’azione di coordinamento, incoraggiamento e valorizzazione delle molte persone e Istituzioni che stanno gia’ lavorando all’innovazione digitale in Italia”.
 

La notizia era attesa e subito s’è scatenato il confronto in rete. Antonio Palmieri del Pdl, ha twittato: “Come si concilia ruolo #Caio con Agenzia Italia Digitale?”.

Domanda che si sono posti in tanti. Effettivamente l’Agenzia per l’Italia digitale, guidata da Agostino Ragosa, ha un ruolo chiave nell’attuazione degli obiettivi fissati dal piano italiano di digitalizzazione.

 

La decisione di Letta arriva all’indomani della presentazione del Rapporto della Commissione Ue sullo stato di avanzamento dell’Agenda digitale nella Ue (Leggi Articolo Key4biz) che evidenzia dati fortemente negativi per l’Italia sia nello sviluppo delle reti NGN che nell’eCommerce, con maglia nera nei servizi di eGovernment (Leggi Articolo Key4biz).

Bruxelles ha sottolineato che l’Italia dovrebbe favorire gli investimenti in infrastrutture, al fine di aumentare la disponibilità di banda ultralarga.

Il Commissario Ue per la Digital Agenda, Neelie Kroes, ha chiesto al governo di accelerare per mantenere i target fissati dal Piano Horizon 2020.

 

Troppi rallentamenti e intoppi. Mancano ancora diversi decreti attuativi riguardanti il Decreto Crescita 2.0 e il nostro Paese continua ad accumulare ritardi.

 

Il Ministro per lo Sviluppo economico, a più riprese aveva ribadito l’importanza che l’Agenda digitale facesse riferimento ad un unico soggetto, ad un unico Ministero, “perché – aveva spiegato – in una situazione in cui esistono le competenze incrociate è inevitabile che si sovrappongano competenze e una serie di procedure, con il rischio anche di grossi ritardi” (Leggi Articolo Key4biz).

Argomento sul quale Zanonato era tornato anche in audizione alle commissioni Attività produttive e Industria di Camera e Senato, per dire che “è fondamentale accelerare l’attuazione dell’Agenda digitale sotto un unico e autorevole punto di riferimento“, aggiungendo: “Come MiSE vorremmo far parte di questa partita, svolgendo una parte significativa di questo lavoro” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Confindustria, per voce del presidente Giorgio Squinzi, non ha mai smesso di dire al governo che per la ripresa economica dell’Italia serve anche il digitale e la messa in moto degli enti che dovranno gestire il processo di digitalizzazione (Leggi Articolo Key4biz).

 

Adesso passa tutto nelle mani di Francesco Caio. In questo modo si tenterebbe di risolvere il problema della sovrapposizione dei ruoli, perché sul pacchetto digitale sono ben quattro i ministeri coinvolti: Economia, Pubblica amministrazione, Sviluppo e Istruzione.

 

L’ingegnere informatico napoletano, 56 anni, ha lavorato per McKinsey, è stato ai vertici della Olivetti, di Telecom Italia, Omnitel Italia, Merloni Elettrodomestici, Netscalibur, Cable&Wireless e dal marzo 2011 amministratore del gruppo torinese Avio, dopo la parentesi nell’advisory board di Lehman Brothers (ora Nomura).

 

Tutti ricorderanno che nel 2008 ebbe, dall’allora Ministro per le Comunicazioni Paolo Romani, l’incarico di guidare la task force che avrebbe prodotto uno studio sulle reti di nuova generazione (Leggi Articolo Key4biz). Il super-consulente aveva già effettuato la stessa analisi anche sul mercato britannico, sempre su mandato del governo. Quel Rapporto in Italia fu lasciato nel fondo di un cassetto, ma le sue indicazioni si sono poi rivelate preziose, specie per quanto riguarda lo scorporo della rete.