Open data: via libera dal Parlamento Ue a nuove regole sul riuso dei dati pubblici

di Alessandra Talarico |

La nuova normativa dovrebbe avere pieno effetto in tutti i paesi Ue entro il 2015. Ma non c’è ragione, per Neelie Kroes, perchè le autorità non comincino ad anticipare per adattarsi già da oggi a una cultura più aperta.

Unione Europea


Open Data

Il Parlamento europeo ha approvato oggi nuove regole sugli ‘Open Data’ che permetteranno di usare i dati delle amministrazioni pubbliche per qualsiasi scopo, commerciale o non commerciale, ad esempio, per creare nuove applicazioni per gli smartphone, quali mappe, informazioni in tempo reale sul traffico, condizioni meteo, strumenti di comparazione dei prezzi e così via.

Con queste misure, che dovrebbero dare un contributo all’economia europea quantificabile in 40 miliardi di euro all’anno, la Ue intende innanzitutto generalizzare la norma secondo cui tutti i documenti messi a disposizione dal settore pubblico possono essere riutilizzati per qualsiasi scopo, se non sono tutelati dal diritto d’autore; stabilire il principio che gli enti pubblici non possono addebitare costi superiori a quelli necessari per soddisfare una singola richiesta di dati; rendere obbligatoria la diffusione dei dati in formati a lettura ottica di uso comune, per garantirne un effettivo riutilizzo; introdurre una supervisione regolamentare per garantire il rispetto di questi principi; ampliare in modo deciso il campo di applicazione della direttiva per includervi, per la prima volta, biblioteche, musei e archivi.

 

“La nuova normativa – ha commentato il commissario responsabile per l’agenda digitale Neelie Kroes – dovrebbe avere pieno effetto in tutti i paesi Ue entro il 2015. Ma non c’è ragione perchè le autorità non comincino ad anticipare per adattarsi già da oggi a una cultura più aperta. Nel frattempo svilupperemo ulteriori indicazioni su come dovranno funzionare in pratica cose come le licenze e i costi”.

 

“Tutto sommato è un buon giorno per la trasparenza pubblica, per gli innovatori del web e per la nostra economia”, ha aggiunto.

 

I dati, ha più volte ribadito la Kroes, possono essere considerati come “il petrolio dell’era digitale”:  renderli pubblici “non è solo un bene per la trasparenza, ma stimola anche la creazione grandi contenuti web e fornisce il carburante per la futura economia”.