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Editoria, Legnini: accordi anche in Italia con i motori di ricerca o Fondo per finanziare l’innovazione

Italia


Il governo punta a favorire intese tra gli editori e i motori di ricerca, come Google o Yahoo!, sulla scia di quanto avvenuto in altri paesi come Francia o Belgio (Leggi Articolo Key4biz). Lo ha ribadito il sottosegretario all’Editoria, Giovanni Legnini, in audizione alla Commissione Cultura della Camera (Leggi Articolo Key4biz). Tra le linee guida della sua attività quella di “iniziative volte a favorire un’intesa tra editori e motori di ricerca, ovvero in mancanza, un intervento normativo che preveda la costituzione di un fondo per finanziare i progetti di innovazione dell’editoria italiana, alimentato principalmente dalla contribuzione dei motori di ricerca“.

 

Le risorse per l’editoria sono destinate a ridursi nel 2014 a 55 milioni di euro, ha spiegato, aggiungendo: “Nel nostro paese all’attuale regime di contribuzione diretta, che interessa, nel suo complesso, un numero comunque circoscritto di testate, sono destinate risorse finanziarie pubbliche pari a circa 95,7 milioni di euro, cifra stanziata nel bilancio di previsione della Presidenza del Consiglio dei ministri per il solo anno 2013″. “Tale importo è frutto dell’integrazione di 45 milioni di euro disposta dall’ultima legge di stabilità per il solo anno 2013. Pertanto – ha osservato Legnini – già nell’anno 2014 la dotazione è destinata a ridursi a circa 55 milioni di euro annui, stando alle previsioni del bilancio pluriennale dello Stato a legislazione vigente”.

 

Per Legnini, “si impone oggi innanzitutto un intervento che garantisca al sistema dell’editoria una quota di risorse pubbliche stabile e certa, ancorché necessariamente ridimensionata rispetto al passato“. “Quanto al merito delle specifiche azioni di sostegno da intraprendere – ha detto – occorre evidenziare che la crisi economica ha aggravato la condizione di un settore già segnato da storici limiti strutturali, amplificando pregressi fattori di criticità che, in compenso, possono essere oggi meglio riconosciuti ed aggrediti”. Tra questi la struttura e la dimensione “ancora inadeguate del mercato pubblicitario“, insieme “alle perduranti carenze e inefficienze del sistema distributivo, all’elevato costo del lavoro, alla mancanza di efficaci politiche di sostegno alla domanda”. “Si tratta – ha aggiunto – in definitiva, di una situazione difficile, ma, come accade in ogni grande passaggio di fase, anche ricca di opportunità”.

 

I grandi giornali d’informazione, ha ricordato Legnini, “non sono più destinatari di alcun contributo diretto e le preesistenti agevolazioni tariffarie postali, in parte finanziate dallo Stato, sono state per legge sospese dal 30 marzo 2010 e fino a tutto il 31 dicembre 2013“. “A tale riguardo, ritengo che l’accordo attualmente vigente tra Poste italiane e le associazioni degli editori costituisca uno strumento valido anche in una prospettiva futura. Occorre, inoltre, dissolvere l’opinione – ha sottolineato – tanto infondata quanto resistente ad ogni evidenza, in base alla quale il sostegno pubblico al sistema dei media sia una prerogativa italiana”. Francia, Spagna, Germania, Finlandia, Belgio, Svezia e Regno Unito offrono “in vario modo un sostegno al sistema dei media per motivi economici e sociali, nella convinzione che l’andamento del mercato, in questo settore, non può considerarsi sufficiente a garantire, da solo, un adeguato livello di pluralismo e di indipendenza agli organi di informazione“, ha indicato il Sottosegretario. In un report dell’Università di Oxfrod emerge che “l’Italia si colloca, rispetto al contesto dei sei Stati esaminati comparativamente, nelle retrovie con una spesa pubblica per cittadino di 43 euro annui a fronte, ad esempio, dei 103 della Finlandia”.

 

La persistenza della congiuntura economica avversa, da un lato, e la rapida trasformazione del mercato dei media, dall’altro, per Legnini stanno esponendo l’intero sistema editoriale italiano “a una crisi profonda, con conseguenze che non potranno che essere sistemiche“. Il Sottosegretario ha ricordato riportando i dati Fieg (Leggi Articolo Key4biz), come per i quotidiani si è avuto “un decremento di copie vendute pari al 22% nell’ultimo quinquennio”.

 

Al generale peggioramento dei risultati di bilancio delle imprese editrici, ha precisato “si è accompagnata una caduta degli investimenti pubblicitari (-26,1% per i quotidiani e -22,3% per i periodici nel primo trimestre 2013). Con un riflesso in termini di ricavi delle imprese che si esprime in una contrazione del 9% per i quotidiani e del 9,5% per i periodici“. Resta tuttavia alta “la domanda di informazione, attestata dal crescente interesse per le edizioni online dei giornali”.

 

“A testimoniare questo interesse – ha precisato Legnini – è la crescita del volume di vendite dell’editoria online, che incide in misura ancora oggettivamente ridotta sui ricavi delle imprese editoriali. I ricavi, infatti, sono ancora prevalentemente alimentati dalle vendite della carta stampata. I più recenti dati disponibili ci dicono però di un consistente incremento degli utenti dei siti dei quotidiani on line anche se percentualmente inferiore alla crescita degli utenti di servizi sul web”.

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