#Prism: anche la Commissione Ue ‘chiede chiarimenti’. Cresce la pressione sugli Usa da parte dell’Europa

di Alessandra Talarico |

‘Programmi come Prism mettono in pericolo il diritto fondamentale alla protezione dei dati e la riservatezza delle informazioni personali dei cittadini europei’, ha dichiarato il Commissario Tonio Borg al Parlamento europeo.

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Mentre un sondaggio di Pew Research Center mostra come anche l’opinione pubblica americana si sia spaccata di fronte al caso Prism – il 56% ritiene che il programma sia ‘accettabile’ per combattere il terrorismo e il 41% lo trova invece ‘inaccettabile’ – le autorità europee continuano a pressare l’amministrazione Obama per avere chiarimenti sulla portata del controllo esercitato sulle comunicazioni online dei cittadini del Vecchio Continente.

Il cancelliere tedesco Angela Merkel incontrerà Obama la prossima settimana e sicuramente, ha affermato il suo portavoce, chiederà lumi sulla questione (Leggi articolo Key4biz). In Italia, il Garante Privacy Antonello Soro ne discuterà al Parlamento stamattina nella sua audizione per la presentazione della Relazione annuale delle attività svolte: Soro, commentando ‘a caldo’ lo scandalo Prism si è detto ‘estremamente  preoccupato’ per le conseguenze di questo monitoraggio indiscriminato sulla privacy dei cittadini europei ed italiani: al Guardian, che per primo ha svelato l’esistenza del programma di sorveglianza – Soro ha dichiarato che “una raccolta dati di tale dimensione, così indiscriminata e generalizzata ed effettuata a prescindere da prove di reato, non sarebbe legale in Italia e, se accadesse, rappresenterebbe una violazione molto seria dei principi della nostra legislazione”.

 

Il presidente di Alleanza per Internet, Franco Pizzetti, ha scritto invece alle istituzioni per chiedere di voler fare quanto in loro potere per accertare cosa sia effettivamente accaduto nell’ambito del programma  PRISM (leggi articolo Key4biz) e lo stesso Guardian sottolinea la pressione esercitata da questa iniziativa sul Governo italiano chiamato – insieme alle istituzioni europee – a chiedere chiarimenti al presidente Obama.

 

Non sarà un caso se, dopo un imbarazzato silenzio, si è ‘svegliata’ stamani anche la Commissione europea che si è detta “preoccupata” e afferma – per bocca del Commissario Tonio Borg – di voler chiedere “chiarimenti” .

“Programmi come Prism mettono in pericolo il diritto fondamentale alla protezione dei dati e la riservatezza delle informazioni personali dei cittadini europei”, ha dichiarato Borg al Parlamento europeo.

La Commissione ha quindi evidenziato le ‘divergenze giuridiche’ tra Ue e Usa e che nuovamente tornano alla ribalta grazie alle rivelazioni di Edward Snowden, ‘la talpa’ che, attualmente irreperibile, è alla ricerca di un governo che gli conceda asilo.

“Negli Usa il sistema giuridico prevede che i cittadini e i residenti negli Stati Uniti godano di garanzie costituzionali. All’interno dell’Unione Europea, tutti beneficiano di questa protezione dei dati. E’ un diritto fondamentale, quale che sia la nazionalità della persona”, spiega l’esecutivo europeo, che ha annunciato di voler chiedere chiarimenti a Washington per stabilire se l’accesso ai dati autorizzato dal programma Prism “…è limitato a singoli casi sulla base di sospetti fondati e specifici o se si tratta di un trasferimento in massa di dati”.

 

L’europarlamentare francese Françoise Castex si è detto ‘scioccato’ da questa azione di sorveglianza effettuata mentre in Europa è in corso un forte dibattito sulle violazioni della privacy ad opera delle web company americane.

“Non possiamo dire di essere sorpresi ma è comunque uno shock. Uno shock che siano andati fuori da ogni accordo, anche prima che un accordo fosse raggiunto”.

Castex teme che questi dati – oltre che per combattere il terrorismo – possano essere usati a fini commerciali.

I dati, come spesso ha sottolineato anche il Commissario Ue Neelie Kroes, sono il petrolio della digital economy e valgono un sacco.

 

Secondo Daniel Ellsberg, la ‘talpa’ che fornì alla stampa, 45 anni fa, i cosiddetti ‘Pentagon Paper’, quello dell’amministrazione Obama è stato un vero e proprio golpe contro la Costituzione Usa, visto che l’autorizzazione è arrivata da un tribunale segreto. Il fatto – spiega – che il Congresso abbia acconsentito all’operazione senza aprire alcun dibattito, “dimostra che nel Paese si è spezzato il sistema di controlli e contrappesi”.

Bene ha fatto, dunque, Snowden a denunciare un’attività di sorveglianza “incostituzionale e pericolosa” come quella messa in atto da Prism.

Al di là del fatto che chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere, una raccolta tanto ampia e indiscriminata non può infatti, lasciare indifferenti anche gli internauti più ingenui.

Anche chi non viola la legge può e deve aspettarsi che le proprie comunicazioni private restino tali.