Produzione industriale in calo del 4,6%, tengono pc ed elettronica. Giovannini: ‘Bisogna recuperare fiducia’

di Raffaella Natale |

Il Ministro del lavoro ha commentato che bisogna riguadagnare la fiducia, ‘spingendo le imprese a diventare più competitive’.

Italia


Enrico Giovannini

Ad aprile l’indice destagionalizzato della produzione industriale è diminuito dello 0,3% rispetto a marzo. Nella media del trimestre febbraio-aprile l’indice ISTAT ha registrato una flessione dell’1,0% rispetto al trimestre precedente.

Corretto per gli effetti di calendario, in aprile l’indice è diminuito in termini tendenziali del 4,6% (i giorni lavorativi sono stati 20 contro i 19 di aprile 2012). Nella media del periodo la produzione è scesa del 4,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

 

Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad aprile 2013, diminuzioni tendenziali in tutti i comparti. Calano in modo significativo i beni di consumo (-5,8%) e, in misura minore, i beni strumentali e i beni intermedi (-4,5% per entrambi). Segna un calo più contenuto l’energia (-2,3%).

 

Nel confronto tendenziale, ad aprile i settori in crescita sono quelli della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (+10,0%), della produzione di prodotti farmaceutici di base e preparati farmaceutici (+3,6%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+1,4%).

 

Il settore che, in termini tendenziali, registra in aprile la più ampia variazione negativa è quello dell’attività estrattiva (-14,8%).

 

Sul calo tendenziale della produzione industriale del 4,6%, il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, all’assemblea annuale dell’Assolombarda, ha commentato che si tratta di un dato che indica “quanto la crisi sia grave e quanto stia colpendo duro alcuni settori”.

“Anche se – ha proseguito Giovannini – per altri settori c’è qualche segnale più positivo, per quanto non sufficiente per invertire la situazione“. Giovannini ha aggiunto che si deve “recuperare il prima possibile la fiducia, spingere le imprese che operano per esempio sul piano internazionale a diventare più competitive“.

“E’ un segnale – ha detto ancora il ministro – a lavorare nella direzione in cui sta lavorando il governo”. Giovannini ha poi rilevato che molte imprese “stanno trattenendo gli investimenti perché vogliono avare un quadro più chiaro sul piano delle normative” e che ci sono “tante famiglie bloccate dall’incertezza“, che se venisse superata “potrebbero ricominciare ad aumentare i consumi”.

 

Giovannini ha parlato anche di lavoro, spiegando che l’obiettivo del governo è di mettere a punto il pacchetto di misure di stimolo all’occupazione, specie quella giovanile, “il prima possibile”.

“Stiamo predisponendo gli interventi che entro il mese di giugno avranno delle componenti normative e finanziarie per lo stimolo di nuova occupazione. L’obiettivo è fare il prima possibile”.

 

Giovannini ha precisato che “una sola misura non basta, bisogna avere un pacchetto di misure“. E il pacchetto di misure allo studio dell’esecutivo “va proprio nella direzione dell’impiego di giovani, di donne, di persone che sono uscite dal circuito produttivo“.

 

Sempre secondo i dati ISTAT, nel primo trimestre del 2013 il PIL, espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2005, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è diminuito dello 0,6% rispetto al trimestre precedente e del 2,4% nei confronti del primo trimestre del 2012.

 

La stima preliminare diffusa il 15 maggio 2013 scorso aveva rilevato una diminuzione congiunturale dello 0,5% e un calo tendenziale del 2,3%. La variazione acquisita del PIL per il 2013 è pari a -1,6%.

 

Con riferimento alla domanda interna, i consumi finali nazionali e gli investimenti fissi lordi sono diminuiti, rispettivamente, dello 0,3% e del 3,3%, mentre le esportazioni hanno subito un calo dell’1,9%. Le importazioni hanno registrato una flessione dell’1,6%.

 

La domanda nazionale al netto delle scorte ha sottratto 0,9 punti percentuali alla variazione del PIL, con contributi di -0,3 punti dei consumi delle famiglie e di -0,6 degli investimenti fissi lordi; l’apporto della spesa della Pubblica Amministrazione è stato nullo. Il contributo della domanda estera netta è stato negativo per 0,1 punti percentuali, mentre le scorte hanno fornito un apporto positivo di 0,3 punti percentuali.

 

Il valore aggiunto ha registrato variazioni congiunturali negative del 3,6% nelle costruzioni, dello 0,7% nell’industria in senso stretto e dello 0,4% nei servizi, mentre è aumentato del 4,7% nell’agricoltura. In termini tendenziali, è diminuito del 6,9% nelle costruzioni, del 3,2% nell’industria in senso stretto e dell’1,4% nei servizi e ha segnato un incremento dello 0,1% nell’agricoltura.