Disoccupazione giovanile: il 14 giugno a Roma vertice Italia, Francia, Germania e Spagna

di Raffaella Natale |

Cosa intendono fare i principali paesi dell’Eurozona contro la disoccupazione giovanile? Quali misure prenderanno per sostenere l’economia digitale che potrebbe dar lavoro a milioni di giovani?

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Economia digitale

La disoccupazione, specie quella giovanile, sta affliggendo l’Italia e anche i principali Paesi Ue. Ad aprile, secondo i dati ISTAT, nel nostro Paese il tasso di disoccupazione è volato al 12%, massimo storico mai registrato: è il dato più alto dal primo trimestre del 1977, inizio delle serie storiche trimestrali, ossia da 36 anni. In Italia ci sono 3 milioni di persone senza lavoro (Leggi Articolo Key4biz). Disoccupazione a livelli record anche in Francia. Nei primi tre mesi dell’anno – comunica l’Insee – la disoccupazione è aumentata al 10,4%, il livello più alto dal 1998, con un rialzo di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente (10,1%). 

Il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi, lo ha detto chiaramente in occasione dell’Assemblea annuale: la mancanza del lavoro è “la madre di ogni male sociale” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Nel quadro degli impegni presi dal presidente del Consiglio, Enrico Letta, e del governo per la definizione di una politica europea in favore dell’occupazione, specialmente di quella giovanile, il prossimo 14 giugno si incontreranno a Roma i ministri dell’Economia e del Lavoro di Italia, Francia, Germania e Spagna.

 

Il vertice, spiega una nota del governo, sarà aperto da una colazione di lavoro con Enrico Letta. Tale appuntamento, il primo di questo tipo, sarà occasione per uno scambio di opinioni e per un coordinamento in vista dei prossimi impegni internazionali: il Consiglio europeo del 27-28 giugno, nella cui agenda alta priorità è stata attribuita proprio al tema della crisi occupazionale, l’evento di Berlino del 3 luglio e la riunione ministeriale del G20 a Mosca di metà luglio.

 

 Il confronto tra i ministri economici e del lavoro dei quattro principali paesi dell’Eurozona, proposto dal Ministro del Lavoro Enrico Giovannini nel corso degli incontri tenuti a Parigi la scorsa settimana, nasce dal riconoscimento che un rapido miglioramento del mercato del lavoro è condizione indispensabile per rilanciare la crescita dell’economia europea. Di conseguenza, anche in vista delle decisioni che assumerà il prossimo Consiglio europeo, i ministri discuteranno di come rafforzare il coordinamento tra politiche finanziarie e del lavoro, a livello nazionale e di Unione europea, per realizzare al meglio la lotta alla disoccupazione, soprattutto quella giovanile.

 

All’appuntamento di Roma con i ministri Enrico Giovannini e Fabrizio Saccomanni parteciperanno per la Francia il ministro del Lavoro e Occupazione Michel Sapin e il ministro delle Finanze Pierre Moscovici; per la Germania il ministro del Lavoro Von der Layen e il ministro delle Finanze Wolfgang Schäuble; per la Spagna il ministro dell’Economia e della Competitività Luis de Guindos Jurado e il ministro per l’Occupazione e la Sicurezza sociale Maria Fátima Bañez García.

 

In Italia non c’è lavoro, le imprese hanno difficoltà a sopravvivere e mancano anche le competenze specialistiche richieste dal mercato, specie quello digitale.

Entro il 2015, ha più volte ribadito l’amministratore delegato di Microsoft Italia Carlo Purassanta, il 90% delle professioni richiederà competenze tecnologiche (Leggi Articolo Key4biz).

 

Nel suo discorso programmatico, Letta ha annunciato aiuti alle imprese ad assumere giovani a tempo indeterminato, con defiscalizzazioni o con sostegni ai lavoratori con bassi salari, condizionati all’occupazione, in una politica generale di riduzione del costo del lavoro e del peso fiscale, percorrendo la strada europea tracciata dal programma Youth guarantee, per garantire effettivi sbocchi occupazionali (Leggi Articolo Key4biz).

 

Come? Intanto investendo nell’istruzione, per ridurre il ritardo rispetto all’Europa nelle percentuali di laureati e nella dispersione scolastica, e in ricerca e sviluppo.

“Per questo – ha spiegato Letta – intendiamo lanciare un grande piano pluriennale per l’innovazione e la ricerca, finanziato tramite project bonds. La ricerca italiana può e deve rinascere nei nuovi settori di sviluppo, come ad esempio l’agenda digitale, lo sviluppo verde, le nanotecnologie, l’aerospaziale, il biomedicale”.

 

Lavoro, giovani e nuove tecnologie, anche il Ministro allo Sviluppo economico, Flavio Zanonato, è tornato più volte su questo argomento, sostenendo che, nella logica del rilancio strutturale della crescita, assume un ruolo altrettanto fondamentale il sostegno alla ricerca e all’innovazione industriale, “chiave strategica per recuperare competitività, creare nuovo lavoro ad alta qualificazione e attivare un circuito virtuoso tra sistema universitario e imprese“. Dopo le parole, adesso aspettiamo di vedere i provvedimenti pratici.