Più protezione dei dati, più sicurezza. Il Garante europeo: ‘Norme equilibrate per le attività di raccolta di Europol’

di Alessandra Talarico |

L’agenzia Ue per la cooperazione nelle attività di contrasto della criminalità dovrebbe raccogliere informazioni private ‘solo per inchieste specifiche’ e mantenere un livello di protezione elevato, dato il ruolo di contrasto sempre più importante.

Unione Europea


Data protection

Maggiori garanzie su un’effettiva ed efficace protezione dati personali quale premessa essenziale per un contrasto al crimine credibile. È questa l’opinione del Garante europeo della protezione dei dati (GEPD) in merito alla proposta di riforma del quadro normativo dell’Ufficio europeo di polizia (Europol), l’agenzia Ue responsabile della cooperazione nelle attività di contrasto a livello dell’Unione.

Il Garante europeo Peter Hustinx, si legge in una nota della Commissione, “sostiene pienamente la necessità di adottare approcci innovativi e flessibili” ma insiste anche sulla necessità di solide garanzie perchè “la validità di un’inchiesta si basa anche sulla qualità e l’integrità dei dati raccolti”.

Il rispetto dei principi di protezione dei dati può quindi aiutare a rafforzare l’affidabilità delle prove raccolte.

 

Secondo Hustinx, “un quadro di protezione dei dati solido è importante non solo per i sospettati o per chi è coinvolto in un’inchiesta ma contribuisce anche alla riuscita della cooperazione di polizia e giudiziaria”.

Dal momento che il lavoro di Europol si basa proprio sulla cooperazione tra le forze di polizia di paesi diversi, è quindi essenziale dare la massima priorità alla protezione dei dati: ciò significa, in pratica, che Europol dovrebbe raccogliere “informazioni private solo per inchieste specifiche e mantenere un livello di protezione elevato, visto il ruolo sempre più importante dell’agenzia nel contrasto ai crimini più gravi”, ha sottolineato ancora Hustinx.  

 

L’attività principale di Europol consiste nella raccolta, l’analisi e la diffusione di dati personali.

Tenuto conto della natura sempre più transfrontaliera delle operazioni di prevenzione e contrasto della criminalità organizzata e del terrorismo, il trasferimento di informazioni verso paesi terzi e organizzazioni internazionali dovrebbe essere sottoposto a regole chiare ed equilibrate, che garantiscano un livello di protezione elevato almeno quanto le regole attuali.

 

Nella proposta di riforma si prevede altresì che il Garante europeo vigili sul rispetto, da parte di Europol, delle regole sulla protezione dei dati. Il GEPD accoglie favorevolmente questa mansione ma nello stesso tempo – conclude – “è essenziale che la supervisione di Europol sia condotta in stretta collaborazione con i garanti privacy nazionali”.