Apple nel mirino di Bruxelles per presunte pratiche anticoncorrenziali

di Alessandra Talarico |

La Commissione ha inviato un questionario alle telco per appurare se i termini di distribuzione inclusi nei contratti tendano a a escludere i produttori concorrenti dal mercato smartphone.

Unione Europea


Apple

Prosegue l’indagine della Commissione europea sulle presunte clausole anticoncorrenziali contenute nei contratti tra Apple e gli operatori telefonici concessionari della vendita dell’iPhone. Clausole che, secondo quanto denunciato da alcuni operatori, tenderebbero a escludere i produttori concorrenti dal mercato smartphone.

Nell’ambito dell’inchiesta, ancora nelle sue fasi preliminari, la Commissione ha inviato un questionario di nove pagine a diversi operatori mobili europei, incentrato sui termini di distribuzione inclusi nei contratti. Bruxelles vuole appurare se Apple abbia obbligato le telco ad acquistare un numero minimo di iPhone, se abbia imposto restrizioni all’uso dei budget destinati al marketing o se abbia inserito nei contratti delle clausole volte ad assicurare che le sovvenzioni per l’acquisto degli iPhone fossero sempre più vantaggiose rispetto a quelle offerte per altri smartphone.

 

“Prima di lanciare un’indagine formale di abuso, la Commissione Europea deve avere fiducia nel fatto che Apple sia dominante sul mercato europeo, il che potrebbe rivelarsi difficile, data la popolarità del Samsung Galaxy” afferma il Financial Times, che cita alcune fonti vicine a Bruxelles.

Secondo quanto riferito dal quotidiano britannico, i dirigenti di diverse compagnie telefoniche europee avrebbero esposto alla Commissione la loro preoccupazione sul rigido controllo preteso dal gruppo di Cupertino sulle vendite e le strategie di marketing, principalmente in concomitanza col lancio di nuovi prodotti.

 

Anche se il mercato smartphone è molto concorrenziale, l’invio del questionario conferma l’attenzione di Bruxelles verso le strategie di distribuzione che potrebbero rivelarsi anti-competitive.

 

Generalmente, infatti, Apple include nel contratto una quota minima di vendita da parte degli operatori: se questo target non è accettato, niente iPhone, se non è raggiunto, scattano penali.

Un rischio che costringe gli operatori a devolvere gran parte del loro budget pubblicitario al dispositivo Apple, lasciando le briciole agli altri.

 

“La Commissione è in possesso di informazioni che indicano che Apple e gli operatori mobili hanno concluso accordi di distribuzione in grado di escludere altri produttori dai mercati”, si legge nel questionario.

“Ci sono anche indicazioni riguardo la disattivazione di alcune funzioni tecniche su alcuni prodotti Apple in alcuni mercati Ue-EEA. Se queste fossero confermate, costituirebbero una violazione delle leggi antitrust”, prosegue la Commissione.

 

Le vendite legate ai contratti con gli operatori hanno generato oltre la metà dei 55 miliardi di fatturato registrato da Apple nell’ultimo trimestre dello scorso anno.Nel 2011, le compagnie telefoniche europee hanno raddoppiato la spesa per l’acquisto in ‘stock’ dei dispositivi a 13 miliardi di euro, il che vuol dire che la spesa per sovvenzionare l’acquisto degli smartphone è stata addirittura superiore a quella affrontata per l’aggiornamento delle reti. A livello globale, secondo i dati di Bernstein Research, la spesa per i sussidi all’acquisto è crescita del 40% dal 2009 al 2011, per raggiungere 48,5 miliardi di dollari (Leggi articolo Key4biz).

 

Gli operatori hanno tempo fino al 17 luglio per rispondere al questionario.