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#Confindustria, Squinzi a Letta: ‘Fate ripartire l’Agenzia digitale, è vitale per l’Italia’

Italia


“L’Agenzia per l’Italia Digitale è una strada da seguire con forza e decisione, è già formalizzata e condivisa, ma ancora ferma al palo, tra fusioni organizzative, decreti scritti in modo approssimativo, mancato sblocco di risorse. Il Governo la faccia partire e la renda operativa presto: è una scelta vitale per tutto il Paese”.

All’assemblea di Confindustria oggi a Roma il presidente Giorgio Squinzi cita anche le difficoltà dell’Agenzia affidata ad Agostino Ragosa, per sottolineare che per la ripresa economica dell’Italia serve anche il digitale e la messa in moto degli enti che dovranno gestire il processo di digitalizzazione.

 

Nell’intervento di Squinzi il desolante quadro economico dell’Italia e la richiesta al governo di urgenti provvedimenti.

 

“Il compito è difficile, la missione è difficile, lo sento sulle mie spalle. Sento tante aspettative, forse troppe: non so se ce la faremo, ma ce la metteremo tutta“. Nelle parole del premier Enrico Letta, intervenuto stamani all’Assemblea, la consapevolezza della drammaticità che sta vivendo il Paese, ulteriormente evidenziata ieri dal Rapporto annuale dell’ISTAT sulla situazione del Paese (Leggi Articolo Key4biz).

“Siamo dalla stessa parte“, ha detto Letta agli industriali, “la politica forse troppo tardi ha capito la lezione”.

Per troppi anni, ha evidenziato il premier raccogliendo l’appello del presidente Giorgio Squinzi, “si è trascurata l’industria manifatturiera, in Italia e in Europa, pensando di poterne fare a meno. I risultati sono stati negativi, ma ora l’industria è tornata in cima alle priorità del governo e dell’Europa”.

Forse – ha commentato Letta – è finito il girone di andata, durato più di un decennio, quando si è pensato in Italia e in Europa di poter crescere senza l’industria. Questo girone è finito con risultati non positivi, la Ue ha perso la sua leadership”.

“Avete dimostrato – ha detto il premier agli imprenditori – che si possono raggiungere risultati importanti nell’internazionalizzazione: è un tema chiave come la capacità di attrarre investimenti”.

 

Un quadro difficile quello presentato dal presidente di Confindustria Squinzi, che ha commentato: “la mancanza del lavoro è la madre di ogni male sociale“, indicando che “va affrontata in maniera strutturale e con equilibrio, intervenendo su costo, produttività e regole”.

 

Confindustria “da tempo insiste per misure concrete per l’aumento del tasso di crescita e dell’occupazione“, ha ribadito Squinzi al governo, per chiedere “coraggio di applicarle. Cioè di dare vita ad una vera politica di qualità del bilancio pubblico, di ricomposizione delle entrate e delle uscite, in modo da promuovere la crescita senza intaccare la solidità del bilancio stesso, anzi rafforzandola proprio grazie ad una crescita più elevata“. Se non ci saranno “interventi decisi e concreti“, ha avvertito il presidente di Confindustria, “la crescita non supererà per molto tempo lo 0,5% annuo, del tutto insufficiente a creare lavoro e a risollevare i destini di tantissime imprese”.

 

Le imprese “sono pronte a supportare il governo con investimenti e occupazione” ma oggi, ha osservato Squinzi, il fisco italiano, oltre a essere “punitivo”, è “opaco, complicato, e incerto. E’ quanto di peggio si possa immaginare”.

 

Un aiuto importante agli italiani sul fronte fiscale arriva però dalla conferma della detrazione fiscale del 55% sugli interventi d’efficienza energetica negli edifici, comunicata dal Ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato e concordata con il Ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni: la misura, in scadenza il 30 giugno, sarà prolungata per tutto il 2013 (Leggi Articolo Key4biz).

Intendiamo – ha spiegato Zanonato – introdurre alcune rimodulazioni per ridurne il costo diretto sul bilancio dello Stato e intensificarne l’efficacia sulle tecnologie più avanzate, eliminando alcune sovrapposizioni con altre forme d’incentivazione pubblica“.

 

Tra le altre misure per favorire la ripresa, illustrate dal Ministro dello Sviluppo economico, anche quella che prevede la riduzione della soglia per la defiscalizzazione delle grandi opere da 500 a 50 milioni: “Questo si può fare senza alcun aggravio sui conti pubblici, consentendo di allargare in modo sensibile la platea delle opere potenzialmente beneficiate“.

In programma anche interventi sulle liberalizzazioni che “dovranno essere ampliati ad alcuni settori chiave, in modo da generare effetti positivi estesi all’intero sistema produttivo”.

Per il ministro “dovrà poi essere dato nuovo impulso all’attuazione delle norme di principio recentemente approvate dal Parlamento in materia di tutela della libertà di iniziativa economica e alle connesse sperimentazioni avviate in vari ambiti regionali, che prevedono forme di deregulation controllata”.

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