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Truffa a Sky, oscurato portale Futurbox che offriva in tutto il mondo i programmi della pay-Tv

Italia


Oscurata dalla Guardia di Finanza di Agropoli (Salerno) una piattaforma che distribuiva illegalmente su 16 siti la programmazione a pagamento dei canali di Sky Italia.

L’operazione è partita dopo la denuncia del gruppo di Rupert Murdoch del gennaio scorso nei confronti del portale internazionale ‘Futurbox‘, gestito da un’organizzazione ucraina. I server sono stati localizzati in Ucraina, Germania, Russia e Romania.

L’ordine d’inibizione dell’accesso per gli utenti italiani è stato notificato – sotto forma di blocco IP/DNS – agli Internet service provider operanti su tutto il territorio nazionale. La Guardia di Finanza ha operato con l’ausilio tecnico della Federazione contro la Pirateria Musicale e Multimediale (FPM).

 

Il portale offriva in streaming film ed eventi sportivi dei canali HD di Sky con abbonamenti da 8 euro al mese, in violazione dell’art. 171-ter della Legge 633/41, che tutela il diritto d’autore.

Una legge che risale al 1941 e che ha bisogno di un urgente riforma, perché non più adatta ai cambiamenti apportati da internet e dall’economia digitale. Una ragione in più perché almeno l’Agcom approvi in fretta il Regolamento sul diritto d’autore online che attende da troppo tempo d’essere approvato (Leggi Articolo Key4biz).

 

Sulla piattaforma pirata erano disponibili, oltre ai canali di Sky Italia, anche quelli di Sky Germania e di BSkyB, la pay-Tv di Murdoch che opera nel Regno Unito, oltre ai contenuti di alcune emittenti televisive francesi e russe. Tra i principali mercati di sbocco, l’Italia rappresentava per numero di collegamenti il secondo Paese al mondo, con oltre il 24% dei visitatori, che potevano accedere a un bouquet di canali in continua crescita, recentemente arricchito con la trasmissione delle gare di Formula 1 offerte in esclusiva ai clienti della pay-Tv.

 

 

Nelle indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Vallo della Lucania (Salerno), le autorità di polizia hanno anche scoperto che con 135 euro era possibile acquistare un dispositivo hardware collegabile direttamente al televisore di casa, che avrebbe permesso la fruizione dei palinsesti in live-streaming o on-demand selezionabili direttamente attraverso un telecomando. Uno di questi appartiene a un ente universitario di ricerca ucraino, a disposizione degli studenti universitari.

 

Oltre all’oscuramento del portale, le Fiamme gialle hanno effettuato perquisizioni a Bari e Taranto nei riguardi di due persone, che secondo le indagini spedivano in Ucraina le smart card necessarie per accedere ai servizi Sky e promuovevano in Italia i servizi offerti da Futurbox attraverso due siti italiani, pure questi sequestrati.

Uno dei due indagati – giovane laureato in informatica – stava sviluppando in proprio un software, chiamato Telebox, con il quale – anche utilizzando le trasmissioni di Futurbox – avrebbe rilanciato e ulteriormente personalizzato il servizio pirata dall’Italia.

Le indagini proseguono in sei nazioni diverse e in tutta Italia per identificare gli utenti che avrebbero sottoscritto gli abbonamenti. Fra gli obiettivi degli investigatori vi è anche quello di quantificare il danno causato a Sky.

 

L’operazione s’inquadra nel più ampio contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della distribuzione di opere in violazione delle norme sul diritto d’autore.

Illecito che continua a creare danno al mercato legale: l’industria creativa, solo per limitarci all’Italia, soffre una contrazione in termini di posti di lavori, pari a oltre 22 mila unità, con una perdita stimata di 1,4 miliardi di euro.

I numeri parlano chiaro: solo sul fronte dell’audiovisivo l’allarme arriva dai dati di una ricerca IPSOS, secondo cui l’incidenza della pirateria in Italia è del 37% con danni all’intero comparto audiovisivo stimati intorno ai 500 milioni di euro l’anno.

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