Il cinema italiano scrive ai Ministri Bray e Zanonato: ‘Prelievo di scopo anche per OTT e Telecom’

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Le Associazioni scrivono che ‘L'investimento pubblico in cultura in Italia è sceso all'1,1% del PIL contro una media UE del 2,2%’. Servono proposte di legge per innovazione e crescita.

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Le Associazioni italiane della filiera del cinema hanno scritto oggi ai neo Ministri Massimo Bray del MiBAC e Flavio Zanonato dello Sviluppo Economico, sottoponendo alcune “inevitabili riflessioni su tema dell’audiovisivo” in Italia.

“Per anni – si legge nella missiva – abbiamo studiato gli impatti economici dell’audiovisivo sui territori e possiamo affermare con scientifica certezza che, per ogni euro pubblico, le produzioni audiovisive ne generano sino a sei“.

 

La stessa Unione Europea, sottolineato le Associazioni, con il Libro verde sulle industrie culturali e creative, afferma che i quasi sette milioni di addetti e la crescita del settore in tutto il continente, sono utili come fattore competitivo degli Stati membri e annuncia il varo di un ambizioso programma di sostegno denominato “Europa creativa“, dimostrando di credere al settore come leva di coesione e sviluppo.

Mentre la media UE è del 2,2% del PIL, l’investimento pubblico in cultura in Italia scende all’1,1%.

 

La filiera del cinema chiede pertanto al nuovo Governo, al Parlamento, a tutte le forze politiche, di rispondere al loro appello con proposte di legge innovative, capaci di raccogliere la sfida per l’innovazione e la crescita del Paese.

Noi – scrivono le Associazioni – siamo pronti a fare la nostra parte”.

 

La liberalizzazione di servizi e contenuti audiovisivi è una delle poste in gioco nell’imminente negoziato europeo sul libero commercio con gli USA, paese che da luglio 2013 lancia un nuovo metodo di calcolo del PIL, in crescita del 3% grazie alla valorizzazione degli investimenti immateriali (Leggi Articolo Key4biz).

“Per questo oggi, dinanzi alla grave crisi economica che ci ha colpito, riteniamo non esista migliore strategia della promozione della cultura, dei media e degli audiovisivi nell’ottica della innovazione del Paese”.

Che si può realizzare in alcuni semplici punti:

 

1. Rinnovare il tax credit ed estenderlo a tutte le opere audiovisive;

2. Ripristinare il FUS ai livelli pre-crisi, destinando la quota Cinema al sostegno delle attività di produzione audiovisiva e di esercizio, ai festival e alle iniziative in cantiere, al cinema d’essai e liberandolo dalla copertura dei costi fissi di strutture pubbliche;

3. Introdurre un prelievo di scopo integrale sulla filiera degli utilizzatori successivi alla sala che coinvolga anche gli operatori della rete (Siti e Provider, Over-The-Top e Telecom), favorendo la creazione di piattaforme di commercializzazione e fruizione legali, per ristabilire il corretto rapporto economico tra le opere e il pubblico che le sceglie, su qualsiasi mezzo;

4. Varare una severa disciplina antitrust, verticale e orizzontale, per impedire ogni posizione dominante, anche sui territori;

5. Varare una legge di riordino complessivo del sistema audiovisivo italiano che superi gli steccati tra cinema e tv, riconosca e disciplini le Film Commission, preveda una DG audiovisivo;

6. Favorire l’attrazione di produzioni internazionali e l’ingresso d’investitori privati; così come l’export e l’internazionalizzazione delle nostre imprese;

7. Sostenere l’esercizio, combattendo con decisione la pirateria, salvaguardando e ampliando l’offerta delle sale di città, favorendone il pieno adeguamento al digitale in ragione del ruolo che le sale svolgono come centri di cultura, d’intrattenimento, di centro di socialità e aggregazione;

8. Inserire e articolare lo studio del cinema e del linguaggio audiovisivo nei programmi didattici delle scuole italiane a partire dalle prime classi della scuola dell’obbligo.

 

“Le imprese dell’audiovisivo, gli autori, le Film Commission, i festival, le sale cinematografiche sono produttori di reddito e di ricchezza culturale; contribuiscono a diffondere la nostra diversità culturale nel mondo e attraggono investimenti esteri in Italia. “Un Paese competitivo – conclude la lettera – non può rinunciare alla sua industria più avanzata in termini d’innovazione e creatività”. (r.n.)

 

Sottoscritto da:

ANICA – Associazione nazionale industrie cinematografiche audiovisive e multimediali

APT – Associazione produttori televisivi

ANEC – Associazione Nazionale Esercenti Cinema

100AUTORI – Associazione dell’autorialità Cinetelevisiva

ITALIAN FILM COMMISSIONS – Coordinamento delle Film Commission italiane

AFIC – Associazione festival italiani di cinema

AGPCI – Associazione giovani produttori cinematografici italiani

APE – Associazione produttori esecutivi italiani

FICE – Federazione italiana cinema d’essai

ACEC – Associazione Cattolica Esercenti Cinema

DOC.IT – Associazione documentaristi italiani

SNCCI – Sindacato nazionale critici cinematografici italiani

SNGCI – Sindacato nazionale giornalisti cinematografici italiani

APIL – Associazione produttori indipendenti Lombardia

ANAC – Associazione nazionale autori cinematografici

ART – Associazione registi della fiction televisiva

ASIFA – Associazione italiana film d’animazione