‘Più donne nell’ICT un bene per tutta la società’. Parola di Sheryl Sandberg (Facebook)

di Alessandra Talarico |

Europa


Sheryl Sandberg

In Europa, su 1000 donne laureate, solo 29 hanno un diploma in tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Ma come fare per  spingere le donne a interessarsi di ICT? È stato questo il tema al centro del ‘Girls in ICT Day’, nel corso del quale gli esperti hanno discusso nuovi modi per combattere gli stereotipi di genere.

 

 

Il tasso di disoccupazione femminile nell’area euro sfiora il 12,2% e in Italia arriva al 12,7% (con un picco del 19,3% al Sud), quello del lavoro ‘rosa’ assume i contorni di una vera e propria emergenza nell’emergenza.

Senza lavoro, ieri lo si è ribadito in occasione della festa del 1° maggio, il Paese muore e le vittime – spinte dalla disperazione – rischiano di trasformarsi in carnefici.

Non esiste una ricetta per una situazione ormai diventata purtroppo trasversale: soffre l’Italia ma anche l’Europa, le donne e gli uomini, i giovani e le persone di mezza età.

Esistono tuttavia dei settori che continuano a generare occupazione e nei quali la presenza di più donne diventa imprescindibile. Uno in particolare è quello delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione, dove solo il 30% degli impiegati è donna.

L’ICT genera 120.000 nuovi posti di lavoro e si stima che entro il 2015 i posti vacanti dovrebbe essere 700.000.

Ma in che modo si può spingere le donne a interessarsi di informatica e  telecomunicazioni? È stato questo il tema al centro del “Girls in ICT Day”, nel corso del quale gli esperti hanno discusso nuovi modi per combattere gli stereotipi di genere.

Quelli dell’informatica e delle tlc sono infatti settori percepiti come ‘maschili’ e in cui le donne sono tuttora considerate come ‘fuori posto’. Nulla di più sbagliato, come ha affermato anche in videoconferenza Sheryl Sandberg,  direttore operativo di Facebook.

Sandberg, che ha da poco pubblicato un libro proprio sulle donne che lavorano e che non si arrendono nonostante le innumerevoli difficoltà di un mondo del lavoro decisamente a misura ‘d’uomo’, nel suo intervento ha sottolineato che “…la mancanza di donne nei posti di responsabilità e nel settore delle tecnologie è un grande costo per tutta la società”.

Nel suo libro, il braccio destro di Mark Zuckerberg spiega che gli ostacoli per le donne che vogliono affermarsi nel mondo del lavoro sono gli stessi in tutto il mondo: ovunque ci si confronta con stipendi inferiori, perenne conflitto tra famiglia e lavoro, padri poco propensi a usufruire dei congedi parentali, carenza di asili nido. Con il risultato che le donne ai ‘piani alti’ delle aziende e della politica sono sempre troppo poche: “Un mondo in cui metà delle famiglie fossero gestite da uomini e metà delle istituzioni da donne, sarebbe un mondo più giusto”,  scrive Sandberg, auspicando la necessità di un cambiamento culturale tra le donne stesse, che malvolentieri sono propense di farsi comandare da una persona del loro stesso sesso ma invece accettano l’autorità maschile quasi come fosse inevitabile.

“La prossima volta che state per dire che una ragazzina è autoritaria, dite piuttosto che la ragazzina ha delle qualità manageriali”, ha affermato Sandberg nel suo intervento al “Girls in ICT Day”.

 

In Europa, secondo i dati della Commissione, su 1000 donne laureate solo 29 hanno un diploma in tecnologia dell’informazione e della comunicazione. Urge dunque un’inversione di tendenza perchè, come ha sottolineato l’eurodeputata Amalia Sartori – stigmatizzando la scarsa presenza di donne in posti di responsabilità – se un tempo erano i diamanti i ‘migliori amici delle donne’, oggi lo stesso dovrebbe dirsi delle nuove tecnologie.

Oggi, infatti, il differenziale retributivo di genere è equivalente per le donne a 59 giorni all’anno di lavoro gratuito. L’ICT è un modo per recuperare questo gap visto che le donne impiegate nel settore guadagnano in media il 9% in più delle donne in simili posizioni in altri settori.

 

Il Commissario Ue Neelie Kroes, in occasione della festa delle donne ha sottolineato che “ogni donna dovrebbe avere gli strumenti e le competenze necessarie per prendere il controllo della propria vita. Per non essere intrappolata dalle aspettative sociali, dalla dipendenza finanziaria o dalla mancanza delle giuste competenze”.

“Non c’è dubbio – ha aggiunto – che l’ICT è uno strumento potente: non è solo la chiave per il mercato del lavoro di domani, ma può anche aiutare a raggiungere i vostri obiettivi di vita, qualunque essi siano”.