Frequenze, è già scontro tra Pd e Pdl per la delega alle Comunicazioni

di Raffaella Natale |

Per il Pd, inopportuno mettere un berlusconiano a gestire il dossier delle frequenze.

Italia


Silvio Berlusconi

Sulla delega alle Comunicazioni è già scontro tra Pd e Pdl. Oggi con una nota il deputato Democratico Alfredo D’Attorre, alla vigilia delle nomine ha fatto spere: “Sarebbe molto inopportuno che la delega sulle Comunicazioni, che ha competenza tra le altre cose sulle tlc e sulle frequenze, fosse assegnata al Popolo della Libertà”.

Sul tavolo del Ministero dello Sviluppo economico c’è, infatti, il dossier sulla prossima asta delle frequenze, che evidentemente il Pd non vorrebbe gestita dal Pdl (Leggi Articolo Key4biz).

Stando alle previsioni, il bando dell’asta dovrebbe essere pronto nei prossimi giorni, al massimo per fine mese.

 

La posizione di D’Attorre conferma i dubbi espressi dal Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, che all’indomani del risultato elettorale aveva detto d’essere “molto preoccupato” (Leggi Articolo Key4biz).

Si rischia l’ingovernabilità, aveva commentato, chiedendo alle forze politiche “responsabilità” nell’interesse degli italiani.

La preoccupazione di Almunia riguardava soprattutto l’asta per i mux del digitale terrestre.

Spero – aveva ribadito – che la situazione politica italiana non crei nuovi ostacoli per trovare una soluzione” sulla questione dell’attribuzione delle frequenze televisive digitali.

 

La squadra di governo, con le nomine di viceministri e sottosegretari, dovrà essere completata forse già domani o al più tardi tra domenica e lunedì. Una partita complessa, sia per il gioco a incastri con la presidenza delle commissioni parlamentari, ma soprattutto per la riduzione dei posti a disposizione. Enrico Letta a riguardo è stato molto preciso: non più di 35.

Si parla di una ripartizione quasi paritaria tra Pdl e Pd, che potrebbero alla fine contare rispettivamente su 15 e 18 sottosegretari mentre 3 andrebbero a Scelta civica.

Una cosa però appare certa, il Pd esclude che alle Comunicazioni possa andare un berlusconiano.