Pirateria, maxi-sequestro della Polizia. Oscurati 27 siti, danni all’industria per 1,5 mld di euro

di Raffaella Natale |

Si tratta di uno dei più rilevanti sequestri a livello mondiale e il primo di queste proporzioni in ambito europeo.

Italia


Pirateria digitale

Maxi-operazione della Polizia Postale di Roma contro la pirateria online che ha portato all’oscuramento di 27 siti web, dove era possibile scaricare e guardare in streaming illegalmente opere cinematografiche.

Secondo la SIAE si è trattato di uno dei più rilevanti sequestri a livello mondiale e il primo di queste proporzioni in ambito europeo, considerando che il danno complessivo ammonta a circa 1,5 miliardi di euro, di cui 800 milioni nel settore dei film e 700 milioni in quello della musica, nonché 1,4 miliardi di euro per quanto riguarda il software.

La conseguente riduzione dell’indotto potrebbe comportare, entro il 2015, la perdita di 22 mila posti di lavoro solo nel mercato italiano.

 

I nomi dei siti colpevoli? Molti di questi già noti agli europei che praticano pirateria: nowvideo.com, videopremium.net, bitshare.com, cyberlocker.ch, nowdowload.co.

 

Parliamo – ha dichiarato Vito Alfano, direttore dei Servizi Antipirateria della SIAE – di circa 3 miliardi di euro l’anno per il solo diritto d’autore: incassi in nero che vanno a finire non si sa dove e che potrebbero alimentarli altri mercati criminali“.

“Il rischio – ha proseguito Alfano – è quello di un futuro in cui arte e musica come li conosciamo non esisteranno più”.

 

I controlli effettuati dalle autorità investigative hanno permesso di accertare l’esistenza di una vera e propria piattaforma alternativa ai servizi offerti dalle emittenti a pagamento e dall’industria cinematografica, con una disponibilità potenzialmente infinita di prodotti messi a disposizione degli utenti, tra cui molti film attualmente ancora nelle sale.

 

La denuncia non è partita da una major mondiale del disco o del cinema, ma da un piccolo operatore italiano, la Sunshine Pictures, casa di distribuzione del film d’animazione francese Un Monstre à Paris (Un Mostro a Parigi).

 

“La società denunciante avrà naturalmente le sue buone ragioni, e, così naturalmente il magistrato che ha emesso il provvedimento, ma ci si chiede il perché 27 portali mondiali nella loro interezza, con milioni di file anche privati, che raggruppano milioni e milioni di utenti, siano stati resi inaccessibili a milioni di cittadini italiani, per un solo cartone animato“, ha commentato l’avvocato Fulvio Sarzana, esperto di new media. 

 

I 27 portali oscurati, infatti, sono tutte piattaforme su cui gli utenti possono noleggiare uno spazio virtuale di archiviazione per i propri documenti, e decidere di condividerli pubblicamente o con un gruppo ristretto di amici.

Un passaggio questo che verrà affrontato nel Regolamento Agcom sul diritto d’autore online, sul quale si comincerà a discutere a partire dal prossimo 24 maggio con un workshop al quale saranno presenti esperti nazionali e internazionali e su cui il commissario Antonio Preto ha dato qualche anticipazione, indicando che prevedrà la disattivazione non dell’intero sito ma solo dei link che ‘portano alle opere trafugate’ (Leggi Articolo Key4biz).

 

L’Ufficio Multimedialità della SIAE ha collaborato all’operazione Crackdown, col monitoraggio e agli accertamenti amministrativi, ha confermato che i siti oggetto d’indagine non erano autorizzati alla divulgazione.

La maggior parte dei server interessati sono collocati in paesi sparsi in quattro continenti (Australia, USA, Belize, Cina, Russia, Moldavia, Romania, Olanda, Svizzera, Francia e domini in U.S.A. Seychelles, India, Australia, Svizzera, Panama, UK, Germania); inoltre molti domini sono ospitati in paesi diversi da quelli dell’ubicazione del server (Australia, USA, India, Seychelles, Panama, UK, Germania, Svizzera), circostanza che ha determinato una serie di complicazioni tecniche e procedurali per poterne inibire la fruibilità dalle piattaforme telematiche italiane.

 

I siti web che operano illegalmente vengono furbamente ubicati i ‘paradisi’ per internet, dove le norme sono molto flessibili e blande nei confronti di chi pratica la pirateria.

Tali difficoltà, tuttavia, sono state aggirate attuando nella rete un blocco dei DNS, realizzando un “muro invisibile” sui confini italiani in modo da impedire il raggiungimento dei domini dal territorio nazionale. Le indagini hanno consentito di accertare che numerosi siti web permettevano di visionare in streaming o di effettuare il download di circa 400 mila film, di cui alcuni in prima visione, nonché di un numero molto superiore di prodotti audio e software diffusi in violazione del diritto d’autore.