Telecom Italia. Franco Bernabè: ‘Decisione su integrazione con 3 Italia al cda dell’8 maggio’

di Alessandra Talarico |

Secondo quanto riferisce Reuters, ‘Hutchison Whampoa sarebbe interessato solo al mobile e non alla rete fissa. Quanto alla valutazione del quarto operatore mobile italiano, la cifra circolata di 1,5 mld, è ‘ragionevole’.

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Franco Bernabè

Come da più parti si è indicato nelle scorse settimane, le decisioni sul futuro di Telecom Italia, riguardo la possibile integrazione di 3 e lo scorporo della rete fissa, spettano ai soci e in alcun modo il regolatore del mercato (Agcom), l’Antitrust o la Cassa Depositi e Prestiti possono intervenire in un senso o nell’altro prima che la società stessa non comunicherà la propria posizione. Che la partita sia anche politica, però, questo è un altro dato, visto che per l’integrazione di 3, Hutchison Whampoa si attende come contropartita il controllo della società, e senza Opa.

 

La decisione sulla trattativa in corso sull’integrazione di 3 sarà adottata “entro l’8 maggio”, ha reso noto oggi il presidente esecutivo Franco Bernabè a margine di un convegno alla Luiss.

Il management sta lavorando su diversi fronti, ma senza lasciare trapelare dettagli. Quel che è certo è che Bernabè – che insieme a un comitato ristretto sta valutando il dossier H3G – ha dato il suo placet a entrambe le operazioni: l’integrazione con 3 porterà sinergie industriali e l’apporto economico della CDP potrà permettere alla società di concentrarsi sugli investimenti nella rete mobile (Leggi articolo Key4biz).

Ed è proprio quest’infrastruttura – secondo quanto riferisce Reuters – che si concentra l’interesse del conglomerato asiatico: secondo una fonte citata dall’agenzia, il gruppo di Li Ka-Shing non è interessato alla rete fissa ma a quella wireless.

“I cinesi vogliono fare questa operazione sul mobile di terza e quarta generazione, il fisso non interessa”, riferisce la fonte sottolineando che se Telecom Italia procederà allo spin-off potrebbero anche venire a cadere eventuali ostacoli politici all’ingresso di Hutchison nell’azionariato.

Fermo restando, però, che permarrebbero altre criticità, prima fra tutti quella legata alla valutazione di 3 Italia e alla contestuale risposta dei soci Telco all’integrazione fra i due gruppi: sempre la fonte citata da Reuters afferma che  il miliardo e mezzo di euro citato da alcuni report è una cifra ragionevole.

“Il 10% di Telecom è quel che può valere 3 Italia in un asset swap, il resto Hutchison lo può comprare”, spiega la fonte, senza fornire ulteriori dettagli riguardo le modalità della seconda fase dell’operazione.

 

Secondo fonti di stampa non confermate, Hutchison Whampoa avrebbe avanzato un’offerta da 1,2 euro per azione – pari cioè al valore di carico dei titoli da parte dei soci Telco, e a circa il doppio rispetto al valore attuale del titolo – per salire al 29,9% del capitale. I soci Telco – la holding che controlla il 22,4% di Telecom – hanno effettuato a febbraio una svalutazione della loro partecipazione 1,2 euro da 1,5 euro.

 

Non sarebbe un problema neanche l’Antitrust, nonostante la complessità delle procedure, vista la sana concorrenzialità del mercato mobile italiano. Un’affermazione, questa della fonte citata da Reuters, tutta da verificare visto che i due operatori insieme controllerebbero il 45% del mercato.

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