Key4biz

Telecom Italia-CDP. Marco Patuano: ‘Tutto procede nella giusta direzione’

Italia


Tutto procede “nella giusta direzione”, quella cioè che potrebbe portare allo scorporo della rete e al conferimento dell’infrastruttura che fa capo a Telecom Italia in una newco con la Cassa depositi e prestiti.

L’amministratore delegato di Telecom Italia, Marco Patuano, ha commentato con soddisfazione le aperture giunte ieri sia dal presidente Antitrust Giovanni Pitruzzella – “Non interferiamo in vicende societarie, ma da sempre siamo favorevoli a meccanismi che assicurano la neutralità della rete” – che dall’amministratore delegato della CDP, Giovanni Gorno Tempini che ha ribadito che l’ente guarda con attenzione ai piani futuri di Telecom Italia (Leggi articolo Key4biz).

Nei rapporti con la CDP, ha affermato Patuano, non “c’è nessuna situazione di stallo. Il Cda ha definito un processo e lo stiamo proseguendo. Poi ovviamente le nostre controparti si muovono con i loro tempi”.

“E’ importante la disponibilità della Cdp, con cui intratteniamo continui colloqui, e soprattutto dell’Antitrust”, ha aggiunto Patuano, allineandosi a quanto affermato dal presidente esecutivo Franco Bernabè, che in occasione dell’ultima assemblea degli azionisti ha sottolineato che le risorse eventualmente apportate dalla CDP permetterebbero a Telecom Italia di investire nelle reti di reti nuova generazione.

Per quanto riguarda la posizione dell’Agcom, già nel corso dell’ultimo Avaya Forum 2013 del marzo scorso, il Commissario Antonio Preto aveva affermato che qualsiasi decisione Telecom Italia adotterà sulla questione dello scorporo della rete, “l’Autorità ha “già la cassetta degli attrezzi pronta con gli strumenti adeguati”.

 

“Agcom rispetta l’autonomia” di Telecom Italia, ha affermato Preto.

“All’Autorità non interessa quello che sarà l’assetto proprietario dell’eventuale nuova società e non vogliamo interferire con le scelte industriali di Telecom Italia. Sicuramente – ha aggiunto – uno scorporo della rete faciliterebbe la realizzazione di un modello di Equivalence of Inputs considerato la soluzione ottimale sia dalla Commissione Ue sia dal BEREC”.

Un’evoluzione di questo tipo “farebbe dell’Italia un case-study – osserva – ma si tratta di uno scenario tutto da disegnare e le decisioni fondamentali sono di Telecom Italia” (leggi articolo Key4biz).

 

Nell’ultimo consiglio di amministrazione, il board ha dato mandato al management a definire il percorso operativo di fattibilità per la separazione della rete di accesso. Progetto che vede, dunque, la CDP disponibile e l’Antitrust altrettanto e i cui avanzamenti saranno probabilmente discussi nel prossimo consiglio, l’8 maggio.

 

Il vero nodo da sciogliere resta la valutazione dell’infrastruttura: secondo le stime di Alexander Wisch, Equity Analyst di S&P Capital IQ Research, il valore del 100% dell’asset è di 12 miliardi di euro.

 

Se però, secondo la banca d’investimenti Equita l’integrazione con 3 Italia produrrebbe una serie di effetti positivi “sinergie industriali, semplificazione dell’arena competitiva, miglioramento dei flussi di cassa e rafforzamento dell’azionariato”, non lo stesso si può dire per lo scorporo della rete, che avrebbe solo un impatto di breve periodo sul tema deleverage.

 

Secondo Equita, Telecom Italia si trova a fronteggiare la non facile situazione generata da un insieme di fattori – debolezza dei consumi, forte concorrenza nel mobile e interventi dell’Autorità – che hanno portato ad abbassare il prezzo obiettivo sul titolo del 15% a 0,67 euro.

Per la Sim milanese, il primo trimestre dell’operatore storico sarà caratterizzato dal calo del 10% dell’Ebitda e da un aumento di 500 milioni di euro del debito.

 

Debolezza confermata anche dagli analisti di Citigroup, che prevede un calo dei ricavi della telefonia fissa del 7,5% contro il -9,4% registrato negli ultimi tre mesi del 2012. Ancora peggiore sarà il decremento dei ricavi nel comparto mobile, dove la banca americana prevede un -17%, contro il calo dell’11,7% registrato nell’ultimo trimestre dello scorso anno.

Citigroup ha confermato il rating ‘neutral’ sul titolo che ale 14:30 viaggiava poco sopra la parità (+0,17%) a 0,59 euro.

Exit mobile version