Antitrust Ue, nuova grana per Google: ‘Android usato per ingannare i partner e controllare i dati degli utenti’

di Alessandra Talarico |

E’ quanto dichiara nella denuncia formale presentata all’Antitrust europeo l’associazione Fairsearch Europe, che riunisce 17 competitor tra cui Expedia, Microsoft, Nokia, Oracle e TripAdvisor.

Europa


Android

Si apre un nuovo fronte antitrust contro Google in Europa: mentre i regolatori Ue sono alla ricerca un accordo con la società sul dossier relativo al presunto abuso di posizione dominante nel campo della ricerca online (Leggi articolo Key4biz), un nuovo ‘caso’ arriva sul loro tavolo. Si tratta, stavolta, di una denuncia formale sul sistema operativo mobile Android, presentata da Fairsearch Europe, un gruppo che riunisce 17 competitor tra cui spiccano i nomi di Expedia, Microsoft, Nokia, Oracle e TripAdvisor.

L’associazione accusa Google di utilizzare Android “come un ‘cavallo di Troia’ per ingannare i partner, monopolizzare il mercato mobile e rafforzare il controllo sui dati degli utenti” facendo leva sul crescente utilizzo delle tecnologie mobili.

Una posizione di forza utilizzata, tra le altre cose, per dare un illecito vantaggio competitivo alle proprie app.

Secondo l’associazione, in sostanza, anche se Android è offerto ‘gratuitamente’ ai produttori di smartphone, in realtà chi vuole includere nei propri dispositivi le app Google più gettonate, come Maps, YouTube o Play, deve precaricare nel dispositivo una suite completa di servizi mobili targati Mountain View e dare loro un posizionamento di primo piano. Questo pone i competitor in condizione di svantaggio e Android nella posizione di controllare i dati della maggioranza degli utenti mobili.

Il sistema operativo – sottolinea l’associazione – è infatti presente nel 70% degli smartphone venduti oggi nel mondo, mentre secondo i dati di eMarketer, Google controlla il 96% del mercato della pubblicità mobile.

 

Il fatto poi che Google utilizzi un metodo di distribuzione ‘predatorio’, offrendo cioè il sistema operativo ‘sotto-costo’ rende difficile ai competitor il recupero dei loro investimenti.

 

“Chiediamo alla Commissione di muoversi rapidamente e con decisione per proteggere l’innovazione e la concorrenza in questo mercato cruciale. Se non si interverrà il risultato sarebbe quello di incoraggiare Google a ripetere gli abusi di posizione dominante, visto che i consumatori utilizzano sempre di più una piattaforma mobile dominata dal sistema operativo Android”, ha sottolineato Thomas Vinje di FairSearch.

 

La nuova denuncia arriva nel momento in cui la Commissione europea sta cercando di trovare un accordo con la società in merito al sospetto abuso di posizione dominante nell’ambito della ricerca online. L’indagine è partita nel novembre 2010 e l’azienda deve rispondere su diversi capi d’accusa: la posizione sistematica ai primi posti dei risultati dei suoi motori di ricerca verticali, i contenuti copiati ai concorrenti e le pressioni esercitate su alcuni inserzionisti, a cui sarebbe stato ‘vietato’, a detta dei ricorrenti, di far pubblicità su altri motori di ricerca.

All’inizio di questo mese, inoltre, i Garanti privacy di 6 paesi europei – Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Paesi Bassi – hanno avviato oggi un’azione repressiva contro la web company, per la sua policy sui dati personali degli utenti adottata nel marzo 2012 (Leggi articolo Key4biz).

Ad agosto del 2012, inoltre, l’Antitrust americano ha comminato alla società una multa da 22,5 milioni di dollari per la violazione della privacy degli utenti del browser Safari di Apple (Leggi articolo Key4biz).

 

“I consumatori europei meritano un’indagine rigorosa sulle pratiche messe in atto da Google in ambito mobile e protezioni reali contro gli abusi”, ha concluso Vinje.