ETNO: mercato unico digitale vale 680 mld di euro. Luigi Gambardella incontra il Commissario Ue Antonio Tajani

di Alessandra Talarico |

Necessario, secondo Gambardella, che la Ue presenti un pacchetto di misure concrete per arrivare alla creazione di un vero mercato unico digitale, misure che dovranno essere fatte proprie anche dal Consiglio europeo del prossimo ottobre.

Europa


Luigi Gambardella

La creazione di un mercato unico delle comunicazioni digitali vale, per l’economia europea, circa 680 miliardi di euro e può essere un decisivo volano per lo sviluppo.

L’evoluzione e le sfide del mercato delle telecomunicazioni in Europa sono stati i temi al centro dell’incontro a Bruxelles tra il commissario europeo all’Industria Antonio Tajani e il presidente del board ETNO Luigi Gambardella.

 

Soddisfazione è stata espressa da Gambardella per gli esiti dell’ultimo Consiglio europeo di marzo, in cui gli Stati membri hanno  recepito la volontà della Commissione di presentare una relazione sulla situazione attuale e gli ostacoli da affrontare in modo da garantire il completamento di un mercato unico digitale pienamente funzionante entro il 2015, nonché misure concrete per la creazione, il più presto possibile, del mercato unico per tecnologie dell’informazione e della comunicazione.

Il presidente del board ETNO ha sottolineato altresì le attuali difficoltà del mercato delle tlc, che ha chiuso il terzo anno consecutivo con ricavi in calo.

Un’erosione dovuta, secondo Gambardella, “principalmente alla frammentazione del mercato, che ostacola lo sviluppo, da parte degli operatori, di nuovi e innovativi servizi in tutta la Ue”.

 

A differenza di quanto avviene, ad esempio, negli Usa e in Cina, in Europa convivono circa un centinaio di operatori (controllati da una quarantina di società) che si contendono una popolazione di circa 500 milioni di persone.

Negli Usa, invece, due operatori – Verizon Wireless e AT&T – si contendono il grosso dei clienti (ne hanno circa 100 milioni ciascuno) e dei profitti: una situazione che, certo, non è molto vantaggiosa per gli utenti in termini di costi dei servizi, ma fa sì che gli operatori possano ora investire adeguatamente per migliorare la qualità e la copertura delle reti.

 

Essenziale, dunque, secondo Gambardella, apportare dei cambiamenti alla struttura del mercato: “E’ fondamentale permettere agli operatori di realizzare maggiori economie di scala attraverso il consolidamento, così da essere in una posizione migliore per investire nelle reti fisse e mobili di nuova generazione, per offrire nuovi servizi e per competere con i rivali non europei”.

 

ETNO chiede pertanto alla Commissione una “riforma coraggiosa delle normative di settore, inclusa un’ulteriore deregolamentazione in linea con la maggiore concorrenza e i mutamenti tecnologici nei mercati”, ha concluso Gambardella.

 

Secondo le stime della Commissione, il ‘jackpot’ per il completamento del mercato unico delle comunicazioni elettroniche potrebbe valere lo 0,8% del PIL della Ue, e permettere all’Europa di riguadagnare il terreno perduto in termini di competitività e innovazione nei confronti di Asia e Nord America.

Recenti studi evidenziano altresì che il pieno completamento del mercato unico europeo produrrebbe un impatto simile a quello ottenuto con il Programma per il Mercato Unico del 1992. Gli effetti benefici verrebbero inoltre avvertiti anche al di fuori dell’economia ICT, con effetti di spillover positivi in termini di aumenti di produttività, innovazione ed efficienza sia per il settore pubblico che per quello privato.

 

Gambardella ha infine espresso il suo forte sostegno al ‘pacchetto’ di misure concrete per la realizzazione del mercato unico che sarà presentato in occasione del prossimo Consiglio europeo di ottobre.

“Queste proposte – ha concluso – dovrebbero essere mirate al miglioramento della soddisfazione dei clienti, all’incremento della produttività dell’economia  e alla creazione di un settore delle telecomunicazione europeo globalmente competitivo”.