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eBook: i brevetti per vendere l’usato infiammano la battaglia con Amazon e Apple

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La nuova frontiera dell’eBook è l’usato. Mentre la Commissione Ue, per voce del Commissario alla Digital Agenda Neelie Kroes, cerca di dare un’accelerata a quello che, almeno in Italia, è un mercato ancora nascente (Leggi Articolo Key4biz), si apre un nuovo fronte di battaglia tra editori, scrittori e web company. Ma stavolta non si tratta solo dell’incursione di aziende tecnologiche in un settore finora dominato dai publisher. La posta in gioco è molto più alta, parliamo del libro digitale di seconda mano. Nel mirino ci sono ancora una volta Amazon e Apple, ‘colpevoli’ d’aver depositato due brevetti per vendere eBook ‘usati’. Gli editori hanno già minacciato battaglie legali. I rischi, a loro dire, sono per tutta la filiera del libro.

 

La tecnica dei due brevetti è piuttosto semplice, si tratterebbe di un’estensione del sistema che già oggi consente agli utenti di cedere i propri titoli in prestito.

Le piattaforme già prevedevano, infatti, la cessione temporanea del libro digitale che tornava al legittimo proprietario alla scadenza.

Ora parliamo, invece, del passaggio vero e proprio da un utente all’altro con l’acquisizione dei diritti di utilizzo a un prezzo ovviamente inferiore.

Amazon ed Apple dovranno però adesso chiarire le implicazioni dell’eBook di seconda mano sul diritto d’autore e sugli editori (saranno coinvolti?).

 

Questa nuova opportunità fornita dai due brevetti creerà un terremoto sul mercato: se finora gli amanti dei libri di carta non acquistavano l’usato perché magari rovinato, la copia digitale resterà perfetta all’infinito. Per quale ragione comprare allora un testo nuovo quando lo si può avere da un privato a un prezzo ridotto? Ma soprattutto, perché Amazon e Apple sono così interessati a entrare in questo settore, col rischio di minarre i loro affari legati alla proficua vendita di eBook?

 

Secondo il parere di alcuni esperti, Amazon starebbe pensando soprattutto a rafforzare la propria attività di editore, assicurando agli autori che scelgono la sua piattaforma per auto-pubblicarsi una percentuale sulle vendite dell’usato.

Cosa succederà? Probabilmente il CEO di Amazon, Jeff Bezos, cercherà l’accordo con gli editori, ma appare quasi scontato lo spostamento di potere verso internet anche nel mondo dell’editoria.

 

Gli editori, però, non stanno a guardare e anche loro si stanno già muovendo. Insieme a distributori e produttori stanno stringendo alleanze transfrontaliere per contrastare lo strapotere di Amazon e Apple.

L’idea è di creare piattaforme comuni dove sarà possibile trovare le opere di diversi editori. E anche in Italia ci sono già alcuni casi. Lo ha fatto, per esempio, la Feltrinelli con Brookeen, che a sua volta ha stretto legami commerciali in Francia, Germania, Svizzera, Svezia e Austria. Ma anche la Mondadori con la piattaforma aperta della giapponese Kobo.

L’obiettivo è di offrire ai lettori l’opportunità di scegliere i contenuti desiderati senza alcuna limitazione.

“Il nostro dispositivo – commenta Brookeen – è in grado di supportare diversi formati digitali, offrendo libero accesso ad un’ampia gamma di contenuti” senza il bisogno di convertire i file in formati specifici o caricarli su un sito di proprietà della società produttrice.

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