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Privacy, 6 Paesi Ue contro Google. Antonello Soro: ‘Nessuna zona franca nei diritti fondamentali’

Italia


I Garanti privacy decidono di passare all’azione contro Google. Le Autorità d’Italia, Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Paesi Bassi, hanno avviato oggi un’azione repressiva contro la web company, per la sua policy sui dati personali degli utenti adottata nel marzo 2012 (Leggi Articolo Key4biz).

 

Il Garante italiano Antonello Soro ha commentato “Google non può raccogliere e trattare i dati personali dei cittadini europei senza tenere conto del fatto che nell’Unione europea vigono norme precise a tutela dei diritti fondamentali dei cittadini dell’Ue“.

“L’azione congiunta dei Garanti europei – ha aggiunto Soro – mira a riaffermare questo principio e a far sì che questi diritti vengano garantiti”. 

“Il Garante italiano è da tempo impegnato sul fronte internazionale proprio per operare affinché la privacy dei cittadini europei venga rispettata, non solo dalle imprese dell’Ue, ma anche da parte dei big della Rete e da tutte le società che operano nel settore delle comunicazioni elettroniche, ovunque esse siano stabilite. Vogliamo impedire che esistano zone franche in materia di diritti fondamentali”.

 

Google rimane ferma sulla sua posizione. Anche oggi ha dichiarato a Key4biz quello che ripete da mesi: “La nostra normativa sulla privacy rispetta la legge europea e ci permette di creare servizi più semplici e più efficaci”.

“Siamo stati costantemente in contatto con le diverse Autorità Garanti della Privacy coinvolte nel corso di questa vicenda e continueremo a esserlo in futuro”.

 

E’ ovvio, però, che non convince i Garanti. Nel marzo dello scorso anno, Google ha modificato la sua policy. Una sessantina di regole di utilizzo sono state unificate in una sola, raggruppando le informazioni di numerosi servizi, che un tempo erano separati, anche con lo scopo di poter indirizzare messaggi pubblicitari sempre più mirati. La società conta oltre 425 milioni di utenti attivi su Gmail e più di 500 milioni di profili su Google+.

 

 

Tra il marzo e l’ottobre 2012 il Gruppo che riunisce le Autorità della privacy dei 27 Paesi dell’Ue ha, infatti, analizzato la privacy policy di Google per stabilire se fosse in linea con i requisiti fissati nella Direttiva europea sulla protezione dei dati (Direttiva 95/46/CE).

Successivamente è stato chiesto a Google di fornire modifiche entro quattro mesi (Leggi Articolo Key4biz), per allinearsi con le disposizioni comunitarie, ma ad oggi non è cambiato nulla.

 

Il 19 marzo scorso, i vertici di Google sono stati ricevuti ancora una volta dalla task-force, formata dai Garanti di sei Paesi Ue, tra cui l’Italia, ma le risposte fornite dalla compagnia americana non sono state convincenti, né tantomeno è stata adottata alcuna concreta iniziativa nel senso auspicato.

 

I Garanti hanno pertanto deciso di dar seguito all’azione repressiva che avevano già annunciato (Leggi Articolo Key4biz).

 

Ciascuna delle sei Autorità coinvolte condurrà, pertanto, ulteriori accertamenti con il formale avvio di procedimenti distinti anche se simultanei ed in stretto coordinamento tra loro.

 

Google, che ancora oggi ribadisce di rispettare le norme europee, rischia una pesante sanzione.

 

L’annuncio dell’azione repressiva nei confronti della web company arriva mentre l’azienda conferma la notizia delle dimissioni della responsabile Privacy di Google, Alma Whitten. Da giugno il suo posto passerà all’attuale direttore dell’engineering Lawrence You.

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