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Innovation Scoreboard, Italia sotto la media Ue. Europa a due velocità

Unione Europea


Anche quest’anno, l’Italia non riesce a entrare nel ‘club’ dei Paesi maggiormente innovatori. Nell’Innovation Scoreboard 2013, si piazza in 16a posizione in una classifica che misura tasso d’innovazione, ricerca, brevetti e dottorandi. Il Bel Paese continua a restare tra i ‘moderati’, quelli cioè con prestazioni sotto la media, insieme a Spagna, Portogallo, Repubblica ceca, Grecia, Slovacchia, Ungheria, Malta e Lituania. Lontani, e tanto, dai ‘leader’ dell’innovazione: Svezia, Germania, Danimarca e Finlandia, caratterizzati tutti da una resa ben al di sopra della media UE.

 

L’Italia paga lo scotto del pesante ritardo in finanziamenti, aiuti e investimenti delle imprese.

Una crescita elevata si registra nelle vendite d’innovazioni per il mercato e per le imprese, nonché nelle entrate dall’estero derivanti da licenze e brevetti. Ma si osserva un forte calo negli investimenti in capitali di rischio e nelle spese per l’innovazione diverse da quelle per attività di R&S. I risultati in materia di crescita per i sistemi di ricerca aperti, di eccellenza e attrattivi e gli effetti economici sono ben sopra la media, mentre gli investimenti delle imprese sono ben sotto la media.

 

I paesi più innovativi nell’UE condividono una serie di punti di forza nell’ambito dei loro sistemi di ricerca e innovazione, tra cui un importante ruolo delle iniziative delle imprese e del settore dell’istruzione superiore. Le imprese di tutti i leader dell’innovazione hanno buoni risultati in termini di spesa per la ricerca e lo sviluppo (R&S) e di domande di brevetti. Hanno anche in comune un settore dell’istruzione superiore altamente sviluppato e forti legami tra il mondo industriale e quello della scienza.

 

 

Il quadro valutativo indica che l’UE è maggiormente innovativa, ma che si allarga il divario tra gli Stati membri. Mentre i paesi più innovativi hanno ulteriormente migliorato la loro resa, altri registrano un’assenza di progressione.

 

Per Antonio Tajani, Commissario Ue per l’Industria, “I risultati di quest’anno indicano che la crisi economica ha influito negativamente sull’innovazione in certe parti d’Europa”.

Tajani ha sottolineato che “Gli investimenti nell’innovazione sono essenziali se vogliamo mantenere la nostra competitività globale e rilanciare la crescita in Europa“, ma anche che bisogna “incoraggiare l’imprenditorialità poiché le PMI sono un volano essenziale dell’innovazione”.

 

La Svezia si situa al primo posto della classifica seguita da Germania, Danimarca e Finlandia. Estonia, Lituania e Lettonia sono i paesi che hanno registrato i maggiori miglioramenti dall’anno scorso. Tra i volani dell’espansione dell’innovazione nell’UE vi sono le PMI e la commercializzazione delle innovazioni, unitamente a sistemi di ricerca eccellenti. La contrazione delle attività economiche e degli investimenti in venture capital nel periodo 2008-2012 ha influito negativamente sulla resa innovativa.

 

Máire Geoghegan-Quinn, Commissario Ue per la Ricerca, ha evidenziato “l’innovazione dovrebbe essere al centro delle agende politiche di tutti gli Stati membri. La nostra più recente relazione sullo stato dell'”Unione dell’innovazione”, anch’essa pubblicata oggi, indica che nel 2012 abbiamo realizzato progressi su alcune delle grandi tematiche come il brevetto unitario e le nuove regole per i fondi di capitali di rischio, ma dobbiamo avanzare ancora di più per evitare di avere in Europa un divario dell’innovazione”.

 

Dalla relazione complementare al Quadro valutativo si rileva che la Commissione ha già ampiamente attuato i suoi impegni sull’iniziativa faro “Unione dell’innovazione”.

Oltre l’80% delle azioni previste dalla strategia dell'”Unione dell’innovazione” è a buon punto, come risulta dalla relazione. Tra i progressi realizzati nel 2012 figurano: accordo sul brevetto unitario, che dovrebbe consentire il rilascio e la registrazione del primo brevetto europeo con effetto unitario nella primavera del 2014; adozione di un regolamento che crea un’etichetta di “fondo di venture capital europeo” per i fondi di investimento che consentirà agli investitori di capitali di rischio di reperire fondi in tutta Europa destinati al finanziamento di startup e PMI; firma dei primi accordi relativi allo strumento di condivisione dei rischi intesi a incoraggiare le banche a fornire maggiori prestiti alle PMI innovative e alle società a piccola-media capitalizzazione; proposta di un nuovo pacchetto “normalizzazione” e ulteriori misure intese ad aggiornare la normativa UE in materia di appalti pubblici per consentire a prodotti e servizi innovativi di essere commercializzati più rapidamente.

 

E ancora, il lancio di un programma pilota, l’iniziativa “Cattedre SER“, volta ad aiutare le università o gli istituti di ricerca delle regioni meno sviluppate in Europa ad attirare accademici di spicco in centri che aspirino ad affermarsi nel panorama internazionale della ricerca di alto livello; la proposta relativa alla creazione di quattro nuovi partenariati europei per l’innovazione (PEI) al fine di mettere in comune le risorse per affrontare le grandi sfide societali (produttività e sostenibilità dell’agricoltura, materie prime, acqua, città e comunità intelligenti) e l’elaborazione di una classifica multidimensionale e internazionale degli istituti di istruzione superiore.

 

La Svizzera si colloca quale leader assoluto dell’innovazione che supera regolarmente tutti i paesi dell’UE. I risultati di quest’anno indicano nuovamente che la Corea del Sud, gli USA e il Giappone hanno risultati superiori a quelli dell’UE.

Il vantaggio della Corea del Sud rispetto all’UE sta aumentando, ma dal 2008 l’UE è stata in grado di colmare di quasi la metà il proprio divario con Stati Uniti e Giappone. L’UE è ancora notevolmente arretrata rispetto ai leader globali soprattutto in termini di spesa delle imprese per R&S, di co-pubblicazioni pubblico-private e di brevetti, come anche in termini di istruzione terziaria. L’UE continua a produrre risultati migliori di Australia, Canada, Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica.

Il distacco con la Cina si sta riducendo, mentre rimane stabile con gli altri paesi BRICS ed è aumentato rispetto all’Australia e al Canada.

 

 

Per maggiori informazioni:

 

Testo integrale della relazione sul Quadro valutativo dell’Unione dell’innovazione 2013

Relazione sullo stato dell’Unione dell’innovazione

Unione dell’Innovazione

Europa 2020

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