Ultrabroadband: nuovo pacchetto Ue taglia costi e burocrazia. Italia fra le best practice

di Alessandra Talarico |

Il progetto si basa sulle migliori pratiche di alcuni paesi europei, tra cui anche l’Italia. Tra le priorità, eliminare le duplicazioni, tagliare la burocrazia e far sì che i nuovi edifici siano ‘broadband ready’. Neelie Kroes: ‘Risparmi fino a 60 mld.

Europa


Neelie Kroes

La Commissione europea ha presentato oggi le nuove misure per semplificare e tagliare i costi per la realizzazione delle reti internet a banda ultralarga.

4 i piani di intervento del nuovo Regolamento: migliore utilizzo delle infrastrutture esistenti; miglior coordinamento delle future opere civili; razionalizzazione delle procedure di autorizzazione; edifici ‘broadband-ready’.

 

Il progetto di Regolamento, che dovrà ora essere approvato dal Parlamento e dal Consiglio Ue, si basa sulle migliori pratiche attuate in alcuni paesi europei, tra cui anche l’Italia, pur lasciando gran parte degli aspetti organizzativi alla discrezionalità degli Stati membri.

 

Al primo posto, dunque, la Commissione mette la necessità di evitare inutili duplicazioni dei lavori e propone di utilizzare, per la posa della fibra ottica, infrastrutture (compresi cavidotti, tubature, pozzetti, centraline, pali, piloni, installazioni di antenne, tralicci e altre strutture di supporto)  già disponibili. Le nuove regole, in sostanza, permetteranno agli operatori di sapere quanto è già disponibile e di accedervi a condizioni economiche eque e ragionevoli.

 

Come seconda priorità, le nuove misure si concentrano sul coordinamento delle opere di ingegneria civile, semplificando la negoziazione di accordi tra operatori e proprietari delle infrastrutture. Sarà così possibile tagliare i costi e anche evitare ai cittadini il fastidio di continui lavori sulle strade.

 

Il taglio della burocrazia, è quindi un altro punto fondamentale del nuovo regolamento, che prevede la semplificazione delle procedure autorizzative – ora lente e complesse – soprattutto per quanto riguarda pali e antenne, sostituendole con un sistema automatico di concessione o rifiuto entro sei mesi e attivando uno sportello unico per la presentazione delle domande.

 

Last but not least, le nuove disposizioni prevedono anche che tutti i nuovi edifici e quelli che siano sottoposti a importanti lavori di ristrutturazione, siano predisposti per la banda larga ad alta velocità.

 

Presentando il nuovo pacchetto di misure, il Commissario Neelie Kroes ha sottolineato che la banda larga è come ‘l’ossigeno’ per l’economia, ma che  “nella maggior parte dei casi, le regole attuali ostacolano la competitività dell’Europa”, creando un intollerabile spreco di tempo e denaro.

 

“Dobbiamo eliminare questi sprechi, ora più che mai dopo la decisione degli Stati membri di tagliare i fondi per la banda larga”, ha dichiarato, ricordando che una maggiore diffusione della banda larga ha un notevole impatto positivo sulla crescita economica perché consente di migliorare la produttività e fornisce nuove soluzioni alle sfide sociali, quali l’invecchiamento demografico, l’inclusione sociale e l’istruzione.

In alcune importanti economie, sicuramente più lungimiranti, già nel periodo 2006-2011 l’economia di internet rappresentava il 21% della crescita del PIL.

“Il 10% in più di diffusione della banda larga equivale a una crescita del PIL tra 1-1,5%”, ha ricordato, ribadendo che per recuperare il gap accumulato dall’Europa nei confronti dei competitor americani e asiatici è essenziale porre fine all’attuale ‘assurda’ frammentazione.

Al momento, infatti, non esiste un mercato delle infrastrutture fisiche né viene sfruttato il potenziale derivante dall’utilizzo di infrastrutture appartenenti ad altri servizi pubblici. Le normative vigenti in alcuni Stati membri scoraggiano addirittura le imprese di servizi fisici dal collaborare con gli operatori di telecomunicazioni.

 

“Tutti hanno diritto alla banda larga veloce…Si tratta di buon senso: è quello che i cittadini vogliono. Del resto – ha aggiunto – chi comprerebbe oggi una casa senz’acqua o elettricità?”.

“È mia intenzione eliminare la burocrazia che ci impedisce di raggiungere questo obiettivo. La Commissione europea vuole rendere più rapido e meno costoso l’accesso alla banda larga”, ha concluso.

 

Queste misure, secondo la Kroes, potrebbero consentire risparmi tra 40 e 60 miliardi di euro, permettendo altresì di ridurre del 30% i costi di diffusione di internet ad alta velocità e di evitare continui lavori sulle strade.

Lavori che, secondo uno studio Analysys Mason, rappresentano fino all’80% del costo di installazione delle reti ad alta velocità.

 

Soddisfazione per questo nuovo pacchetto di misure è stata espressa da ETNO: l’associazione che rappresenta le aziende chiamate a investire nelle reti a banda e ultralarga definisce il Regolamento che taglia i costi e accelera la realizzazione delle nuove reti “un passo importante per il sostegno agli investimenti e il raggiungimento degli obiettivi della Digital Agenda europea”.

Luigi Gambardella, presidente esecutivo del Board ETNO auspica ora una rapida adozione del Regolamento da parte del Parlamento e del Consiglio: “La proposta di regolamento che mira a ridurre i costi connessi alle opere civili, attraverso un migliore coordinamento delle opere previste e l’apertura delle infrastrutture passive di tutti i settori di pubblica utilità, può ridurre significativamente i costi di roll-out delle reti a banda larga ad alta velocità. Dotare tutti i nuovi edifici di infrastrutture ‘broadband-ready’ può inoltre aiutare favorire la domanda di servizi ad alta velocità”.