Key4biz

Agcom e terminazione fissa: i regolatori Ue condividono i ‘seri dubbi’ della Commissione

Italia


I ‘seri dubbi’ espressi lo scorso 7 febbraio dalla Commissione europea riguardo il provvedimento Agcom che stabilisce le tariffe di terminazione su rete fissa in modalità IP (Leggi articolo Key4biz), sono condivisi dal BEREC, l’organismo che riunisce i regolatori delle telecomunicazioni.

Ieri, il BEREC ha pubblicato sul proprio sito un parere risalente al 20 marzo, in cui sottolinea che i dubbi della Commissione sono giustificati da diversi fattori: innanzitutto perchè le tariffe proposte dall’Agcom – comprese tra 0,00206 euro al minuto e 0,00127 euro al minuto per il 2013 e il 2014 – non si basano, come raccomandato dalla Commissione su un modello BU-LRIC puro (approccio bottom-up per la valutazione dei costi incrementali di lungo periodo) e non riflettono, quindi, i costi sostenuti da un operatore efficiente che gestisce una rete in rame di nuova costruzione in un mercato competitivo.

Modello che, nei piani Agcom, sarà applicato solo nel 2015.

 

In secondo luogo, l’AGCOM non ha fornito una valida giustificazione per la digressione dalla raccomandazione Ue e, in particolare, non ha fornito elementi sufficienti a sostegno del fatto che l’applicazione del modello proposto dalla Ue a partire dal 2013 avrebbe un effetto sproporzionato per gli operatori italiani.

“AGCOM, pertanto, non ha dimostrato che le circostanze nazionali giustifichino una deviazione dal metodo consigliato dalla Commissione sulle tariffe di terminazione fisse”, spiega il BEREC.

 

Le tariffe di terminazione sono le tariffe che gli operatori si praticano l’un l’altro per “consegnare” ai clienti le chiamate che arrivano dalla rete di un altro operatore e incidono sulle tariffe delle chiamate telefoniche pagate dei consumatori e dalle aziende.

Nella Raccomandazione 2009/396/CE sulla regolamentazione delle tariffe di terminazione su reti fisse e mobili la Commissione europea  raccomanda che le Autorità Nazionali, quando impongono obblighi in materia di controllo dei prezzi agli operatori detentori di un significativo potere di mercato, stabiliscano tariffe di terminazione basate sui costi sostenuti da un operatore efficiente.

La Commissione raccomanda di fondare la valutazione dei costi efficienti utilizzando un modello di tipo bottom-up LRIC. Tale tipologia di modello, infatti, consente di valutare esclusivamente i costi che un operatore efficiente dovrebbe sostenere per costruire e rendere operativa una rete, senza tenere in considerazione i costi ereditati dal passato.

Inoltre, la Ue raccomanda di utilizzare un modello cosiddetto puro, in cui vengono presi in considerazione solo i costi evitabili connessi alla fornitura del servizio di terminazione all’ingrosso delle chiamate vocali.

 

Il BEREC, si legge nel documento pubblicato dall’Organismo Ue, condivide anche le preoccupazioni della Commissione riguardo il rischio che la proposta AGCOM “potrebbe creare ostacoli al mercato interno, se le altre autorità nazionali impostassero tariffe di terminazione basate sulla metodologia raccomandata dalla Commissione mentre l’AGCOM se ne discostasse senza validi motivi”.

 

Dal BEREC, comunque, anche una serie di attenuanti: i regolatori europei ritengono infatti che, sulla base del percorso di discesa dei prezzi (glide path)  fissato dall’Agcom e delle stime d’impatto, tali barriere non siano ‘notevoli’ e potrebbero essere limitate solo al 2013.

BEREC suggerisce, quindi, che l’autorità italiana “mantenga il percorso di discesa dei prezzi ma di fissi tariffe di transizione (per il 2013 e il 2014), sulla base di un LRIC puro” sia per la tecnologia “tradizionale” TDM, sia nella innovativa tecnologia IP.

 

Si apre quindi ora una fase di cooperazione tra Commissione, Autorità e BEREC stesso, ai fini dell’individuazione delle misure regolamentari più idonee.

Exit mobile version