Antitrust, 11 società chiedono alla Ue di ‘sanzionare Google’. ‘Inefficaci’ i rimedi proposti

di Raffaella Natale |

Tra le società che hanno scritto al Commissario Almunia anche TripAdvisor, Expedia, e Twenga: ‘Google deve essere imparziale e sottoporre tutti i servizi, compresi i propri, agli stessi algoritmi’.

Unione Europea


Google

Undici società europee, tra quelle che avevano denunciato Google all’Antitrust Ue per sospetto abuso di posizione dominante sul mercato della ricerca online, hanno chiesto immediate sanzioni in una lettera indirizzata al Commissario Ue alla Concorrenza, Joaquin Almunia, che sta ancora ‘studiano’ gli impegni proposti dalla compagnia americana per sanare la propria condotta (Leggi Articolo Key4biz).

 

“La Commissione Ue ha aperto l’indagine più di due anni fa e temiamo sempre di più che le trattative in atto puntino a chiudere il dossier senza trovare soluzioni efficaci e definitive“, si legge nella missiva che porta la firma, tra gli altri, anche dei vertici dei siti di viaggi TripAdvisor, Expedia, e dello store online Twenga.

 

Al momento gli uffici di Almunia stanno esaminando i ‘rimedi’ proposti da Google lo scorso gennaio nell’ambito di questa inchiesta avviata nel novembre 2010, a seguito delle numerose denunce ricevute, tra cui quella del portale Ciao, rilevato da Microsoft nel 2008. In seguito se ne sono aggiunte altre, tra cui quella del gruppo di Redmond nel 2011.

 

La Commissione europea accusa Google di mettere in cima ai risultati di ricerca i link ai propri motori ‘verticali’, quelli specializzati in settori specifici come i viaggi o i ristoranti, in moda da assicurare un ‘trattamento preferenziale’ rispetto a quelli concorrenti.

Lo scorso luglio, la società americana ha inviato la prima lista di ‘rimedi’, ma a dicembre la Ue ha dato alla compagnia ulteriore tempo per avere “impegni dettagliati’, riconoscendo, però, che “le divergenze sono state sostanzialmente ridotte” (Leggi Articolo Key4biz).

 

Google deve essere imparziale“, scrivono le 11 società raggruppate nell’associazione FairSearch, aggiungendo che “deve sottoporre tutti i servizi, compresi i propri, alle stesse regole, usando i medesimi algoritmi“.

“Ci asteniamo rispettosamente – precisano – di giudicare gli impegni proposti da Google, visto che non li conosciamo (essendo in possesso solo degli uffici Antitrust, ndr), ma considerati i passati comportamenti della società, riteniamo poco probabile che proponga volontariamente soluzioni efficaci e definitive senza una formale accusa di violazione” delle norme antitrust.

 

Se l’Ue considererà insoddisfacenti le contromisure presentate, Google rischia una multa che potrebbe arrivare fino al 10% del suo fatturato globale annuo, che per il 2012 ammonta a 50 miliardi di dollari. Le aziende si auspicano un atteggiamento solerte da parte di Bruxelles, anche alla luce della recente sanzione comminata a Microsoft da 561 milioni di euro, per mancato rispetto degli impegni presi nell’ambito dell’inchiesta per abuso di posizione dominante sul mercato browser (Leggi Articolo Key4biz).

 

Stando ad alcune indiscrezioni, i rimedi di Google sarebbero molto simili a quelli accolti dalla statunitense Federal Trade Commission, che aveva aperto un dossier simile a quello europeo riguardante sempre il mercato dei motori di ricerca. Un accordo, però, criticato da molti osservatori che l’hanno definito ‘troppo annacquato’.