Mercato unico digitale. Pronta proposta Ue per abbattere il costo delle NGN

di Alessandra Talarico |

Il piano permetterà di risparmiare decine di miliardi di euro, grazie a un migliore uso delle infrastrutture esistenti e al coordinamento delle opere civili. Neelie Kroes: ‘Dall’ICT scossa a occupazione e innovazione, ma occorre visione lungimirante’.

Europa


Neelie Kroes

Il mercato unico digitale è “un’opportunità enorme” che potrebbe consentire alle telco e alle aziende digitali di “rompere le barriere e pensare in grande. Di pensare ‘europeo’ e di competere globalmente”.

Il Commissario Neelie Kroes, che entro ottobre proporrà le attese ‘misure concrete’ richieste dal Consiglio europeo per completare il mercato unico digitale, ha ribadito (leggi il discorso) che da questa ‘unificazione’ deriveranno vantaggi per i cittadini non soltanto in termini di maggiore opportunità di scelta, ma anche di possibilità occupazionali.

La Kroes ha quindi anticipato che la prossima settimana la Commissione presenterà la propria proposta per abbattere i costi delle nuove reti. Il piano permetterà di risparmiare decine di miliardi di euro, grazie a un migliore uso delle infrastrutture esistenti e al coordinamento delle opere civili.

Perchè senza banda larga non si va da nessuna parte: l’Europa perderà il treno dell’innovazione se, anche riguardo allo spettro – risorsa essenziale per lo sviluppo della banda larga mobile – continuerà a ragionare in un’ottica nazionalistica.

“Non possiamo più aderire a logiche del secolo scorso, a poteri storicamente assegnati. C’è bisogno di un approccio lungimirante, ambizioso ed europeo. E questa sarà la filosofia del nostro piano d’azione wireless”, ha spiegato.

 

Grazie al mercato unico, operatori, sviluppatori di app e produttori di dispositivi potranno raggiungere le adeguate economie di scala, dando una scossa all’economia – stimata in 110 miliardi di euro l’anno – e all’occupazione.

 

Anche lo sviluppo del cloud, ad esempio, è strettamente legato all’armonizzazione degli standard e delle norme, attualmente troppo frammentate per permettere di cogliere le potenzialità di una tecnologia che invece potrebbe consentire alle aziende di risparmiare sui costi IT, ai cittadini di disporre di un ‘armadietto digitale’ per i loro contenuti, e alle pubbliche amministrazioni di essere più efficienti. E così gli Open data che, oltre a garantire maggiore trasparenza delle PA, aprirebbero un mercato da decine di miliardi di euro.

 

“Il mondo si sta digitalizzando e noi abbiamo una scelta: continuare ad avere barriere al commercio e all’innovazione o assicurare una nuova casa online al nostro mercato unico: vibrante, unificato, aperto”, ha affermato la Kroes, ricordando anche la necessità di puntare sulle ‘digital skill’ per uscire dall’attuale, feroce, crisi occupazionale. Da qui alla fine dell’anno, un milione di posti di lavoro nel digitale potrebbero restare vacanti per mancanza di competenze adeguate: un paradosso che potrebbe costarci caro in termini di coesione sociale e competitività.

 

In questa direzione va la ‘Grand Coalition’ lanciata ai primi di marzo (Leggi articolo Key4biz) e volta a coinvolgere imprese del settore, amministrazioni pubbliche, settori della formazione e dell’istruzione per invertire la preoccupante carenza di eSkills.

 

La Kroes si è anche soffermata sulla necessità di coinvolgere maggiormente le donne nel settore ICT e di educare a una maggiore cultura dell’imprenditorialità innovativa: “Voglio che l’Europa, al pari degli Usa, abbia una cultura che riconosca e premi gli imprenditori. Una cultura in cui le persone non siano scoraggiate dal rischio di fallimento, ma abbiano il supporto e le risorse per il successo delle loro startup”.

 

Il successo digitale, insomma, dipende da quanta apertura, opportunità e innovazione l’Europa saprà creare, se saprà uscire dall’ottica nazionalistica e darsi una visione ambiziosa e lungimirante.