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ICT: le aziende hi-tech provano a misurare l’impatto ambientale del web per ridurre le emissioni di CO2

Europa


Ogni minuto della giornata, vengono caricati su YouTube 48 ore di contenuti video; 700.000 utenti Facebook condividono contenuti, Google riceve oltre 2 milioni di query di ricerca e vengono inviati 200 milioni di messaggi di posta elettronica. Senza contare i tweet, i post sui blog blog e cosi via (qui un quadro più preciso delle attività internet).

Ma, se ogni una singola query può produrre da pochi decimi di grammo ad alcuni grammi di CO2 – a seconda del tipo di energia utilizzata per alimentare i dispositivi – qual è l’impatto sull’ambiente di queste attività?

Decisamente notevole, di sicuro, ma nessuno può dirlo con certezza perchè il calcolo di tali emissioni varia in modo significativo e dipende dai diversi metodi utilizzati dalle aziende.

 

Ecco perchè la Commissione europea sta lavorando con 27 fra le principali aziende e associazioni hi-tech mondiali per misurare in maniera certa l’impatto ambientale della produzione, trasporto e vendita di beni, reti e servizi ICT.

L’obiettivo è quello di arrivare a un quadro di misurazione comune e, infine, a una riduzione delle emissioni di CO2.

 

I prodotti e i servizi ICT sono responsabili dell’8-10% del consumo energetico nella Ue e del 4% delle emissioni.

“Una misurazione trasparente aiuterà i consumatori a fare scelte ‘più verdi’ quando acquistano o usano tecnologie digitali”, ha sottolineato il Commissario Ue Neelie Kroes.

 

La Commissione ha effettuato un test sulla base degli studi effettuati da diversi enti di standardizzazione, come ITU ed ETSI.

Le misurazioni sono state effettuate per 10 mesi, da dicembre 2011 a settembre 2012, dalle seguenti aziende e associazioni: Alcatel-Lucent, AMD, AUO, BT, Cisco, Dassault Systèmes, Dell, EECA-ESIA, Ericsson, GSMA, Hitachi, HP, Huawei, Intel, Lenovo, NEC, Nokia, Nokia Siemens Networks, Orange, Sagemcom, SAP, Telecom Italia, Telefónica e TeliaSonera.

 

Il prossimo step dell’iniziativa sarà quello di convincere l’industria a utilizzare quotidianamente queste misurazioni. Nei prossimi mesi, la Commissione si confronterà con le aziende sul modo migliore per raggiungere questo obiettivo.

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