Mercato unico digitale. HSBC: per le telco, ‘consolidamento essenziale per tornare a crescere e investire’

di Alessandra Talarico |

Secondo gli analisti di HSBC, questa accelerazione verso il mercato unico ‘potrebbe essere di enorme importanza, poiché faciliterebbe e (anzi), renderebbe necessario il consolidamento del frammentato panorama europeo delle telecomunicazioni’

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La decisione di accelerare sul mercato unico digitale, riducendo l’attuale frammentazione che impedisce alle telco europee di essere competitive, è stata  salutata subito con favore dal Commissario Neelie Kroes che, dopo essersi battuta fin dall’inizio del suo mandato, ottiene finalmente il placet del Consiglio Ue per elaborare ‘misure concrete’ per uscire dall’attuale scenario fatto di 27 legislazioni differenti. Un patchwork, ha detto più volte la Kroes, che non fornisce i giusti incentivi a chi vuol investire (leggi articolo Key4biz).

Secondo gli analisti di HSBC, questa accelerazione “potrebbe essere di enorme importanza, poiché faciliterebbe e (anzi), renderebbe necessario il consolidamento del frammentato panorama europeo delle telecomunicazioni”.

In altre parole, spiegano gli analisti, “il mercato unico è un cavallo di Troia per il consolidamento”, che a sua volta potrebbe finalmente generare un’inversione di tendenza portando nuova crescita – e quindi nuovi investimenti – dopo tre anni di declino dei ricavi.

Declino generato principalmente dal fatto che – a differenza di Usa e Cina, che hanno un mercato interno con, rispettivamente, 330 e 1.400 milioni di utenti, serviti da 3 o 4 operatori e regolati da un’unica legislazione – l’Europa è ancora un patchwork di regole per quanto riguarda le licenze, lo spettro, la numerazione e così via.

 

Fin dal suo insediamento, la Kroes si sta battendo per fare in modo che si realizzino le economie di scala necessarie per il rollout delle nuove reti e perchè le telco europee possano competere a livello globale. E anche, perchè no, per attrarre potenziali investitori esteri.

 

Come sottolinea sul Wall Street Journal, l’analista Lawrence Sugarman di Liberum Capital, a trarre beneficio da questa apertura saranno tutti i player del mercato: dagli operatori via cavo a quelli storici. Unici a storcere il naso, i piccoli operatori e alcuni regolatori nazionali che non vogliono delegare poteri a Bruxelles.

 

Secondo HSBC, gli ostacoli sulla strada del mercato unico sono comunque sormontabili: “la creazione di un mercato unico, in combinazione con la chiara presenza della concorrenza degli OTT dovrebbe legittimare il riconoscimento giuridico di un passaggio a 4-3 operatori di telefonia mobile per paese, e quindi indurre la ‘riparazione’ del mercato”.

È altrettanto importante porre nuovamente l’accento sullo scopo di tutta questa impresa: “Naturalmente, in teoria, la riscrittura delle regole del settore derivanti dal passaggio a un mercato unico potrebbe essere molto negativa. Ma, in pratica, il chiaro obiettivo della Commissione  ‘di sviluppare un mercato europeo più favorevole agli investimenti nella banda larga’ è quello di migliorare le condizioni, non di corroderle ulteriormente”, aggiungono gli analisti.

 

Per quanto riguarda l’accettazione di questo nuovo approccio da parte delle Autorità nazionali, un significativo progresso in questo senso può essere considerato il parere del BEREC in merito alla proposta della Commissione sulla banda larga fissa e le NGA (Leggi articolo Key4biz)

“Le misure proposte dal DG CONNECT in questi settori sono pionieristiche e incorporano due importanti innovazioni: quella relativa alla stabilizzazione dei prezzi ULL e la proposta che gli operatori storici che stanno realizzando le reti possano essere liberi di fissare i prezzi, ovviamente sulla base di determinati vincoli, in particolare l’obbligo di rendere disponibile il servizio sulla base dell’equivalenza”, spiega ancora HSBC.

 

È anche significativo notare che in settori quali la non discriminazione, il BEREC in realtà si sta muovendo verso condizioni meno rigorose.

Ora, DG CONNECT dovrà analizzare il parere del BEREC – che non è vincolante ma che probabilmente non necessiterà di modifiche sostanziali – e, entro maggio presenterà la sua proposta finale al comitato per le comunicazioni degli Stati membri. Una volta in vigore, la Commissione potrà usare i suoi poteri ai sensi dell’articolo 7/7a per garantire che le sue proposte siano attuate fedelmente.

E la Kroes sembra determinata a far sì che questo accada.