VOIP. Skype risponde alle accuse dell’Arcep: ‘Non siamo una telco e non siamo soggetti a obbligo di segnalazione’

di Alessandra Talarico |

L’Autorità francese ritiene che la possibilità per gli utenti di chiamare, dal Pc o dallo smartphone, numeri fissi e mobili nazionali o internazionali, metta Skype al pari degli operatori e lo renda quindi soggetto ad alcuni obblighi previsti per le telco

Francia


Skype

“Skype non è un fornitore di servizi di comunicazione elettronica ai sensi del diritto francese e non è pertanto soggetto all’obbligo di segnalazione”. La controllata Microsoft, che fornisce il più popolare servizio di telefonia via web al mondo risponde così all’Arcep che ieri ha annunciato di aver informato le autorità del fatto che Skype non avrebbe adempiuto all’obbligo di notificare la propria posizione di operatore di comunicazioni in Francia.

Skype ritiene tuttavia di non essere assoggettata a quest’obbligo: “Abbiamo avviato discussioni con l’Arcep negli ultimi mesi, durante i quali abbiamo espresso il nostro punto di vista” ha fatto sapere Skype che si dice disponibile a proseguire “una collaborazione costruttiva” con l’Authority francese “per raggiungere un accordo che assicuri a chiunque, ovunque si trovi, di poter continuare a fare affidamento su Skype”.

 

Dopo “aver chiesto a più riprese e senza esito” all’operatore VoIP di dichiararsi presso l’Autorità quale “operatore di comunicazioni elettroniche”, l’Arcep ha informato ieri il pubblico ministero di Parigi che Skype potrebbe ricevere la notifica di un illecito penale, ha reso noto il regolatore in un comunicato.

 

In particolare, l’Autorità ritiene che la possibilità per gli utenti Skype francesi di chiamare, dal Pc o dallo smartphone, numeri fissi e mobili nazionali o internazionali, metta la società nella posizione di essere considerato un fornitore di servizi di comunicazione elettronica.

Attività che non richiede un’autorizzazione amministrativa ma soltanto una dichiarazione preliminare per evitare di incorrere in una infrazione penale.

 

“L’esercizio del’attività di operatore di comunicazioni elettroniche, in particolare della fornitura di un servizio telefonico al pubblico, implica anche alcuni obblighi tra cui l’instradamento delle chiamate di emergenza e l’impostazione dei mezzi necessari per realizzare intercettazioni”, ha spiegato l’Arcep.