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Rai, ma quale spending review? Un milione a puntata per ‘The voice’. Massimiliano Dona (UNC): ‘La direzione ci dia spiegazioni’

Italia


“Fino a che punto è legittimo spendere per tentare il successo di un programma televisivo, soprattutto se si tratta di soldi pubblici?”. E’ quello che si chiede Massimiliano Dona, Segretario generale dell’Unione Nazionale Consumatori, in merito alle cifre spese per alcuni format televisivi della Rai (Leggi Articolo Key4biz).

“In un momento in cui crolla il potere d’acquisto dei consumatori e le famiglie vivono una fase di deprivazione – commenta Dona- sono indecorosi i compensi di alcuni personaggi televisivi e il costo di format spacciati per nuovi, ma che, sinceramente, non ci sembrano neanche così originali”.

Per Dona non è poi rassicurante “la presa di distanza del Direttore generale Luigi Gubitosi che, proprio in relazione al ‘milione a puntata’ di investimenti per il programma ‘The voice’, ha dichiarato di ‘non essere al corrente di tutto ciò che accade all’interno della sua azienda’”.

Ma allora, chi avrebbe dovuto saperlo? Si domanda Dona.

 

Il Segretario generale dell’UNC, spera che “la dirigenza voglia dare al più presto spiegazioni di una decisione che va contro i piani aziendali che lo stesso Gubitosi ha annunciato, ma soprattutto che grava sulle tasche degli italiani che, dalla televisione pubblica, vorrebbero ben altro servizio e soprattutto molta più trasparenza“.

 

Al momento sono quattro i dossier all’attenzione della Corte dei Conti sulle spese per i palinsesti della Tv pubblica, per capire se c’è stato uno sperpero del denaro dei contribuenti. I giudici stanno verificando i costi della trasmissione ‘Ballando sotto le stelle‘ di Milly Carlucci, in particolare a quanto è ammontato realmente il cachet di Christian Vieri. Dai dati emergerebbe un compenso pari a 600 mila euro, ma la Rai parla di circa 450 mila. Si parla sempre di somme eccessive per una Tv che non naviga nell’oro e che presenta conti in rosso. A fine anno le perdite ammontavano a circa 200 milioni di euro.

 

Ma la cosa ancora più grave e che le indagini riguardano anche presunti prezzi gonfiati per l’acquisto, sempre da parte della Rai, di film e telefilm, sulla base di una relazione della Procura dello scorso novembre. Tra i fornitori della tv pubblica figurano le stesse major che praticavano una sovrafatturazione sistematica per Mediaset.

 

Un terzo fascicolo dei magistrati contabili riguarda invece i soldi spesi dal servizio pubblico per programmi d’intrattenimento in genere, mentre un quarto riguarda il costo sostenuto per lo sceneggiato televisivo ‘ David Copperfield’ , andato in onda per il bicentenario della nascita dell’autore Charles Dickens.

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