PA,solo un terzo degli italiani usa i servizi online. Francesco Profumo: ‘La Pubblica amministrazione diventi driver di crescita e innovazione’

di Alessandra Talarico |

Secondo lo studio ‘I cittadini - Nuovo CAD - Agenda Digitale’ presentato in occasione dei i 50 anni di Formez PA, il 64% dei cittadini non conosce quali servizi la PA mette a disposizione attraverso la rete Internet o altri canali telematici.

Italia


Francesco Profumo

Solo poco più di un terzo dei cittadini utilizza i siti web delle pubbliche amministrazioni e più della metà (52%) non è a conoscenza del fatto che la PA italiana ha avviato un processo di informatizzazione delle proprie attività e in particolare dei servizi che vengono erogati ai cittadini e alle imprese.

Decisamente esigua (9%), quindi, la percentuale di cittadini che ha attivato la PostaCertificat@. Meno della metà (42%) sa che si tratta di un servizio gratuito che consente al cittadino di comunicare in maniera esclusiva con la PA dando alla comunicazione la piena validità legale.

 

E’ questo quadro del rapporto tra i cittadini e i servizi digitale della PA, che emerge dall’indagine “I cittadini – Nuovo Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) – Agenda Digitale”, realizzata da Formez PA per conto della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per la Digitalizzazione della Pubblica Amministrazione – e in collaborazione con l’Istituto Piepoli, presentato stamani in occasione delle celebrazioni per i 50 anni di Formez PA.

Un incontro incentrato su due direttrici: il Mezzogiorno e i vari asset di sviluppo, e la “PA Semplice” come motore del Paese e dal quale è emerso chiaramente che la pubblica amministrazione centrale e locale pur avendo avviato un processo virtuoso di digitalizzazione dei servizi, deve agire ora anche sulla ‘comunicazione’ di tali servizi ai cittadini, che molto spesso ignorano l’esistenza dei vantaggi e delle opportunità dei nuovi canali telematici.

 

Per il ministro dell’Istruzione Francesco Profumo la PA deve diventare driver dell’innovazione, ma soprattutto c’è bisogno che tutto il Paese cambi mentalità, puntando sulle nuove tecnologie e imparando a valorizzare le proprie risorse umane – che sono tante, soprattutto fra i più giovani che quando vanno all’estero riescono a distinguersi grazie alla validità del nostro sistema d’istruzione e di formazione – ed economiche.

 

Diverse le priorità per il Paese – che negli scorsi messo ha messo in moto, grazie a una serie di bandi, lo sviluppo delle smart city, della nuova imprenditorialità innovativa, dei cluster – ma, ha aggiunto il ministro, ha bisogno di semplificare, di snellire e rispettare i tempi, di trarre il massimo vantaggio dai soldi investititi (che siano investimenti europei, nell’università, nella ricerca e così via) e deve formare nuove professionalità in quelle che sono le professioni del futuro nei settori dei Big Data, del data mining della cybersecurity.

La Pubblica amministrazione, ha concluso, “è centrale, ma deve avere una leadership capace per orientare la modernizzazione”.

 

Tornando all’indagine del Formez PA, basata su un campione di 1.439 interviste telefoniche, emerge che il 41% degli italiani preferisce ancora recarsi di persona ‘allo sportello’ per sapere curerà sua pratica; il 29% preferisce usare il telefono e il 2% utilizza le applicazioni smartphone.

Tra le difficoltà che inibiscono l’uso dei servizi digitali, prima di tutto la mancanza di un collegamento internet a casa (18%), ma sono in molti anche a ignorare che il servizio di cui hanno bisogno è disponibile on line mentre il 6% non si ritiene in grado di affrontare le ‘procedure di accesso’.

 

Per questo, secondo il ministro Profumo, è necessario portare i servizi direttamente ai cittadini, senza aspettare che siano i cittadini a doversi spostare per fruirli. L’Italia deve puntare su ricerca e innovazione, creando “una filiera che parta da una domanda e attraverso il filtro della PA e abbia come risultato la crescita del paese”.

 

I siti più utilizzati sono quelli dei Comuni (22%), seguito dai siti ministeriali e quello dell’Inps (12%) e dai siti delle Regioni (10%). Il servizio ‘digitale’ più utilizzato da quel 36% di intervistati che è a conoscenza dell’offerta della PA è la prenotazione di una visita medica (12%).

Emerge però dallo studio che il 64% dei cittadini non conosce quali servizi la PA mette a disposizione attraverso la rete Internet o altri canali telematici (Prenotazione visita medica/prestazione sanitaria, Anagrafe, Pagamento tasse comunali, Iscrizione università, Pagamento tasse scolastiche/universitarie, Pagamento ticket sanitario, Presentazione domanda di concorso, Iscrizione scolastica, Rilascio tessera elettorale e così via).

 

Chi conosce i servizi online dalla PA è generalmente soddisfatto della chiarezza, completezza e semplicità dell’offerta, ma – ha spiegato Carlo Flamment, Presidente di Formez PA – troppi non sanno neppure che esiste questa opportunità”.

Per invertire la tendenza, quindi, un ruolo strategico dovrebbe essere ricoperto dai Comuni, che “attraverso i call center e altre strutture aiutino i cittadini a interagire con la PA attraverso il pc”, ha aggiunto.