Telecom Italia: restano saldi gli obiettivi sul debito nonostante nuova svalutazione. La Borsa premia il titolo

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L’utile ‘normalizzato’ si attesta a 2,4 mld di euro, l’Ebitda è stato di 11,6 mld di euro e l’Ebit consolidato è stato di 1,9 miliardi di euro; escludendo la svalutazione dell’avviamento l’Ebit si attesta a 6,2 miliardi di euro.

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Franco Bernabè

Si chiude con un rosso da 1,6 miliardi di euro il 2012 per Telecom Italia, su ricavi per 29,5 miliardi di euro (-1,5% rispetto al 2011).

Un risultato che deriva, in particolare, da svalutazioni per oltre 4 miliardi di euro dell’avviamento formatosi a seguito delle operazioni Olivetti/Telecom Italia e dell’acquisizione delle minorities di Tim.

La svalutazione, ha affermato il presidente esecutivo Franco Bernabè, si è resa necessaria a causa del “perdurare delle tensioni recessive e della difficile situazione macroeconomica internazionale. Come le precedenti, tale operazione ha un impatto unicamente di natura contabile e non pregiudica il percorso di riduzione dell’indebitamento della società”.

L’utile normalizzato si attesta a 2,4 miliardi di euro (2,5 miliardi di euro nel 2011). L’Ebitda è stato di 11,6 miliardi di euro (-2,0% in termini organici rispetto al 2011). L’Ebit consolidato è stato di 1,9 miliardi di euro (-680 milioni di euro nell’esercizio precedente); escludendo la svalutazione dell’avviamento l’Ebit si attesta a 6,2 miliardi di euro (6,68 miliardi di euro nel 2011).

 

I risultati sono stati premiati in Borsa, con il titolo che ha toccato un rialzo del 3,98% a 0,601 euro.

 

“Con il piano 2013-2015, confermiamo il nostro costante impegno negli investimenti dedicati alle reti di nuova generazione, che ci consentirà di rafforzare il vantaggio competitivo nella sfida tecnologica del settore e il nostro posizionamento sul mercato “, ha aggiunto Bernabè.

 

L’Operating free cash flow è pari a 6,4 miliardi di euro, in aumento di 703 milioni di euro rispetto all’esercizio 2011; il margine di liquidità al 31 dicembre 2012 è di 16,1 miliardi di euro.

Gli investimenti si attestano a 5,2 miliardi di euro, dei quali 3.072 milioni di euro in Italia; escludendo l’impatto sul precedente esercizio derivante dall’acquisto delle frequenze LTE, il dato complessivo risulta in crescita di 324 milioni di euro rispetto al 2011.

 

L’Indebitamento finanziario netto rettificato si attesta a 28,2 miliardi di euro, in diminuzione di 2,14 miliardi di euro rispetto al 31 dicembre 2011.

 

La riduzione di 454 milioni di euro dei ricavi è prevalentemente dovuta alla Business Unit Domestic, che registra una flessione di 1,1 miliardi di euro. Escludendo gli investimenti legati all’acquisizione dei diritti d’uso delle frequenze di telefonia mobile LTE (1.223 milioni di euro), la variazione sarebbe stata positiva di 110 milioni di euro attribuibile in particolare all’avvio dei piani realizzativi delle reti di nuova generazione (rete LTE e fibra).

Alla riduzione dei ricavi sul mercato domestico si contrappongono gli incrementi relativi alla Business Unit Argentina (+564 milioni di euro) e alla Business Unit Brasile (+134 milioni di euro). In termini di variazione organica i ricavi consolidati registrano un incremento dello 0,5% (+151 milioni di euro).

 

Come comunicato l’8 febbraio 2013, per quanto riguarda l’andamento del Gruppo Telecom Italia per l’esercizio in corso, gli obiettivi legati ai principali indicatori economici, così come definiti nel Piano Industriale 2013-2015, prevedono ricavi stabili anno su anno; riduzione percentuale dell’EBITDA “low-single digit” e posizione finanziaria netta rettificata inferiore a 27 miliardi di euro.

Il dividendo sarà di di 2 centesimi di euro per azione ordinaria e di 3,1 centesimi per azione di risparmio. (a.t.)