Il social messaging e il lento declino degli sms. Nel 2013 mancati ricavi per 32,6 mld di dollari

di Alessandra Talarico |

Servizi come Whatsapp, iMessage, Viber e Facebook Messenger stanno soppiantando i messaggini. Gli operatori corrono ai ricavi stringendo accordi con gli OTT.

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E’ il social messaging il futuro della messaggistica? Gli sms, dati più volte per spacciati negli ultimi tempi, sotto la pressione di servizi come WhatsApp e simili, cominciano effettivamente a sentire il peso della concorrenza.

Il 2013 sembra essersi aperto all’insegna delle ‘alleanze’, tra le telco e i ‘nemici’ OTT sulla scia, qualche decina di giorni fa, dell’annuncio dell’accordo tra Facebook e 18 operatori per garantire agli utenti l’accesso gratuito o scontato a Facebook Messenger, il servizio di messaggistica del social network.

 

WhatsApp ha già in essere una serie di partnership con diversi operatori mentre il Ceo di Viber ha affermato che la società sarà disponibile a condividere i ricavi del servizio appena diventerà a pagamento.

Queste partnership sono all’insegna del win-win: gli OTT possono infatti estendere la loro portata, mentre gli operatori guadagneranno dall’uso sempre più massiccio di internet mobile.

 

Secondo i dati Ovum, il tasso di crescita degli sms è quindi destinato a contarsi sempre di più per effetto del successo del social messaging. Nel 2011 il calo è stato del 14% e quest’anno si prevede un -8%. Da quest’anno in poi, prevede la società di ricerca, i ricavi legati alla banda larga mobile rappresenteranno la parte più importante dei ricavi ‘non-voice’, superando gli sms. Nel 2014, i ricavi della banda larga mobile rappresenteranno il 43% del totale esclusa la voce, gli sms il 40%.

Quest’anno, dunque, sarà l’ultimo in cui i messaggi di testo saranno i principali contributori delle casse degli operatori mobili dopo i servizi voce. Dal 2015 i ricavi degli sms cominceranno a ristagnare.

Secondo Ovum, i servizi di social messaging sottrarranno sempre più ricavi a messaggi di testo: dai 32,6 miliardi di quest’anno a oltre 86 miliardi nel 2020.