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La crisi avvicina Corea del Sud e Giappone: Samsung rileva il 3% di Sharp

Asia


La crisi è forte e si fa sentire specie in alcuni settori dell’hi-tech che investono nella realizzazione di prodotti di fascia alta. E’ così che Samsung Electronics, per aiutare Sharp a fronteggiare le difficoltà economiche, s’appresta a rilevarne il 3%.

Secondo fonti industriali, la società sud-coreana inietterà 10,3 miliardi di yen (8,5 milioni di euro) in Sharp, col rischio d’irritare il suo grande concorrente Apple per cui il gruppo giapponese produce gli schermi dell’iPod e iPad.

 

L’operazione, che dovrebbe essere ufficializzata a breve stando ai media giapponesi, ha fatto lievitare il titolo di Sharp del 14% a 341 yen sulla Borsa di Tokyo.

 

Grazie a questa operazione, Samsung diventerà un’azionista di peso di Sharp accanto al produttore di chip Qualcomm.

 

Per Tetsuro Ii, direttore generale del fondo d’investimento Commons AM di Tokyo, “più che l’ammontare dell’investimento, per Sharp è importante la partnership con Samsung. Avrà, infatti, l’occasione di usare la piattaforma di Samsung”.

 

L’accordo è, appunto, una manna dal cielo per Sharp che sta cercando di allargare la sua produzione di LCD, in particolare nella sua industria di Kameyama nel cuore del Giappone dove all’inizio dell’anno è stato costretta a tagliare per via di un calo di richieste di iPad a vantaggio di iPad mini, di cui però non è il fornitore di display.

 

Per gli analisti, Sharp è il secondo più importante fornitore di Apple dopo LG Display, controllata della coreana LG.

Gli accordi transfrontalieri tra Corea del Sud e Giappone sono rari e mai prima d’ora un produttore coreano di televisori era entrato nel capitale di un concorrente giapponese.

 

I tre grandi player giapponesi di televisori, Sharp ma anche Sony e Panasonic sono in grosse difficoltà, in parte a causa della concorrenza di Samsung sui mercati esteri.

 

“E’ possibile che Samsung, in cambio del suo investimento, ottenga dei prezzi vantaggiosi per alcune componenti”, ha detto Yasuo Nakane, analista di Deutsche Bank.

La sud-coreana, ha aggiunto, potrebbe anche diventare partner nelle attività di Sharp riguardante i pannelli solari e magari rilevarla.

 

Al momento, Sharp vende a Samsung schermi LCD per i suoi televisori da 32, 40 e 60 pollici. Il gruppo coreano si fornisce anche da altre aziende taiwanesi.

Anche se modesto, l’apporto di Samsung costituisce un prezioso finanziamento per Sharp che ha visto fallire un accordo dello stesso tipo con la taiwanese Hon Hai Precision Industry, perché quest’ultima voleva mettere parola nella gestione del gruppo.

 

Dopo aver acquisito lo scorso anno uno terzo delle industrie di Sharp a Sakai (Giappone occidentale), Hon Hai avrebbe dovuto partecipare al piano di salvataggio del gruppo giapponese, rilevando una partecipazione del 9,9%, ma infine ha desistito, come hanno indicato alcune fonti ben informate.

In cambio dell’appoggio delle sue banche, Sharp s’è impegnata a licenziare 10 mila dipendenti e a ipotecare le sue sedi in Giappone.

Stando a indiscrezioni, il gruppo potrebbe vendere la sua industria cinese d’assemblaggio di televisori a Lenovo e negoziare la vendita della sua industria messicana a Hon Hai.

 

L’investimento diretto di partner stranieri rappresenta un’alternativa interessante per il gruppo che sta lottando per ottenere prestiti sui mercati dopo che il suo titolo è stato declassato dagli analisti.

 

 

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